2024-11-18
Un popolo senza armi è un popolo di schiavi
Processione religiosa nei pressi di Calvi, Corsica settentrionale (Ansa)
In Corsica c’è un gran numero di cacciatori e di movimenti indipendentisti. Risultato: la sola volta che i musulmani attaccarono la polizia, il giorno dopo si videro bruciata la moschea. Servì da lezione e oggi non esistono quartieri inaccessibili ai non islamici.«Si vis pacem para bellum». Detto latino, se vuoi la pace prepara la guerra. I popoli disarmati si candidano a diventare popoli di schiavi o popoli di morti. Il concetto era molto chiaro a George Orwell che ebbe il coraggio di un’affermazione inoppugnabile, che sottoscrivo: la democrazia è possibile solo dove tutti i cittadini siano armati. Le armi in mano a privati non devono essere permesse: devono essere obbligatorie. Dove tutti sono armati, il terrorismo diventa difficile, al Bataclan i terroristi sarebbero stati abbattuti dopo il secondo morto, la strage di Orlando avrebbe avuto tre vittime al massimo. Le stragi nelle scuole diventerebbero molto difficili dove bidelli e insegnanti fossero armati. Dove tutti siano armati l’estorsione del pizzo e le birichinate della banda di Arancia meccanica diventano attività da aspiranti suicidi. Nel novembre 2005 per la prima volta le periferie sono andate in fiamme, a cominciare da quelle francesi. Sono state bruciate auto, danneggiati ospedali, distrutte scuole, presi a sassate poliziotti e pompieri. In Svizzera e in Corsica non è bruciato nemmeno un copertone. In Corsica e in Svizzera c’è un enorme numero di armi in mano ai civili. Se qualcuno brucia un’auto, ci sono forti probabilità che il proprietario prima gli spari dalla finestra e solo dopo telefoni alla gendarmeria. La Svizzera inoltre concede con molta parsimonia la cittadinanza e i non cittadini possono essere facilmente espulsi. Ha inoltre l’arma della democrazia popolare, il referendum, con cui in qualsiasi momento si può scavalcare il politicamente corretto e chiudere le frontiere a una determinata minoranza. La Corsica ha un gran numero di cacciatori, che sono uomini dotati di un fucile, e dispone anche di una mezza dozzina di movimenti indipendentisti con attività terroristiche, quindi dotati di esplosivo al plastico. La pax corsa è stata bruscamente interrotta la notte di Natale del 2015 ad Aiaccio, quando un gruppo di uomini nel quartiere arabo Les Jardins de l’Empereur, ha dato fuoco ai cassonetti della spazzatura per aggredire poi con una sassaiola pompieri e poliziotti, alcuni dei quali sono stati feriti. Quattro ore dopo la moschea è stata attaccata e danneggiata da un incendio. Il giorno successivo c’è stata una manifestazione di corsi nel quartiere arabo, talmente vivace che nei giorni successivi sono state vietate tutte le manifestazioni. Due giorni dopo Le Corse Matin, il quotidiano locale, ha pubblicato in prima pagina, per puro dovere di cronaca, dissociandosi ovviamente dall’intollerabile violenza, un comunicato di tutti i gruppi terroristi corsi coalizzati, che informava quelli che erano chiamati «i nostri amici arabi» che un qualsiasi atto di violenza o terrorismo sull’isola, sui suoi aerei o i suoi traghetti, avrebbe scatenato una rappresaglia di tale violenza che li avrebbe costretti ad andarsene tutti, senza la difficile distinzione tra innocenti e colpevoli. In Corsica non ci sono mai stati atti di terrorismo. In Corsica nessuna chiesa è bruciata. In Corsica non esistono «no go zone», sacche islamiche dove è pericoloso entrare. In Corsica è impensabile che un professore possa essere decapitato da un giovane ceceno che vuol difendere Maometto. In Corsica nessuna partita che coinvolga una squadra israeliana potrebbe essere disturbata. La Corsica è stata l’isola dei Giusti. Durante l’occupazione nazista, non un solo ebreo è stato consegnato, e solo un popolo armato dove da sempre gli uomini si assumono la responsabilità dei loro fucili e del loro coraggio poteva fare questo. Il 7 ottobre 2023 in Israele ci sono stati stupri di massa di centinaia di donne ebree sventrate e mutilate, più di mille