2022-07-21
E Conte fa la vittima: «Noi insultati»
Il Movimento nel caos esce spappolato tra fedeli e scissionisti. Giuseppi non riesce nemmeno a intestarsi la caduta del governo. E si lamenta: «Draghi sprezzante».Dopo la lunghissima giornata di ieri cala il sipario sul movimento 5 stelle. I grillini arrivano alla crisi, che tanto avevano cercato, spenti, subendo schiaffoni da tutti i partiti in Senato e fuori. Tutto era iniziato due settimane fa, quando un Giuseppe Conte barricadero ha incontrato il presidente del Consiglio Mario Draghi per chiedere che il governo seguisse un testo di nove proposte che segnassero la rottura su quanto fatto fino a quel momento. A spingere il leader pentastellato, la perdita di centralità del movimento, segnata profondamente anche dalla scissione del suo ex capo politico Luigi Di Maio, preceduta dalla crisi innescata dalla rottura con Davide Casaleggio. Una crisi profonda che Conte ha cercato di risolvere sfogando, all’interno della maggioranza, tutta la sua insicurezza e impreparazione. Alle sue spalle un movimento lacerato e diviso, non convinto fino in fondo di quello che stava facendo. I risultati si sono visti ieri. I grillini ottengono la fine del governo Draghi, ma non riescono neanche ad intestarsi il risultato, lasciando questo spazio alla Lega e a Forza Italia. Il centrodestra di governo per tutto il giorno ruba la scena ai grillini e l’attenzione politica di esecutivo e parlamento si sposta inesorabilmente su Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. La stessa Castellone nel suo intervento in serata per la dichiarazione di voto lo dice: «Leviamo il disturbo». Una parentesi quella dei grillini trattati da ospiti sgraditi dall’inizio e di nuovo alla fine. Giuseppe Conte sparisce tutto il giorno, non parla e si fa vedere poco. A fine giornata esce fuori come uno zombie e parla ai giornalisti: «Ci dispiace perché abbiamo ricevuto insulti. Incomprensibile l’atteggiamento del centro destra. C’è stata una deliberata volontà di cacciarci fuori dalla maggioranza». E continua: «Noi siamo diventati il bersaglio di un attacco politico. Siamo stati messi alla porta». È triste l’ex premier, pensava di essere preso in considerazione e invece è stato preso a schiaffi insieme a ciò che rimane del movimento.Durante la giornata si è anche incontrato con Enrico Letta e Roberto Speranza, in un tentativo inutile di ricucire quel campo largo che gli ha permesso di governare fino all’arrivo di Draghi. Grillo silente assiste alla fine della sua creatura politica. Alessandro Di Battista osserva, forse compiaciuto, dalla Russia quello che accade nel suo (fino ad ora) ex partito. Un esercito di zombie quello dei grillini, politicamente ininfluenti in una crisi che hanno innescato senza avere la capacità politica di portarsela a casa. Le intenzioni del movimento 5 stelle non sono mai state rilevanti per nessuno nella giornata di ieri. Nel 2018 i grillini prendono il 32% dei voti, sono il partito più votato dagli italiani. Per governare però si devono accordare con la Lega ed è in quel momento che smettono di essere per sempre «duri e puri», un cambio di identità graduale ma strutturale che ha portato il suo ex capo politico, Luigi Di Maio, a rinnegare tutto compreso «l’uno vale uno» fondando un nuovo gruppo. Dopo lo strappo i 5 stelle entrano in crisi, rendendosi conto di non avere più né influenza, né lo spirito che li aveva portati a diventare il primo partito d’Italia. Oggi l’inizio della crisi del governo e la crisi del movimento è soprattutto responsabilità di una che da sempre è stata considerata la dura e pura del movimento, Paola Taverna. Qualche giorno fa diceva «li sfonnamo de brutto» ad essere sfondati però oggi sono loro.
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Scioperi a oltranza e lotta politica: dopo aver tubato con Conte e Draghi, il segretario della Cgil è più scatenato che mai.
Emmanuel Macron (Getty Images). Nel riquadro Virginie Joron
L'evento organizzato dal quotidiano La Verità per fare il punto sulle prospettive della transizione energetica. Sul palco con il direttore Maurizio Belpietro e il vicedirettore Giuliano Zulin, il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, il presidente di Ascopiave Nicola Cecconato, il direttore Ingegneria e realizzazione di Progetto Terna Maria Rosaria Guarniere, l'Head of Esg Stakeholders & Just Transition Enel Maria Cristina Papetti, il Group Head of Soutainability Business Integration Generali Leonardo Meoli, il Project Engineering Director Barilla Nicola Perizzolo, il Group Quality & Soutainability Director BF Spa Marzia Ravanelli, il direttore generale di Renexia Riccardo Toto e il presidente di Generalfinance, Boconi University Professor of Corporate Finance Maurizio Dallocchio.