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Allentato il cappio green alle aziende: colpo basso a Ursula. Ma lei «festeggia»
Ursula von der Leyen (Ansa)
Riviste le direttive su controlli e certificazioni di sostenibilità. Von der Leyen affonda nell’ipocrisia: «Ora meno burocrazia».

Trovato l’accordo tra Consiglio europeo e Parlamento per tagliare le unghie alle norme sulla cosiddetta sostenibilità aziendale, due direttive che impongono alle imprese pesanti obblighi di rendicontazione e costi connessi. In base alle modifiche, l’Ue restringerà la direttiva sulla due diligence in materia di sostenibilità (Csddd) alle aziende più grandi, quelle con più di 5.000 dipendenti e un fatturato annuo di almeno 1,5 miliardi di euro. L’accordo contiene, inoltre, il rinvio della scadenza per mettersi in regola a luglio 2029, mentre viene abolito l’obbligo di presentare «piani di transizione ai cambiamenti climatici».

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La Cop30 fa solo danni. Nasce l’Inquisizione per chi non si allinea all’allarme sul clima
(Ansa)
L’Unesco crea un tribunale della verità sulla salute del pianeta. Parigi entusiasta e Ong in prima fila nella caccia al negazionista.

Mentre si smantellano le scenografie della sudata e inconcludente Cop30 di Belém, dal polverone emerge l’ennesima trovata antiliberale. L’Iniziativa globale per l’integrità delle informazioni sui cambiamenti climatici (sic), nata qualche mese fa da una trovata dell’Unesco, del governo brasiliano e delle Nazioni Unite, ha lanciato il 12 novembre la Dichiarazione sull’integrità delle informazioni sui cambiamenti climatici, stabilendo «impegni internazionali condivisi per affrontare la disinformazione sul clima e promuovere informazioni accurate e basate su prove concrete sulle questioni climatiche». Sul sito dell’Unesco si legge che l’iniziativa nasce «per contribuire a indagare, denunciare e smantellare la disinformazione relativa ai cambiamenti climatici, nonché a diffondere i risultati della ricerca».

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(Totaleu)

Lo ha detto l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Paolo Inselvini alla sessione plenaria di Strasburgo.

I governi ricordino che il benessere è collegato all’aumento dell’energia utilizzata.

Quattro dritte ai politici per una sana politica energetica.

1 Più energia usiamo, maggiore è il nostro benessere.

Questo è cruciale comprenderlo. Qualunque cosa noi facciamo, senza eccezioni, usiamo energia. Coltivare vegetali, allevare animali, trasportare, conservare e preparare il cibo, curare la nostra salute, costruire le dimore dove abitiamo, riscaldarle d’inverno e rinfrescarle d’estate, spostarci da un posto all’altro, studiare fisica o violino, tutto richiede l’uso di energia. Se il nostro benessere consiste nella disponibilità di nutrirci, stare in salute, vivere in ambienti climatizzati, poterci spostare, realizzare le nostre inclinazioni, allora il nostro benessere dipende dalla disponibilità di energia abbondante e a buon mercato.

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«Le case d’auto non hanno idea di chi siano i loro consumatori»
Nel riquadro, Pierluigi Del Viscovo (IStock)
L’analista Pierluigi Del Viscovo: «A furia di dialogare con la politica, i grandi gruppi si sono illusi di convincere sull’elettrica i clienti. I quali, però, pensano a traffico e parcheggi, non all’inquinamento».
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