2019-06-22
Conte tiene botta: «Non chiedo l’elemosina»
Il premier dopo i negoziati: «La strada per evitare la procedura è complessa, per ora carte coperte». L'obiettivo è incassare il sostegno di Stati chiave, grazie alla partita delle nomine, e solamente poi rivelare i numeri. Matteo Salvini: «L'infrazione sarebbe un attacco politico».Non è tra le più facili la posizione di Giuseppe Conte. Sempre con lui c'è Rocco Casalino a misurare le parole con il centimetro. A Roma Matteo Salvini e Luigi Di Maio che si sono già lanciati nella gara a chi taglia più tasse, mentre in Europa deve battagliare per portare a casa un obiettivo che è già chiaro a tutti coloro che partecipano alla partita a scacchi: trattare sulle nomine in cambio di voti a sostegno di Roma, quando Ecofin dovrà emettere il voto politico sulla procedura d'infrazione. Quello sulla procedura «è un negoziato molto complesso e difficile, non ho mai pensato che ci fosse una strada spianata, anzi mi sono anche meravigliato che a fine anno c'era una particolare sensibilità da parte della pubblica opinione, oggi sembra esserci una valutazione di strada spianata», ha detto in conferenza stampa al termine della riunione Ue di ieri.«L'obiettivo è di condurre in porto il negoziato, siamo in una fase in cui vi invito a non isolare singole considerazioni», ha aggiunto tenendo a specificare che lui non è «andato a Bruxelles con il cappello in mano». Il messaggio è destinato alle critiche dell'opposizione che hanno letto con particolare severità una frase pronunciata giovedì sera dal premier stesso, nella quale ricordava che per Roma il miglior Commissario è quello pronto ad aiutarci in sede di trattativa. Affermazione lapalissiana ma che al tempo stesso non lascia nulla all'immaginazione. Tant'è che ieri al termine del Consiglio Ue rinviato al prossimo 30 giugno ha tenuto a precisare: «Non possiamo mettere in campo qui pubblicamente le misure» che si hanno in mente sulla trattativa sulla procedura d'infrazione, «a me interessa che ci sia un approccio costruttivo da parte di tutte le parti che siedono attorno al tavolo e siccome io rappresento l'Italia, coadiuvato dal ministro Giovanni Tria, sono certo di avere un approccio costruttivo». In sostanza, l'obiettivo di Conte è di chiudere un accordo con le controparti Ue prima di aver esposto nel dettaglio i numeri.In questo modo ci sarà solo una strada di massima che riporti il deficit intorno al 2% e al tempo stesso un impegno a realizzare tagli di massima in modo da finanziare la flat tax. Il percorso è complicato perché ci sono due filoni paralleli. Il primo riguarda la procedura e il secondo la realizzazione delle strategie fiscali dopo il 2021. Per il primo dossier serviranno indicativamente cinque miliardi di euro. In parte provenienti dai risparmi di quota 100 e del reddito di cittadinanza e per il resto dalla fatturazione elettronica e dai 2 miliardi di spesa ministeriale congelata. Mentre per l'altro progetto fiscale di medio termine serviranno molti più soldi. Almeno una trentina di miliardi a cui se ne sommeranno altri 15 necessari per evitare l'aumento dell'imposta sui consumi. Di tutto ciò si discuterà nel cdm fissato il prossimo mercoledì. Non prima. Perché in questo momento nemmeno il ministero dell'Economia ha tutti gli elementi pronti da allineare. Non avendo quindi alcun pallottoliere in tasca, sempre al termine della conferenza stampa Conte ha messo le mani avanti.«Non è», ha aggiunto ancora, «un espediente per sottrarsi all'applicazione delle regole, non oscura né vuole eliminare il binario tecnico dove si sta svolgendo il negoziato. La lettera ha un altro significato: veramente siamo tutti europeisti? Se lo siamo dobbiamo rinforzare l'edificio europeo se non lo vogliamo far deperire sedetevi con noi e ragioniamo come migliorarlo».Intanto nessuno dei premier Ue si sbilancia pubblicamente a favore o meno dell'Italia. «Sull'apertura della procedura per debito eccessivo a Roma sta alla Commissione europea muovere i prossimi passi. Si tratta di un percorso molto preciso. Sono certo che la Commissione garantirà che l'Italia attui in modo rapido ciò che deve essere fatto o procederà», ha esclamato il premier olandese Mark Rutte a chi chiedeva se l'Italia riuscirà ad evitare la procedura per il debito eccessivo. E l'ha fatto usando l'Italiano: «Rispetti subito» ha detto confermando quanto il blocco del Nord sia compatto fatta eccezione della Germania. Salvini, subito, risponde a muso duro: «La procedura sarebbe un atto politico».In questo momento Berlino rischia di essere il nostro miglior alleato. Se l'Italia premesse per Jens Weidmann alla Bce centrerebbe due obiettivi: bloccare la Merkel alla presidenza della Commissione e costringere la Banca centrale ad agire in modo espansivo e pragmatico come con Mario Draghi. Uno scenario probabile è che la presidenza della Commissione vada alla Germania e quella della Bce alla Francia. Tale configurazione all'Italia non va bene, per il fatto che la Germania potrebbe continuare a dominare le regole economiche dell'Ue senza assumere la responsabilità degli atti. La Germania sembra disposta a ripiegare sulla Bce. Le servirebbe il nostro voto. È il caso di barattarlo con la procedura d'infrazione.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)