2021-01-26
Compriamo dal Dragone pure le siringhe d’oro
Sono quelle volute dal commissario per il vaccino. Consegnati appena tre milioni di pezzi sui 158 necessariLe siringhe di precisione che Arcuri sta mandando nei centri vaccinali arrivano dalla Cina. A fornire le luer lock da 1 ml è un’azienda italiana, la Dealfa srl che nemmeno le produce, se le fa spedire dalla terra del Dragone. L’azienda, che ha la sede operativa a Monza e quella legale a Milano, opera dal 1993. Nel sistema «Banca dati dei dispositivi medici» del ministero della Salute, risulta fornitrice dal 2012 di bende in garza, di cerotti in tessuto non tessuto (Tnt) estensibile, di medicazioni per le ferite acute. Da marzo dello scorso anno produce anche tute e occhiali protettivi, mascherine chirurgiche standard, medicazioni in schiuma di poliuretano per tracheostomia, l’intervento che viene eseguito in pazienti Covid. Quando lo scorso 23 novembre era uscito il bando urgente per l’affidamento della fornitura di 157 milioni di siringhe, la Dealfa aveva fatto la sua offerta relativamente al lotto 1, quello per 150 milioni di luer lock da 1 ml «necessarie» (a detta di Domenico Arcuri e del ministero della Salute) per la somministrazione del vaccino anti Covid. Nel decreto di aggiudicazione del 4 gennaio, due sole aziende davano disponibilità a consegnare già per il periodo dicembre 2020 e gennaio 2021. Una era la Redlotus di Hong Kong, che per le prime forniture al 31 dicembre, 15 e 31 gennaio si dichiarava a pronta ad assicurare 20 milioni di luer lock al costo astronomico di 0,44 euro l’una. L’altra era la Dealfa, con un’offerta di 3 milioni di pezzi entro il 31 dicembre al costo di 0,12 euro l’una, di altri 3 milioni entro il 15 gennaio (alla stessa cifra) e di 4,7 milioni il 31 gennaio, a un costo ribassato: 0,06 euro. L’offerta complessiva dell’azienda italiana era di 10,7 milioni di pezzi. Nulla è dato sapere su quante ne abbia volute alla fine il super commissario. «Noi ad oggi abbiamo consegnato circa 3 milioni di siringhe», precisa Stefano de Vecchi, amministratore delegato della Dealfa. «Siamo gli unici a fornirle», aggiunge il manager, lasciando intuire che l’offerta della ditta di Hong Kong non sia stata presa in considerazione dallo staff di Arcuri. Consegna siringhe anche se «il contratto di fornitura non è ancora stato perfezionato». La ditta produce altri dispositivi medici sebbene anni fa vendesse pure siringhe, risultate poi «un articolo non conveniente». Però, «quando i nostri produttori ci hanno detto che c’era questa opportunità (il bando Arcuri, ndr) noi abbiamo partecipato. Una parte della fornitura ce la siamo aggiudicata al costo che avevamo proposto». Non vuole rivelare i nomi dei fabbricanti «li ha il commissario Arcuri», alla richiesta se sono italiani o esteri il manager di Dealfa risponde: «In Italia non ci sono produttori», di luer lock. Sono fabbricate in Cina? «Assolutamente sì», risponde de Vecchi. Il prodotto arriva finito, non da assemblare. A inizio dicembre, Gianluca Romagnoli titolare di Pentaferte, colosso italiano anche sul mercato internazionale di prodotti medicali, aveva spiegato alla Verità le difficoltà nel produrre le luer lock «per le quali occorre progettare uno stampo che non esiste sul mercato europeo». Romagnoli aveva messo in guardia: «Nel frattempo già ci sono importatori cinesi che stanno mettendo sul mercato prodotti di bassa qualità e a prezzo irrisorio». Secondo un esperto del settore, una luer lock da 0,06 euro è «roba di scarsa qualità». Forse invece andranno bene, ma se sono solo 3 milioni quelle consegnate fino ad oggi, si capisce perché molti centri vaccinali stiano protestando costretti a esaurire le proprie scorte ospedaliere. «Ci servono 158 milioni di siringhe e ce ne hanno proposte oltre 1 miliardo», gioiva lo scorso dicembre il commissario. Assicurava: «Un terzo dei prodotti offerti sembrano già registrati nei database del ministero della Salute, quindi possono essere subito commercializzati e utilizzati per la campagna di vaccinazione». In totale sono state consegnate alle Asl 1.853.475 dosi di vaccino, che devono essere utilizzate anche per il richiamo. Quindi sarebbero serviti subito almeno 3,7 milioni di siringhe, se distribuite con il contagocce. Il commissario ne ha mandato in giro di sbagliate, da 5 ml, o troppo poche. Non era meglio se Arcuri inseriva nel bando le insuliniche, che costano 0,04 centesimi l’una, sono ottime per prelevare la sesta dose dalla fiala Pfizer e vengono prodotte in Italia? Si davano soldi alle nostre ditte, assicurando siringhe in tempi utili senza ritardi. Invece le Regioni devono arrangiarsi anche a comprarle autonomamente.