Sono tante le variabili da tenere in considerazione quando si sceglie un conto corrente. I costi di apertura, il canone annuo, il pagamento dell’imposta di bolla, se è previsto un numero massimo di operazioni da poter effettuare e quali sono i servizi disponibili e se sono gratuiti o a pagamento.
Sono tante le variabili da tenere in considerazione quando si sceglie un conto corrente. I costi di apertura, il canone annuo, il pagamento dell’imposta di bolla, se è previsto un numero massimo di operazioni da poter effettuare e quali sono i servizi disponibili e se sono gratuiti o a pagamento.Diciamoci la verità. Cambiare il proprio conto corrente spesso può essere una scocciatura. Eppure, a volte, cambiare può essere vantaggioso. Perché si possono spuntare rendimenti maggiori o anche costi di gestione inferiori. D’altronde, le norme in materia di trasparenza bancaria sono diventate più rigorose negli ultimi anni e per questo è diventato più facile capire se ci sono dei costi nascosti. Senza considerare che esistono delle piattaforme di comparazione dei costi dei conti correnti che possono guidare con facilità chi è alla ricerca di un nuovo luogo dove depositare i propri risparmi. Sono tante le variabili da tenere in considerazione quando si sceglie un conto corrente. I costi di apertura, il canone annuo, il pagamento dell’imposta di bolla, se è previsto un numero massimo di operazioni da poter effettuare e quali sono i servizi disponibili e se sono gratuiti o a pagamento. «Chi è alle prese con la scelta di un conto corrente deve innanzitutto tenere in considerazione le proprie esigenze e, sulla base di queste, identificare il prodotto più adatto alle modalità d’uso desiderate, valutando contestualmente anche i fattori che incidono sui costi. Tra questi, ad esempio, la presenza di un canone fisso, gli eventuali costi connessi alle singole operazioni come prelievi, bonifici e le spese legate alle carte elettroniche collegate», spiegano gli esperti di Facile.it. «Oggi molte operazioni vengono svolte online tramite app ed home banking e quindi potrebbe venir meno la necessità di avere delle filiali fisiche; proprio per questo il suggerimento è di valutare anche gli istituti e i prodotti completamente online e che, molto spesso, offrono alla clientela costi più contenuti se non addirittura azzerati. Altro elemento a cui fare attenzione è l’eventuale remunerazione del conto; alcuni istituti di credito, alla luce dell’aumento dei tassi di interesse, sono tornati a corrispondere un tasso lordo che, in alcuni casi, può addirittura arrivare fino al 4%, rappresentando una valida opzione per coloro che vogliono ottenere un rendimento dalla giacenza media di conto corrente. Chi invece vuole optare per prodotti pensati appositamente per parcheggiare liquidità, può pensare ad un conto deposito; i tassi annui lordi di questi prodotti arrivano fino al 4,25% per quelli non vincolati e al 4,75% per quelli con vincolo».Secondo i dati forniti alla Verità da Facile.it, tra i conti correnti oggi c’è l’offerta di BBVA tra le più interessanti con un rendimento del 4% lordo senza alcun vincolo. È invece del 3% quello offerto da We Bank. In entrambi i casi l’offerta è valida per tutti i clienti, indipendentemente dall’età del correntista. Nel caso del gruppo spagnolo da poco sbarcato in Italia, anche i bonifici istantanei sono gratuiti, servizio in linea con la direttiva europea che prevede la gratuità obbligatoria di questo servizio per tutti gli istituti che operano nell’Ue. Per chi non ha problemi a lasciare una certa cifra sul conto per un lungo periodo, ci sono poi i conti deposito. In questi casi, il rendimento cambia in base alla durata dei depositi stessi. Secondo i dati forniti da Facile.it, il Conto Key di Banca Progetto offre fino al 4,75% lordo, valore che scende al 4,5% nel caso in cui il conto sia svincolabile. Ad ogni modo, i rendimenti lordi variano dal 2,3% del conto Scalable Capital con vincolo a 12 mesi fino a un massimo del 4,75% in cinque anni con Banca Progetto. A questi valori, va tolto il 26% per via della tassazione sul Capital Gain.
Maurizio Landini (Ansa)
- Aumentano gli scontenti dopo il divorzio dalla Uil. Ma il leader insiste sulla linea movimentista e anti Meloni In vista di elezioni e referendum è pronto a imporre il fedelissimo Gesmundo come segretario organizzativo.
