2020-04-03
Contrordine, la sanità va allo Stato. I dem adesso rinnegano la loro legge
Pd, M5s e Iv vorrebbero togliere le competenze alle Regioni. Levata di scudi di Lega e Fi.Il Pd, il M5s e Italia viva si lanciano nella crociata della ri-centralizzazione della sanità, dimenticando forse che la riforma del Titolo V della Costituzione fu approvata nel 2001 dal governo di sinistra, quello guidato da Giuliano Amato, con soli quattro voti di maggioranza, e poi confermata da un referendum, nel tentativo di rosicchiare qualche voto alla Lega Nord alle elezioni di quello stesso anno. Elezioni che videro, lo ricordiamo, la Casa delle Libertà guidata da Silvio Berlusconi surclassare l'Ulivo di Francesco Rutelli. «Dopo la crisi», dice il vicesegretario del Pd, Andrea Orlando, alla Stampa, «bisognerà iniziare a ragionare, traendo una lezione da quanto successo, e pensare se sia il caso di far tornare in capo allo Stato alcune competenze come la sanità. Con 20 regioni che parlano 20 lingue diverse, credo sia necessario riconsiderare l'ipotesi della clausola di supremazia prevista dalla riforma del 2016, ovvero di un ritorno delle competenze sanitarie allo Stato centrale. Non penso sia una discussione che si debba fare con i governatori», aggiunge Orlando, «che appaia come frutto di una pagella alle regioni, ma un discorso di sistema da fare con calma dopo. A seconda della qualità del sistema regionale che trovi, rischi di avere una speranza di vita differenziata: 20 sistemi sanitari creano disuguaglianze».«È uno dei nostri primi ddl presentato dalla senatrice Taverna», rincara la dose l'autoreggente del M5s, Vito Crimi, ad Agorà, su Rai Tre, «togliere la tutela della salute come competenza regionale dall'articolo 117 della Costituzione e riportarla in capo allo Stato. Le Regioni stanno dimostrando differenza di trattamento. Alcune Regioni stanno dando risposte ottime, altre no. La Regione Lombardia», attacca Crimi, «è indicata come una Regione che ha una sanità di eccellenza e sta faticando a dare risposte. Ricordo che un presidente che ha guidato la Regione per quattro mandati è stato condannato per tangenti nella Sanità». «Oggi», sottolinea Maria Elena Boschi, capogruppo alla Camera di Iv, «sia il M5s sia il Pd si sono dichiarati favorevoli a cambiare il Titolo V, cioè le competenze di Stato e Regioni, nella parte legata alla sanità. A me sembra un buon punto di partenza. Penso, però, che sia necessario prevedere soprattutto la clausola di supremazia. In poche parole», precisa la Boschi, «consentire allo Stato di richiamare a sé le competenze delle Regioni quando è strettamente necessario per tutelare l'interesse nazionale e dare una risposta netta, uguale per tutti».Immediata la levata di scudi della Lega. Decine i comunicati e le note di protesta contro l'ipotesi prospettata da Orlando, Crimi e Boschi. «Oggi il vicesegretario del Pd Andrea Orlando», attacca su Facebook il leader del Carroccio, Matteo Salvini, «dice che subito dopo la fine dell'emergenza occorrerà fare subito una riforma, e sapete quale è questa riforma? Più soldi ai medici o alle imprese? No, centralizzare la sanità e darla in mano allo Stato. Ohibò», aggiunge Salvini, «la Regione Lombardia in pochi giorni ha creato 1.000 posti letto. Le mascherine fornite dallo Stato sono state un milione, quelle che la Regione Lombardia si è procurata da sola sono dieci milioni. È così anche per i ventilatori, la Regione è stata più efficiente. Se si dovessero aspettare dallo Stato centrale le mascherine, l'ossigeno e le protezioni, campa cavallo».All'attacco anche Forza Italia: «L'inquietante asse fra Orlando e Crimi sulla statalizzazione della sanità», dice il capogruppo alla Camera, Mariastella Gelmini, «dimostra che Pd e M5s hanno capito tutto della crisi in atto. Sarei curiosa di sapere a questo proposito l'opinione dei solitamente loquaci Rossi, presidente della Regione Toscana, e Bonaccini, presidente dell'Emilia-Romagna, giusto per fare due esempi della sparuta pattuglia di governatori regionali rimasti alla sinistra».