assassinati, fra cui vecchi e bambini massacrati col machete, seimila feriti. Tutto questo al solo scopo di costringere Israele a una guerra che inevitabilmente avrebbe portato alla morte di civili. Dal 7 ottobre 2023 l’antisemitismo è esploso con una violenza che non si vedeva da anni. Nemmeno i grandi capi di Hamas possono essere così sprovveduti da pensare di poter distruggere militarmente Israele. Il loro scopo quindi è scatenare un tale odio da isolare questo piccolo Paese, grande come la Lombardia. In tutti conflitti del mondo, quando qualcuno bombarda, i bambini sono messi nei rifugi antiaerei. A Gaza a nessun bambino mai è stato permesso di accedere a un rifugio antiaereo. Sui siti pro Palestina ci sono video di questo genere: una casa assolutamente normale, perché Gaza era un posto assolutamente normale, con due alberghi e un campo da golf, bambini giocano tranquillamente. La ripresa non è fatta da un cellulare: è evidente che si tratta di una vera videocamera con un treppiede. Cominciano a bombardare, esplosioni e mura che tremano: i bambini terrorizzati si abbracciano tra loro mentre nessuno si sogna di allontanarli dalla stanza per portarli in un rifugio antiaereo, uno degli infiniti e sicuri tunnel dove i miliziani impedirebbero loro di entrare. Quei bambini servono morti o con le gambe spappolate. Gli israeliani avvertono sempre quando stanno per bombardare, sempre. I palestinesi non spostano i loro bambini dalle zone che saranno bombardate, si limitano a montare telecamere e riprendere la scena. Putin ha causato la morte di circa 200.000 persone in Cecenia, le guerre si fanno così, in Siria i morti sono stati 500.000, in Sudan 2 milioni, cifre spaventose a fronte di aggressioni nemmeno paragonabili a quelle palestinesi. Eppure grazie all’eroico popolo palestinese che, secondo i suoi capi, adora la morte inclusa quella dei suoi bambini, il mondo ha potuto tirare di nuovo fuori un antisemitismo di qualità, come quello del 1940. Ad Amsterdam c’è stato un vero pogrom in occasione di un evento sportivo, la partita di calcio del Maccabi Tel Aviv contro l’Ajax. Il pogrom è avvenuto praticamente in mondovisione, nella gioia dei siti e dei social pro Palestina. La polizia, costituita in gran parte da islamici di seconda generazione, non ha voluto o potuto intervenire. Lo stesso problema era verosimile per la partita Francia-Israele, conclusasi fortunatamente senza morti e feriti, ed è per questo che Marine Le Pen aveva proposto di spostare la partita da Parigi in Corsica, perché i corsi non permetterebbero violenze. La Corsica fa accidentalmente parte della Francia, si tratta di un popolo con una lingua particolare che può essere considerata una forma dialettale di italiano. Una storia particolare, che in seguito a una serie di accidenti appartiene alla Francia. Nonostante l’avventura napoleonica, i corsi sono sempre stati considerati di serie B. Nella prima guerra mondiale sono stati carne da macello, sempre in prima linea e senza diritto a nessun giorno di licenza, per cui il coefficiente dei loro morti fu il doppio di quello del resto della Francia: un uomo su cinque. I corsi si considerano colonizzati dalla Francia: questo ha permesso loro di non condividere ogni senso di colpa woke e l’odio di sé in nome dell’anticolonialismo isterico. I corsi ricordano con precisione la loro storia, una storia fatta di guerra ininterrotta ai pirati saraceni, che hanno flagellato per secoli le loro coste, portando morte, schiavismo e distruzione. La Corsica se ne infischia della legge sulla laicità francese che vieta processioni, statue religiose e la dizione «Buon Natale», che deve essere sostituita da «Buone Feste». La Corsica, come la Sardegna, avrebbe dovuto essere deturpata dalle inutili e controproducenti pale eoliche. Ne hanno messe solo due e non ne metteranno altre perché le due sono state immediatamente «plasticate», cioè fatte saltare con l’esplosivo al plastico. La scrivente riporta per puro dovere di cronaca, e si dissocia da questa brutale violenza.
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