
Sempre più spesso sulle ricevute spuntano voci da 2 a 4 euro per le spese di sanificazione o dei Dpi. Ma non ci sono regole.C'è già chi l'ha battezzata Covid tax. È quella voce, che vale dai due ai quattro euro, che molti consumatori si trovano sullo scontrino quando acquistano un bene o un servizio. Riguarda, in pratica, le spese di sanificazione (ma anche l'approvvigionamento di mascherine, guanti e gel lava-mani) che i commercianti devono sostenere per essere aperti e che inevitabilmente finiscono sulle spalle dei consumatori. Ma, oltre alle spese sui presidi sanitari, le associazioni di consumatori dal 18 maggio (data di riapertura di molti esercizi commerciali) denunciano rincari generalizzati sui prezzi praticati di almeno il 25%. «Stiamo ricevendo decine di segnalazioni», spiega il Codacons in una nota. In testa alla classifica degli aumenti ci sono i bar, con alcuni esercenti - non la maggior parte - che hanno ritoccato al rialzo il prezzo di caffè e cappuccino: al centro di Milano, dove il prezzo medio di un espresso è 1,30 euro, si arriva fino a 2 euro (+53,8%). A Roma (1,10) fino a 1,5 euro (+36,3%). A Firenze (1,40) fino a 1,7 euro (+21,5%). Proprio sul tema dei rincari del caffè e in difesa dei baristi è intervenuto l'Istituto espresso italiano. Affermare che «commercianti ed esercenti scarichino i mancati guadagni e i maggiori costi legati al coronavirus sui consumatori finali», come ha detto il presidente Codacons Carlo Rienzi, «ha il sapore di una critica ideologica non tenendo in debita considerazione la congiuntura economica attuale ma, soprattutto, al di là di questa, i fattori che incidono sul prezzo del caffè al bar». «Rienzi, prima di dire se il caffè è troppo caro dovrebbe informarsi sull'origine del prodotto e sulle le condizioni di servizio», ha sottolineato Luigi Morello, presidente dell'Istituto espresso italiano, «visto che in Italia il caffè al banco è storicamente tra i più economici in Europa e il margine sulla tazzina in questi anni si è notevolmente ridotto: parlare di rincari in modo generico è pura demagogia». Come spiega l'Istituto, il prezzo di un espresso in Italia è tra i più bassi in Europa. In Nord Europa si va da 2,36 a 3,00 euro, in Austria e in Germania tra 1,75 e 1,90, in Francia 1,60, in Spagna 1,39, in Russia e in Polonia 1,50 e in Grecia e in Romania 1,30. Fatto sta che una tazzina al banco costa in diversi casi più di prima. Anche i parrucchieri, in base alle segnalazioni, avrebbero aumentato i listini, con rincari per shampoo, messa in piega, taglio, e altri trattamenti. In base ai costi medi nelle grandi città, il prezzo di un taglio passa da una media 20 a 25 euro (+25%), ma con punte che arrivano al +66%, dove secondo una segnalazione a Milano il taglio donna in un salone è passato da 15 a 25 euro.Il Codacons riferisce anche casi di centri estetici che obbligano i clienti a comprare un kit monouso fatto da kimono e ciabattine al prezzo di 10 euro, come condizione per sottoporsi ai trattamenti. Come spiega l'associazione, siamo di fronte a un «far west illegale che potrebbe configurare il reato di truffa, e contro cui il Codacons presenta una denuncia alla Guardia di finanza e all'Antitrust».Come spiega un'indagine dell'Unione nazionale dei consumatori basata sulla media dei prezzi forniti dall'Istat, a fronte di un'inflazione che nel mese di aprile ha registrato una variazione nulla su base tendenziale e dello 0,1% su base mensile, i prezzi della verdura sono aumentati in media del 6,9% quelli della verdura del 3,7% come le patate, il pane confezionato dell'1,7%, la farina è rincarata dell'1,5%. I prezzi dei detergenti e prodotti per la pulizia della casa sono aumentati dell'1,6%, le uova dell'1,3% (+3,1% annuo), il latte conservato dell'1,2%, altri prodotti medicali come i disinfettanti, dell'1%. «Non è un caso se l'Antitrust ha avviato un'indagine preistruttoria sull'andamento dei prezzi dei generi alimentari di prima necessità, detergenti e disinfettanti. Certo per questi prodotti si è registrato un aumento della domanda, ma questo non può spiegare incrementi dei prezzi così elevati, specie se si considera che si tratta di dati medi e che molti commercianti e supermercati hanno responsabilmente tenuto fermi i listini» afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione nazionale consumatori. Già a inizio maggio, inoltre, il Codacons aveva denunciato anche l'impennata dei prezzi di treni e aerei. Secondo l'associazione, ora «il rischio è che i vettori aerei e le società ferroviarie aumentino i prezzi dei biglietti per far fronte alle disposizioni sulle distanze di sicurezza, che portano treni ed aerei a partire con un numero ridotto di passeggeri riducendo i ricavi per gli operatori», spiega ancora il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. «È inammissibile che le restrizioni legate al Covid ricadano sulle tasche degli utenti, e i prezzi dei biglietti in questo periodo di emergenza andrebbero calmierati ed essere slegati alla domanda, mentre il numero di aerei e treni in circolazione andrebbe raddoppiato. Per tale motivo abbiamo presentato un esposto all'Antitrust, all'Enac e al Ministero dei trasporti, chiedendo di aprire una indagine sulle tariffe nel settore dei trasporti nella fase 2».