«Ci sono forze che cercano di dividerci, di ridefinire la nostra storia e di distruggere le nostre tradizioni condivise. La chiamano la cultura woke». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un video messaggio al gala 50esimo anniversario della National Italian American Foundation a Washington. "È un tentativo di cancellare la storia fondamentale degli italoamericani e di negare il loro posto speciale in questa nazione. Non glielo permetteremo. Il Columbus Day è qui per restare», ha aggiunto il presidente del Consiglio ringraziando Donald Trump per aver ripristinato quest'anno la celebrazione.
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L'amministratore delegato e direttore generale di Gruppo FS Stefano Antonio Donnarumma premiato a Washington
L’amministratore delegato del Gruppo FS Italiane ha ricevuto il Premio Dea Roma della National Italian American Foundation per il contributo alla modernizzazione delle infrastrutture di trasporto e alla crescita sostenibile del Paese.
La NIAF (National Italian American Foundation) ha conferito a Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato e direttore generale del Gruppo FS Italiane, il Premio NIAF Dea Roma come leader nell’eccellenza ingegneristica per la crescita nazionale e l’infrastruttura sostenibile.
La cerimonia si è svolta sabato 18 ottobre 2025 durante il Gala del 50° Anniversario della NIAF, all’Hotel Washington Hilton di Washington D.C. negli Stati Uniti d’America. Il riconoscimento è stato assegnato per evidenziare il ruolo cruciale svolto da Donnarumma nella trasformazione e modernizzazione delle infrastrutture di trasporto italiane, con un forte impegno verso la sostenibilità e l’innovazione.
«È un vero onore ricevere questo premio che ho il piacere di dedicare a tutti gli italiani che creano valore sia nel nostro Paese che all’estero e diffondono principi volti a generare competenze specifiche nell’ambito dell’ingegneria, della tecnologia e dell’innovazione. Nel Gruppo FS Italiane abbiamo avviato quest’anno un Piano Strategico da 100 miliardi di euro di investimenti che rappresenta un motore fondamentale per la crescita e lo sviluppo del Paese». ha dichiarato Stefano Antonio Donnarumma.
Sotto la guida di Donnarumma, il Gruppo FS sta promuovendo importanti progressi nello sviluppo di linee ferroviarie ad Alta Velocità e nelle soluzioni di mobilità sostenibile, contribuendo a collegare le comunità italiane e a supportare gli obiettivi ambientali nazionali. Il Piano Strategico 2025-2029 include diversi interventi per migliorare la qualità del servizio ferroviario, costruire nuove linee ad alta velocità e dotare la rete del sistema ERTMS per garantire maggiore unione fra le diversi reti ferroviarie europee. Più di 60 miliardi è il valore degli investimenti destinati all'infrastruttura ferroviaria, con l'obiettivo di diventare leader nella mobilità e migliorare l’esperienza di viaggio. Questo comprende l’attivazione di nuove linee ad alta velocità per collegare aree non ancora servite, con l'obiettivo di aumentare del 30% le persone raggiunte dal sistema Alta Velocità. Sul fronte della sostenibilità, inoltre, il Gruppo FS - primo consumatore di energia elettrica del Paese con circa il 2% della domanda nazionale – si pone l’obiettivo di decarbonizzare i consumi energetici attraverso la produzione da fonti rinnovabili e l’installazione di oltre 1 GW di capacità rinnovabile entro il 2029, pari al 19% di tutti i consumi del Gruppo FS, e di circa 2 GW entro il 2034. Fondamentale è anche il presidio internazionale, con una previsione di crescita del volume passeggeri pari al 40%.
Il Gruppo FS ha infatti inserito lo sviluppo internazionale tra le sue priorità, destinando una quota significativa degli investimenti al rafforzamento della propria presenza oltre confine. L’obiettivo è consolidare il posizionamento del Gruppo in Europa, ormai percepita come un’estensione naturale del mercato domestico, e promuovere una rete ferroviaria sempre più integrata e in linea con i principi della mobilità sostenibile.
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