- Proteste contro l’emendamento che chiede di comunicare 7 giorni prima l’adesione.
Lo speciale contiene due articoli.
Da mesi, chi segue da vicino le vicende del sindacato e della politica economica del Paese si pone una domanda, se vogliamo banale: ma è possibile che di fronte alla trasformazione della Cgil in una sorta di movimento d’opposizione al governo, ai continui no rispetto a qualsiasi accordo o contratto di lavoro che possa coinvolgere la Meloni e a cospetto di un isolamento sempre più profondo, non ci sia nessuno che dall’interno critichi o comunque ponga qualche domanda a Maurizio Landini?
2025-11-16
Borghi: «Tassare le banche? Sostenibile e utile. Pur con i conti a posto l’Ue non ci premierà»
Claudio Borghi (Ansa)
Il senatore della Lega: «Legge di bilancio da modificare in Aula, servono più denari per la sicurezza. E bisogna uscire dal Mes».
«Due punti in più di Irap sulle banche? È un prelievo sostenibilissimo e utile a creare risorse da destinare alla sicurezza. Le pensioni? È passato inosservato un emendamento che diminuisce di un mese l’età pensionabile invece di aumentarla. La rottamazione? Alla fine, anche gli alleati si sono accodati». Claudio Borghi, capogruppo della Lega in commissione Bilancio del Senato e relatore alla legge di bilancio, sciorina a raffica gli emendamenti di «bandiera» del suo partito con una premessa: «Indicano una intenzione politica che va, poi, approfondita». E aggiunge: «Certo, la manovra avrebbe potuto essere più sfidante ma il premier Giorgia Meloni non ha fatto mistero di volerci presentare nella Ue come i primi della classe, come coloro che anticipano il traguardo di un deficit sotto il 3% del Pil. Io, però, temo che alla fine non ci daranno alcun premio, anche perché, ad esempio, la Bce ha già premiato la Francia che ha un deficit superiore al nostro. Quindi, attenti a non farsi illusioni».
Roberto Fico (Ansa)
Dopo il gozzo «scortato», l’ex presidente della Camera inciampa nel box divenuto casa.
Nella campagna elettorale campana c’è un personaggio che, senza volerlo, sembra vivere in una sorta di commedia politica degli equivoci. È Roberto Fico, l’ex presidente della Camera, candidato governatore. Storico volto «anticasta» che si muoveva in autobus mentre Montecitorio lo aspettava, dopo essere stato beccato con il gozzo ormeggiato a Nisida, oggi scaglia anatemi contro i condoni edilizi, accusando il centrodestra di voler «ingannare i cittadini». «Serve garantire il diritto alla casa, non fare condoni», ha scritto Fico sui social, accusando il centrodestra di «disperazione elettorale». Ma mentre tuona contro le sanatorie, il suo passato «amministrativo» ci racconta una storia molto meno lineare: una casa di famiglia (dove è comproprietario con la sorella Gabriella) è stata regolarizzata proprio grazie a una sanatoria chiusa nel 2017, un anno prima di diventare presidente della Camera.
Edmondo Cirielli e Antonio Tajani (Ansa)
L’emendamento alla manovra di Fdi mira a riattivare la regolarizzazione del 2003. Così si metterebbe mano a situazioni rimaste sospese soprattutto in Campania: all’epoca, il governatore dem Bassolino non recepì la legge. E migliaia di famiglie finirono beffate.
Nella giornata di venerdì, la manovra di bilancio 2026 è stata travolta da un’ondata di emendamenti, circa 5.700, con 1.600 presentati dalla stessa maggioranza. Tra le modifiche che hanno attirato maggiore attenzione spicca quella di Fratelli d’Italia per riaprire i termini del condono edilizio del 2003.
I senatori di Fdi Matteo Gelmetti e Domenico Matera hanno proposto di riattivare, non creare ex novo, la sanatoria introdotta durante il governo Berlusconi nel 2003. Obiettivo: sanare situazioni rimaste sospese, in particolare in Campania, dove la Regione, all’epoca guidata da Antonio Bassolino (centrosinistra), decise di non recepire la norma nazionale. Così migliaia di famiglie, pur avendo versato gli oneri, sono rimaste escluse. Fdi chiarisce che si tratta di «una misura di giustizia» per cittadini rimasti intrappolati da errori amministrativi, non di un nuovo condono. L’emendamento è tra i 400 «segnalati», quindi con buone probabilità di essere discusso in commissione Bilancio.






