2024-07-18
«Così Trump ha trasformato i repubblicani»
Alfonso Aguilar (Getty Images)
Intervista ad Alfonso Aguilar, portavoce della campagna elettorale: «Il Gop è diventato il partito dei lavoratori Usa Amico di Bush? I media europei disinformano. Donald crede nella realpolitik, la pace attraverso la forza».La Convention nazionale repubblicana è in pieno svolgimento. Grande commozione ha suscitato, lunedì, la prima apparizione in pubblico di Donald Trump dopo l’attentato. Ci si interroga inoltre sulla figura di JD Vance, nonché sulle strategie elettorali che il candidato repubblicano sta mettendo in campo in vista del voto novembrino. Per avere una situazione più chiara, La Verità ha incontrato al Fiserv Forum di Milwaukee uno dei portavoce della campagna di Trump, Alfonso Aguilar.Alfonso Aguilar, Trump è stato accolto da un’ovazione lunedì sera alla Convention repubblicana. Che cosa ha provato lei in quel momento?«C’è stata un’accoglienza incredibile. Sa, era il primo evento pubblico del presidente Trump dopo l’attentato. E la reazione dei delegati e del pubblico è stata incredibile. Non ho mai visto in vita mia in alcuna Convention un’accoglienza come questa per un candidato presidenziale. È stato veramente sorprendente e il presidente Trump si è mostrato molto commosso. Non ho mai visto il presidente così. È stato un arrivo incredibile. È venuto con JD Vance, che aveva poco prima scelto come candidato vice. È arrivato col giornalista Tucker Carlson. È stato un momento drammatico, un momento storico per l’America. Le persone hanno iniziato a gridare: “Lotta! Lotta! Lotta!”.Queste erano state le parole iconiche del presidente Trump quando è stato ferito. Si tratta di un messaggio molto americano, che va al di là del Partito repubblicano: quando affronti le avversità, devi resistere e continuare a lottare. Io penso che quanto accaduto lunedì sera sia il riflesso di come i repubblicani si sentono oggi. Si sentono più impegnati e più entusiasti per quanto riguarda questa campagna. Faranno di tutto per avere una grande vittoria a novembre».Secondo lei, quali sono i punti di forza principali di JD Vance sotto il profilo elettorale?«Penso che JD Vance sia una persona che condivide la filosofia del presidente Trump. Questo non è più il partito dei tempi di George Bush o Mitt Romney. Questo è il partito dei lavoratori americani. E questo è il modo con cui Trump si connette con il popolo americano, indipendentemente dalle affiliazioni partitiche. JD Vance è una persona che ha scritto della propria esperienza di essere cresciuto nella regione degli Appalachi in condizioni molto povere. Ha lavorato molto per diventare un avvocato. È stato un marine. E ha avuto molto successo. Lui condivide la visione del presidente Trump sulla necessità di focalizzarsi sui lavoratori americani. Il governo, cioè, dovrebbe agire a favore dei lavoratori americani non degli interessi di grandi realtà globaliste. Lui crede che gli Stati Uniti non debbano essere coinvolti in conflitti internazionali ovunque. Poco prima di subire l’attentato, il presidente Trump aveva detto in un’intervista che il ruolo principale di un vicepresidente è quello di sostituire il presidente se capita qualcosa a quest’ultimo. Ebbene, JD Vance ha 39 anni, è molto intelligente e ha la stessa visione di Trump. Quindi può portare avanti l’agenda del presidente Trump. Questo è chiaramente un ticket presidenziale populista pro lavoratori». Quali sono le strategie che la campagna sta mettendo in atto per conquistare il voto delle minoranze etniche?«I nostri investimenti sono molto importanti. Abbiamo team che si occupano di coinvolgere le comunità ispaniche e afroamericane tramite media e social media soprattutto in alcuni Stati chiave. Il voto ispanico, per esempio è decisivo in Stati come Arizona, Nevada, Georgia e Pennsylvania. Siamo molto attivi nei media nel connetterci con gli elettori ispanici. Facciamo attività di porta a porta e siamo presenti nei quartieri. Portiamo avanti il nostro messaggio di populismo economico. E sta funzionando. Secondo i sondaggi, oggi la maggiore preoccupazione degli ispanici è l’inflazione. E la grande maggioranza di essi ritiene che Trump possa fare un lavoro migliore di Joe Biden nell’abbassare i prezzi».In Europa, i giornalisti di sinistra ripetono che Trump è un amico di Putin. Le cose stanno veramente così? «Monitoro i media europei e li incoraggerei a far meglio il loro lavoro. Fatte alcune eccezioni, credo che i media europei disinformino il popolo europeo. Donald Trump non è un amico di Putin. Donald Trump crede nella Realpolitik. Noi sappiamo che oggi il nostro principale rivale è la Cina. Putin non ha invaso l’Ucraina quando Trump era presidente: questo è un dato di fatto. E questo perché noi crediamo nel principio della “pace attraverso la forza”. Penso ci siano migliori chances di chiudere il conflitto ucraino con Trump. Credo anche che ci siano migliori probabilità di raggiungere un accordo di pace e di evitare che Putin si espanda con Trump. Penso sia molto chiaro che Putin preferisca avere Biden perché, con un presidente americano molto debole, può approfittarne e continuare a espandersi. Questo vale per Putin, vale per la Cina con Taiwan, vale per l’Iran: stanno percependo debolezza. La migliore opzione per gli interessi europei è Trump. Purtroppo, molti media europei non lo capiscono».
Matteo Salvini e Giorgia Meloni (Ansa)
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