2020-08-05
Covid hospital, si stringe il cerchio su De Luca
Ai tre fedelissimi indagati lunedì si è aggiunta Roberta Santaniello, componente dell'unità di crisi regionale e del gabinetto di giunta. Disposti perquisizioni e sequestri di pc e cellulari. Le accuse ricordano quelle ad Attilio Fontana, ma questa volta la sinistra resta zitta.La strategia di contenimento del Covid-19 decantata dal governatore campano Vincenzo De Luca finisce sotto accusa. Ai proclami del presidente con il lanciafiamme che con l'emergenza sembrava essere uscito dalla palude politica del mandato non sembrano essere seguiti i fatti. E due dei tre ospedali da tirare su in soli 18 giorni, che hanno succhiato 18 milioni di euro, non sono mai entrati in funzione. Certo, quando sono arrivati i camion della logistica con il materiale da piantare i cittadini li accolsero tra gli applausi. De Luca, che aveva attaccato frontalmente il collega lombardo Attilio Fontana, per una strana legge del contrappasso ora, sotto le azioni della Procura di Napoli, vede sgretolarsi l'apparente consenso che aveva incassato. L'ultima perquisizione è stata disposta proprio nell'ufficio di gabinetto della giunta regionale campana. E alla dirigente Roberta Santaniello è stato notificato un capo d'imputazione provvisorio. Lo stesso che nei giorni scorsi era stato contestato al dirigente dell'Asl Napoli 1 Ciro Verdoliva, al consigliere regionale Luca Cascone e al presidente della Soresa, la centrale per gli acquisti per enti sanitari, Claudio Cuccurullo. I magistrati della sezione reati contro la pubblica amministrazione (i sostituti procuratori Mariella De Mauro e Simone de Roxas), coordinata dal procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio, ipotizzano la turbativa d'asta e la frode in pubbliche forniture. Nel mirino c'è la gara per le realizzazione degli ospedali modulari che riguardavano le città di Napoli (Ospedale del Mare), Caserta e Salerno, vinta da una impresa di Padova, ma alla quale parteciparono sette società. Tablet, cellulari e personal computer sono stati sequestrati agli indagati. Chat ed email finiranno quindi nelle mani degli investigatori. De Luca, con il solito piglio da populista, dal palcoscenico di Torre del Greco ha tentato un inutile diversivo, sottolineando il lavoro «straordinario» fatto «grazie alla collaborazione dei cittadini e del personale medico e sanitario. Abbiamo evitato una ecatombe. Dando invece prova di corretta attività amministrativa e di ordine». Ma a graziare il governatore deve essere stata l'attenzione al distanziamento sociale rispettata dai cittadini, visto che la Campania è in ultima posizione per numero di tamponi diagnostici ogni 100.000 abitanti. La media nazionale è di 570 tamponi, la Campania si è fermata a 217. L'ultima sparata da sceriffo è quella di due giorni fa sulla carta d'identità da fornire all'ingresso dei ristoranti. Bizzarra, ma almeno non era inopportuna come le uscite in piena fase 1 sui morti lombardi. Ironia della sorte, le grandi strategie dello sceriffo salernitano sono finite contro il treno giudiziario. Il punto di partenza dell'inchiesta sono le presunte «criticità» ipotizzate «in relazione alle procedure di aggiudicazione e di esecuzione» dei lavori per la realizzazione dell'Ospedale modulare del Mare. Ma si indaga anche sulle «alle altre gare indette nel periodo dell'emergenza». L'Asl Napoli 1, per esempio, ha inviato una mail di richiesta di interesse il 24 marzo alle 11.21, chiedendo l'offerta entro le 14 dello stesso giorno. In due ore l'azienda Siram ha risposto con le specifiche dei lavori e la richiesta economica di 700.000 euro. Il 27 marzo l'Asl accetta la richiesta. «Il manager che ottiene l'incarico», sottolinea in un'interrogazione il deputato leghista Gianluca Cantalamessa, «è Crescenzo De Stasio, nel gennaio 2020 indagato dalla Procura di Roma nell'ambito di un'inchiesta su opere mai pagate e mai realizzate negli ospedali laziali». Il 21 maggio 2020, meno di due mesi dopo aver firmato gli accordi per l'ospedale Covid in Campania, viene arrestato dalla Procura con l'accusa di aver pagato una tangente ai manager delle Asl siciliane. L'altra coincidenza sospetta riguarderebbe una ditta subappaltatrice di Siram che, il 22 marzo, ovvero due giorni prima della richiesta dell'Asl, avrebbe cominciato a lavorare sul cantiere dell'ospedale. E, infine, il 21 marzo, sei giorni prima dell'assegnazione dei lavori a Siram, un dipendente di un'altra ditta coinvolta nei lavori annuncia sui social di essere già pronto per l'Ospedale del Mare, struttura costata circa 400 milioni di euro e consegnata nel 2018, con due piani liberi e inutilizzati.Cascone, fedelissimo di De Luca (accanto al quale, ai tempi dell'amministrazione del Comune di Salerno, è stato assessore per sette anni) e presidente della commissione Trasporti del Consiglio regionale della Campania, avrebbe invece messo in contatto la Soresa con possibili fornitori di mascherine, ventilatori polmonari e altro materiale ritenuto utile per l'epidemia, pur non ricoprendo ruoli nell'unità di crisi. Secondo Fanpage il consigliere «parlava di prezzi, acquisti e modalità di pagamento per conto della Soresa». Una circostanza che, come ricostruisce Repubblica sull'edizione di Napoli, è stata «pacificamente ammessa dal consigliere, che ha spiegato di essersi mosso al solo scopo di contribuire a titolo personale ad affrontare una situazione senza precedenti». Da volontario, insomma. Ma è finito al centro degli esposti presentati in Procura dall'ex assessore regionale di centrodestra Marcello Taglialatela, presidente di Campo Sud, perché l'incipit delle comunicazioni inviate dalle società sarebbe stato sempre lo stesso: «Come concordato con il dottor Luca Cascone inviamo l'offerta». Una delle mail è arrivata in modo anonimo a Taglialatela, che l'ha girata alla Procura. È scattata così l'inchiesta che fa tremare la giunta.