2024-10-30
Attacco a Lisei per dirottare la commissione
Marco Lisei e Alfonso Colucci (Imagoeconomica)
Conte continua con l’ostruzionismo e manda avanti il suo fedelissimo Colucci, che se la prende con il presidente dell’organo di inchiesta sul virus per dichiarazioni mai fatte. Intanto la Federazione dei medici diserta la seduta. Sentiti invece i farmacisti.Giuseppe Conte ha mandato avanti il suo fedelissimo Alfonso Colucci, deputato pentastellato, per continuare l’azione di ostruzionismo del Movimento 5 stelle in commissione Covid. Sono almeno tre sedute che, prima delle audizioni, i grillini oppongono questioni procedurali, di solito di competenza dell’ufficio di presidenza, per ritardare o posticipare l’ascolto dei protagonisti della pandemia durante la prima fase, quella per l’appunto gestita da Conte. L’ex premier ha già sottratto molto tempo ai lavori perché come membro della commissione sfugge all’audizione in aula. Due settimane fa la seduta non si è potuta concludere nel tempo prestabilito e i commissari hanno dovuto riaggiornarsi alle sette di sera. Ieri, invece, è stato Colucci a intervenire per sottoporre ai membri della commissione Covid le proteste ufficiali del Movimento su uno sfogo del presidente Marco Lisei (Fdi), poi smentito dallo stesso. Un’imparatina di creanza, quella di Colucci, sulle dichiarazioni di Lisei che «destano in noi grave preoccupazione sullo svolgimento dei lavori di questa commissione». «Non intendo smentire o rispondere su dichiarazioni che non ho fatto e che forse avrei pronunciato, il che è tutto da dimostrare», ha replicato Lisei. Che ha poi ribadito a Colucci quanto dichiarato ieri in un’intervista alla Verità: «Non possiamo andare avanti così, le ricordo l’articolo 9, comma due del regolamento della commissione. Sono neoparlamentare ma non mi è mai capitato in questi due anni - ha osservato Lisei - che venissero ripetuti interventi e richieste che non avessero a che fare con le audizioni». A supporto del presidente è intervenuta anche l’onorevole Alice Buonguerrieri (Fdi), che ha invitato il compagno di partito Lisei ad essere «ancora più fermo nel rimandare all’ufficio di presidenza, ovvero al suo naturale contesto, interventi di questo genere», definendo quello di Colucci «inadeguato». «Applicherò il regolamento più rigidamente rispetto a quanto ho fatto in passato», ha chiuso la polemica (che ha sottratto quasi mezz’ora ai tempi stabiliti per l’audizione) Lisei, per poi passare all’ascolto degli auditi.A proposito di auditi: ieri era presente, come previsto, la Fnopi (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche), rappresentata da Maurizio Zega, ma non si è presentata la Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale (Fimmg), che rappresenta i medici di base operativi nella prima fase della pandemia, quella gestita in nome del protocollo «paracetamolo (prodotto in Italia dal gruppo Angelini con il nome commerciale di Tachipirina, ndr) e vigile attesa». L’audizione della Fimmg, insieme con quella della Fnopi, era stata calendarizzata al 24 ottobre, ma la seduta era stata rimandata perché il presidente Lisei aveva l’influenza. Riconvocata la seduta di ieri, la Fimmg non si è ripresentata all’appello. Casualmente, l’audizione della Fimmg è stata annullata in coincidenza con l’uscita dell’articolo della Verità sulla pioggia di finanziamenti dell’industria farmaceutica percepiti dalla Fimmg e dalla sua società scientifica Metis Srl: 254.720 euro nell’anno della vaccinazione di massa, il 2021 e altri 546.376 euro ancora nel 2023 soltanto da Pfizer, oltre ai 22.000 euro del 2021, 77.398 euro del 2022 e 80.605 euro del 2023 elargiti alla Metis Srl sotto forma di sponsorizzazioni e donazioni proprio dal gruppo Angelini. Al posto della Fimmg è stata audita la Federazione Ordini Farmacisti Italiani (Fofi), rappresentata dal presidente Andrea Mandelli, ex deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera che, rispondendo a una domanda di Alice Buonguerrieri su quale fosse stato il farmaco più venduto nella prima fase pandemica, ha risposto: «Molti antibiotici, questo farmaco (la Tachipirina, ndr), molti antipiretici, pochi antinfiammatori. Non si usava tanto il cortisone all’inizio ma poi, in una seconda fase, si è dimostrato che forse poteva essere un sollievo». Svelato anche il mistero del vaccino Pfizer da tenere congelato: «È vero - ha chiesto a Mandelli il senatore Claudio Borghi - che il vaccino dovesse essere conservato a -80 gradi?». «Sì, era assolutamente necessario», ha replicato Mandelli. «Passando il tempo si è capito che il farmaco era più stabile anche fuori dai -80 gradi, ma all’inizio (ossia nella torrida estate del 2021, quando il vaccino fu somministrato nelle spiagge italiane a 40 gradi all’ombra...) la norma era molto restrittiva per non sbagliare». Altra polemica in aula di Colucci dopo l’audizione del dottor Alberto Donzelli, che ha illustrato ai membri della commissione Covid i due errori chiave della pandemia: l’insufficienza di prove scientifiche sull’efficacia delle mascherine per interrompere la diffusione dei virus respiratori come influenza e Covid e l’uso del paracetamolo (la Tachipirina, ndr) come sintomatico di prima linea, «che in realtà ostacola le difese dell’organismo contro tutte le infezioni e ha perso tutti i confronti con altri medicinali e interventi in studi in cui si è stato comparato». Il pentastellato Colucci ha provato a obiettare che le dichiarazioni di Donzelli non erano in linea con quelle dell’Oms e del ministero della salute, che ancora adesso raccomanda le mascherine negli ospedali. Donzelli ha replicato citando l’infinità di studi randomizzati controllati, mai sufficientemente analizzati dalle istituzioni italiane ai tempi del Covid, concludendo con una citazione di Tom Jefferson, autorevole epidemiologo autore della rivista Cochrane sulle mascherine: «Trust the evidence, not the science, credi alle prove scientifiche e non alla “scienza”, fermo restando che l’Oms - ha ricordato Donzelli - per tutta la prima fase della pandemia ha sconsigliato l’uso delle mascherine».
Robert Kennedy Jr e Orazio Schillaci (Ansa)
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