2022-08-21
Controffensiva di Kiev con i droni. Raid sugli obiettivi russi in Crimea
I micidiali velivoli turchi con guida a distanza hanno preso di mira le postazioni delle truppe di Mosca nel Sud del Paese, infliggendo gravi danni. Accuse all’esercito ucraino per l’utilizzo di agenti chimici a Zaporizhzhia.Mentre le truppe russe continuano gli attacchi nel Sud dell’Ucraina dove gli allarmi per attacchi aerei continuano a suonare ed in particolare a Mykolaiv dove, secondo il sindaco Oleksandr Sienkevych, «in città si sono sentite potenti esplosioni», la giornata di ieri ha mostrato quanto gli ucraini sono in grado di fare grazie alle molte armi ricevute e ai micidiali droni turchi Bayraktar TB2. Fin dall’alba i droni di Kiev hanno attaccato 11 obiettivi russi in Crimea e in altre parti occupate dell’Ucraina, in particolare hanno preso di mira le postazioni delle truppe russe nella parte meridionale del Paese (le aree di Oleksandrivka, Blagodatny, Velikopillya, Novopetrivka, Kostromka, Biloghirka e Bruskinsky). Un drone è persino arrivato sulla base russa di Sebastopoli dove ha lanciato un missile che ha colpito un edificio del comando della flotta del Mar Nero provocando una grande colonna di fumo. I russi hanno smentito che le cose siano andate così; infatti l’agenzia Interfax ha fornito la seguente ricostruzione: «Il mezzo è precipitato sul tetto dopo essere stato abbattuto dalla contraerea, la minaccia è stata sventata». Versione confermata da Mikhail Razvozhayev, capo dell’amministrazione russa della città, secondo cui l’esplosione di ieri mattina è stata causata dalla caduta dei resti del drone abbattuto. «È caduto sul tetto e ha preso fuoco, non ci sono vittime». Vero o falso? I video che circolano da ore sul web smentiscono la versione dei russi che da giorni vengono attaccati in Crimea senza che gli ucraini beffardamente ne rivendichino la responsabilità. In ogni caso quanto sta succedendo in questi ultimi giorni mostra come gli ucraini possono fare molto male ai russi che oltretutto continuano a sostituire i loro comandanti: un chiaro segnale che le cose non stanno andando come auspicato, anche se ormai è evidente che fin dall’inizio sia l’intelligence russa che i vertici militari hanno fatto male i loro calcoli in merito all’invasione dell’Ucraina. Ieri l’agenzia Tass ha dato la notizia che Igor Osipov, comandante della flotta del Mar Nero, è stato licenziato e sostituito dal vice ammiraglio Viktor Sokolov dopo che la Marina ha perso molti uomini e mezzi. Osipov da tempo era finito nel libro nero di Vladimir Putin che non gli ha mai perdonato l’affondamento del Moskva avvenuto il 14 aprile scorso. Le successive perdite lamentate dalla Marina gli sono state fatali. I russi hanno anche dichiarato di aver abbattuto sei droni ucraini inviati per attaccare la città di Nova Kakhovka, a Est della città di Kherson, che per gli ucraini deve essere liberata a tutti i costi. Le agenzie di stampa russe Ria e Tass, citando un funzionario locale in Crimea, hanno reso noto che le forze antiaeree russe sono entrate in azione venerdì notte vicino al porto occidentale della Crimea di Yevpatoriya e avrebbero abbattuto con un missile terra-aria un drone ucraino. A questo proposito Seriy Khlan, membro del consiglio regionale di Kherson sciolto dalle forze di occupazione russe, ha dichiarato: «Le forze armate ucraine hanno regalato ai russi una serata magica». Sempre nella giornata di ieri la Russia ha accusato l’esercito ucraino di aver utilizzato agenti chimici contro le proprie truppe nella regione di Zaporizhzhia. Il ministero della Difesa, citato da Interfax e Tass, ha parlato «di segni di forte avvelenamento riscontrati in soldati che sono stati ricoverati in ospedale». Secondo Mosca, che al momento non ha mostrato nessuna prova a supporto delle accuse, gli ucraini avrebbero utilizzato «la tossina del botulino di tipo B». Il ministero della Difesa russo ha anche reso noto che è in preparazione «un dossier con i risultati dei test effettuati sui soldati ricoverati con segni di grave avvelenamento dopo aver completato la loro missione nella regione di Zaporizhzhia». Una volta raccolte tutte queste prove i russi - sempre secondo la nota del ministero della Difesa - le presenteranno all’Organizzazione internazionale per la proibizione delle armi chimiche con sede all’Aia. Inoltre, Mosca ha fatto sapere di aver avviato una ulteriore indagine in merito al governatore ad interim di Kherson, la regione nel Sud dell’Ucraina sotto controllo russo, che sarebbe stato avvelenato dagli ucraini. Della Crimea abbiamo scritto molto in questi giorni, ma cosa accade nel Donbass che i russi avrebbero dovuto conquistare in poche settimane? Secondo un report dell’intelligence britannica «negli ultimi sette giorni la situazione ha visto solo cambiamenti minimi nel controllo territoriale lungo la linea del fronte. Nel Donbass, dopo piccoli avanzamenti dall’inizio di agosto, le forze russe si sono avvicinate alla periferia della città di Bakhmut, ma non hanno ancora fatto irruzione nell’abitato. È improbabile che la situazione cambi significativamente nella prossima settimana». Inoltre, afferma l’intelligence di Londra, «le forze russe, per ora, sono probabilmente pronte solo ad intraprendere limitati assalti locali, raramente coinvolgendo più di una compagnia di truppe». Ma la domanda che tutti si pongono è: quando finirà questa guerra? Un alto funzionario della Nato ci ha risposto così: «Da settembre inizierà a piovere e poi andrà sempre peggio. Ciò impedirà le operazioni militari ed inizierà uno stallo. Entrambe le parti si rinforzeranno in vista della ripresa delle operazioni. È durante questo stallo che la diplomazia dovrà lavorare». Infine, si apprende dalla Tass che il sindaco filorusso di Mariupol, Konstantin Ivashchenko, è sfuggito a un attentato.