Al centro Joseph Shaw
Il filosofo britannico: «Gli islamici vengono usati per silenziare i cristiani nella sfera pubblica, ma non sono loro a chiederlo».
Joseph Shaw è un filosofo cattolico britannico, presidente della Latin Mass Society, realtà nata per tramandare la liturgia della messa tradizionale (pre Vaticano II) in Inghilterra e Galles.
Dottor Shaw, nel Regno Unito alcune persone sono state arrestate per aver pregato fuori dalle cliniche abortive. Crede che stiate diventando un Paese anticristiano?
«Senza dubbio negli ultimi decenni c’è stato un tentativo concertato di escludere le espressioni del cristianesimo dalla sfera pubblica. Un esempio è l’attacco alla vita dei non nati, ma anche il tentativo di soffocare qualsiasi risposta cristiana a tale fenomeno. Questi arresti quasi mai sono legalmente giustificati: in genere le persone vengono rilasciate senza accuse. La polizia va oltre la legge, anche se la stessa legge è già piuttosto draconiana e ingiusta. In realtà, preferiscono evitare che questi temi emergano in un’aula giudiziaria pubblica, e questo è interessante. Ovviamente non si tratta di singoli agenti: la polizia è guidata da varie istituzioni, che forniscono linee guida e altro. Ora siamo nel pieno di un dibattito in Parlamento sull’eutanasia. I sostenitori dicono esplicitamente: “L’opposizione viene tutta dai cristiani, quindi dovrebbe essere ignorata”, come se i cristiani non avessero diritto di parola nel processo democratico. In tutto il Paese c’è la percezione che il cristianesimo sia qualcosa di negativo, da spazzare via. Certo, è solo una parte dell’opinione pubblica, non la maggioranza. Ma è qualcosa che si nota nella classe politica, non universalmente, tra gli attori importanti».
Stephen Miran (Ansa)
L’uomo di Trump alla Fed: «I dazi abbassano il deficit. Se in futuro dovessero incidere sui prezzi, la variazione sarebbe una tantum».
È l’uomo di Donald Trump alla Fed. Lo scorso agosto, il presidente americano lo ha infatti designato come membro del Board of Governors della banca centrale statunitense in sostituzione della dimissionaria Adriana Kugler: una nomina che è stata confermata dal Senato a settembre. Quello di Stephen Miran è d’altronde un nome noto. Fino all’incarico attuale, era stato presidente del Council of Economic Advisors della Casa Bianca e, in tale veste, era stato uno dei principali architetti della politica dei dazi, promossa da Trump.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 10 novembre con Carlo Cambi
Martin Sellner (Ansa)
Parla il saggista austriaco che l’ha teorizzata: «Prima vanno rimpatriati i clandestini, poi chi commette reati. E la cittadinanza va concessa solo a chi si assimila davvero».
Per qualcuno Martin Sellner, saggista e attivista austriaco, è un pericoloso razzista. Per molti altri, invece, è colui che ha individuato una via per la salvezza dell’Europa. Fatto sta che il suo libro (Remigrazione: una proposta, edito in Italia da Passaggio al bosco) è stato discusso un po’ ovunque in Occidente, anche laddove si è fatto di tutto per oscurarlo.






