2020-02-07
Conti ok ed esuberi, Mustier fa ricchi i soci
Ridotti gli Npl, arrivano dividendi per 1,4 miliardi e il riacquisto di azioni per 500 milioni. Utile in flessione per poste straordinarie, infatti il titolo sale dell'8%. Ieri è iniziata la vendita del 12% della turca Yapi, ma sono escluse altre cessioni e acquisizioni.Fino al 2023 Jean Pierre Mustier vuole ballare da solo placando però con generosi dividendi la frenesia da risiko degli azionisti più irrequieti e un po' delusi dall'intensa attività di smaltimento messa in campo dal banchiere francese. Nel presentare i conti 2019 agli analisti l'amministratore delegato di Unicredit ha infatti chiuso definitivamente la porta a fusioni o acquisizioni per i prossimi tre anni. Meglio procedere con un buyback, ovvero il riacquisto di azioni a sconto sul patrimonio netto tangibile, da 500 milioni. Così come «non è prevista alcuna altra operazione di maggiore rilevanza sul perimetro del gruppo» dopo la cessione avvenuta nelle ultime ore del 12% della turca Yapi. La «resilienza» della profittabilità in qualsiasi tipo di scenario macro e il ritorno di capitale si confermano quindi come il nuovo fattore chiave della strategia mantenendo un focus sulla crescita organica e senza mire espansionistiche. Il nuovo piano illustrato a Londra lo scorso dicembre e battezzato Team 23 «si focalizza sul rafforzamento e la crescita della nostra base clienti» dopo il «successo» del precedente Transform 2019 che era di «ristrutturazione e riassetto» della banca, ha sottolineato ieri Mustier. Resta in cantiere il progetto della subholding italiana in cui confluiranno tutte le attività estere che «non è ancora stato approvato dal consiglio di amministrazione» perché «il team dei manager è tutt'ora a lavoro duramente», ha spiegato l'ad. Aggiungendo che comunque l'operazione «arriverà al vaglio del board entro la fine dell'anno».Nel frattempo, l'istituto di piazza Gae Aulenti ha chiuso il 2019 con un utile netto di 3,4 miliardi, in calo del 17,9% rispetto al 2018 ma sopra le attese degli analisti, dopo che nel quarto trimestre Unicredit ha registrato una perdita di 835 milioni a causa di 2,3 miliardi di poste non operative. L'utile netto sottostante, ovvero al netto delle operazioni straordinarie, è però salito del 55,5% a 4,7 miliardi e consentirà di far felici i soci con 1,4 miliardi di dividendi cash. Si tratta di un incremento della distribuzione di capitale al 50% per l'anno 2020, pagato nel 2021, e per il resto del piano. Un possibile extra dividendo di Unicredit potrebbe essere in contanti o tramite riacquisto di azioni, ha inoltre detto Mustier spiegando che la banca non sta considerando un acconto sulla cedola. Quanto alla pulizia di bilancio, le esposizioni deteriorate lorde dell'istituto, sono diminuite del 33,7% anno su anno.La Borsa sembra aver apprezzato la generosità con i soci: il titolo ha chiuso la seduta di ieri a Piazza Affari con un balzo di oltre l'8% a 13,8 euro. Il prossimo appuntamento nell'agenda di Mustier è segnato per il prossimo 9 aprile quando si terrà l'assemblea degli azionisti che tra i punti all'ordine del giorno avrà l'approvazione del bilancio, l'integrazione del cda, la destinazione del risultato di esercizio, e la distribuzione di un dividendo da riserve di utili. Completata la ristrutturazione, l'ad ha dunque avviato la fase due nel mare agitato dei tassi negativi: ottimizzare l'allocazione del capitale e semplificare la struttura del gruppo anche con una riorganizzazione dell'organico: 8.000 tagli al personale dell'intero gruppo, pari al 12% del totale, con una sforbiciata al 17% delle filiali: ne verranno chiuse in tutto 500. «Abbiamo agito in modo socialmente responsabile e continueremo a farlo», ha più volte ribadito il banchiere francese. Il primo incontro con i sindacati sarà il prossimo 14 febbraio. Al tavolo si siederanno i rappresentati del gruppo bancario, i segretari nazionali dei sindacati e i coordinatori di gruppo. La lettera di convocazione verrà consegnata all'inizio della prossima settimana, lunedì 10 febbraio. La procedura si deve chiudere entro il 30 marzo mentre è già stato trovato un accordo per Austria e Germania. Il numero dei dipendenti di Unicredit si è attestato a 84.245 nel 2019, con un calo di 1.416 persone rispetto all'anno precedente, mentre sono state chiuse altre 105 filiali scendendo a quota 4.486. Secondo quanto riferiscono fonti sindacali le uscite in Italia legate al nuovo piano sono 5.500 a cui si aggiungono altre 500 previste dal precedente accordo, mentre le filiali coinvolte sarebbero 450.