2025-08-13
La religione green reclama i defunti. «I cari estinti? Ottimi fertilizzanti»
Secondo il «British medical journal» è ora di abbandonare la sepoltura e di trasformare i cadaveri in «compost». La civiltà fondata sulla sacralità della vita e sulle necropoli lascia il posto al nichilismo.L’argomento non è affatto nuovo, ma è ritornato alla ribalta a seguito di un recente editoriale della prestigiosa rivista medica internazionale British medical journal, in cui si ripropone, per motivi ecologici, secondo i canoni dell’ideologia green, di abbandonare le tradizionali pratiche di sepoltura o cremazione dei defunti, a favore di pratiche di «compostaggio» del cadavere. Di che cosa si tratta? Il compostaggio è una tecnica utilizzata per trasformare le sostanze organiche in «compost», un prodotto utile come fertilizzante della terra. In pratica, si tratta di un metodo per riciclare gli scarti organici - come avanzi di cibo, scarti di giardino, carcasse di animali - attraverso un processo di decomposizione naturale a opera di micro-organismi (batteri e funghi), con fermentazione aerobica. Gli impianti di compostaggio funzionano «imitando» la natura, accelerando cioè i processi di degradazione, in anidride carbonica, acqua e sostanza organica stabilizzata. In pratica, la proposta è di trattare i nostri defunti come «materiale organico di scarto», utilizzandoli come fertilizzanti. Con l’aggiunta di perseguire il «nobile» obiettivo di un maggiore rispetto per l’ambiente: meno anidride carbonica, niente inquinamento, minor consumo di legno (per le bare) e quindi rispetto per le piante e le foreste, e uso razionale del terreno. Basta cimiteri! Ma non possiamo fermarci qui. Già spunta la proposta di un trattamento ancora più «green» e radicale: l’«acquamazione», detta anche «biocremazione in acqua», già utilizzata nel 1992 per eliminare i resti degli animali infettati dal «morbo della Mucca pazza». Consiste in una pratica di «riduzione» del cadavere tramite immersione in acqua, in apposito macchinario: la salma viene immersa in una soluzione di acqua e idrossido di potassio, a più di 150 gradi centigradi (idrolisi alcalina), per quattro ore. Al termine, i tessuti molli si liquefanno, mentre le ossa- opportunamente tritate - possono essere raccolte in una piccola cassetta da cremazione. La parte liquida viene utilizzata come fertilizzante. È piuttosto costosa - circa 6.000 dollari - ma già si sta lavorando per ricavarne un vantaggio economico non indifferente: utilizzare il carbonio prodotto per produrre diamanti artificiali, accattivandosi la simpatia del cliente con uno slogan di grande impatto emotivo «un diamante è per sempre!». Ancora una volta, ci troviamo di fronte a pratiche figlie di una cultura nihilista e materialista, totalmente immanente, che considera la persona umana un semplice accidente biologico, oltretutto inquinante, che può riscattare e riabilitare il senso della vita grazie alla distruzione e trasformazione del corpo in «compost» fertilizzante. Nessuna trascendenza, nessun «al di là», nulla di ultraterreno, nessuna memoria di fronte a una tomba. Resta soltanto la ben magra «soddisfazione» di aver fatto crescere un po’ di erba in un campo e di aver sfamato qualche mucca o capra. Che tristezza! Un soffitto di cemento che nasconde il cielo; vuoto soffocante e tenebre insopportabili, se anche solo pensiamo come ogni cultura, in ogni tempo e in ogni luogo, ha considerato il rito funebre come un momento fondamentale dell’esistenza umana, al punto che, storicamente, abbiamo attribuito la nascita della civiltà, alla costruzione delle prime necropoli. Stiamo vivendo un vero e purtroppo tragico cambiamento d’epoca, connotato da segnali terribilmente preoccupanti: la vita umana considerata come una merce, che si può manipolare a piacimento, fare e disfare, e il corpo non è altro che un ingombrante fardello di ossa e muscoli di cui liberarsi quando e come si vuole. E pensare che il corpo è proprio lo strumento attraverso il quale cresce e si manifesta la persona: è la condizione necessaria e sufficiente perché esista la persona e con lei il caleidoscopio della sua esistenza. Da qui la dignità del corpo - che non è idolatria del corpo, senza sesso e senza anima - che invoca rispetto e dignità. Siamo nel cuore dell’estate, alla vigilia della Festa della Assunzione di Maria in cielo, con il corpo; come con il corpo il Redentore è risorto e asceso al cielo: il nostro corpo ha una dignità che ci trascende e attende la sua piena realizzazione in cielo. Con il corpo!