2023-08-04
L’ente caritatevole prende il maxi affitto dall’esclusivo club di «menti illuminate»
Slitta al 2024 l’inaugurazione dell’americano The Core a Milano. Il circolo per super ricchi è ospitato da un ordine di frati veneti.Correva l’anno 2019, dicembre, a pochi mesi dall’inizio della grande pandemia da coronavirus. Era un altro mondo. Sulle pagine dei quotidiani milanesi, e soprattutto su quelle specializzate in lusso e design, iniziavano a comparire diversi articoli sull’arrivo a Milano di un nuovo club esclusivo e misterioso. Nello spirito della cultura anglosassone, dove le logge massoniche sono spesso un punto di riferimento della società, anche i ricconi del capoluogo lombardo avrebbero avuto uno spazio dedicato completamente a loro, per fare business, migliorare il pianeta e persino ringiovanire.All’epoca, a qualcuno venne subito in mente in mente il film di Stanley Kubrick Eyes Wide Shut, parole d’ordine Fidelio; ad altri, il club dei tagliapietre dei Simpson. Sta di fatto che i titoli e gli articoli avevano subito avuto un impatto notevole sulla cittadinanza. «Il club più esclusivo di New York approda a Milano», titolava il Corriere. E ancora, si leggeva su altri giornali: «Un club dove “menti illuminate”, persone che pensano “out of the box”, possibilmente con un elevato potenziale finanziario e i mezzi per fare la differenza, s’incontrano per cambiare il mondo». Era solo l’inizio della narrazione di The Core Club, club esclusivo newyorchese che sarebbe sbarcato nel centro di Milano, in corso Matteotti al 14, di fronte allo storico caffè Sant’Ambroues, nato, quest’ultimo, nel 1936 e tra le pasticcerie più amate dai milanesi.Nomi dei soci segreti, accesso segretissimo (ma dress code libero), una quota di ammissione di 50.000 dollari e una annuale di 15.000 dollari, cucina super prelibata («pane lavash e il sourdough o la pasta con ragù leggero di capriolo marinato»), punti di ristoro, spazi per fare business e persino una clinica rigenerativa preventiva che «lavora sull’age optimization e la longevità con tecnologie medicali d’avanguardia»: dentro The Core Club si sarebbe potuto trovare di tutto.E i soci ricchissimi, al massimo 500, avrebbero avuto assicurati una certa immortalità, potere e opportunità di business in uno stabile di quasi 4.000 mq, con dentro di tutto tra palestre, sala yoga, biblioteca. Le ideatrici di The Core sono Jennie e Dangene Enterprise: la prima è un’imprenditrice del lusso mentre la seconda è specializzata nel cosiddetto «skincare». Sì, insomma, un’estetista a 5 stelle con il suo salone di bellezza per milionari. «Core significa essenza, ma è anche un’allusione al cuore», è il loro slogan. Su internet si scopre che Dangene «combina tecnologie anti età all’avanguardia».Peccato, però, che nel 2019 la pandemia abbia messo subito i bastoni tra le ruote a delle menti così illuminate. E così è iniziata la lunga via crucis di The Core Club. Tanto che ancora adesso, a più di 4 anni di distanza dai primi roboanti annunci, se si va in corso Matteotti, al 14, si può solo vedere uno stabile impacchettato di grigio, tra detriti e calcinaci, con davanti una scritta sbiadita del mitico locale che sarebbe dovuto sorgere. Eppure, in questi anni, di articoli sui giornali ne sono continuati a uscire diversi. A novembre del 2020, per esempio, durante una delle solite settimane della moda meneghine, ecco una nuova carrellata di articoli su The Core Club, in apertura questa volta alla fine del 2021. Ma anche questa data è stata disattesa.Così arriviamo al 2022: la pandemia è ormai finita, ma per i 4.000 metri quadri che avrebbero fatto ringiovanire i ricchi di Milano ci vuole ancora del tempo. I pezzi sui giornali, però, non mancano mai. Prima si parla di inaugurazione nel dicembre del 2022, poi si passa a maggio 2023. Ne frattempo, continuano a uscire dettagli sulla cucina dove sarà dato spazio alle crudités «con ricciola marinata con alga kombu servita con passion fruit e marmellata di limone salato». Ma ci vorrà ancora del tempo per mangiare l’alga kombu.La Verità, infatti, ha cercato di capire, in queste settimane, che fine avesse fatto The Core Club. E dopo aver scritto, in un primo momento, all’ufficio stampa, ha provato a contattare anche gli uffici di architettura e di ingegneria che si stanno occupando della ristrutturazione dello stabile di corso Matteotti. Dopo cinque giorni, siamo riusciti a ottenere una risposta. Questo è quello che ci è stato inviato: «Milano community received a personal email update from founders Jennie and Dangene Enterprise last month to share that following a comprehensive site review to comply with the new fire safety lawspassed in october, 2022, the site has finally received the greenlight to resume construction. Delivery is now set for the third quarter of 2024».L’inaugurazione, in pratica, è slittata ancora. Se ne parlerà alle fine del 2024. Questa volta a mettere i bastoni tra le ruote a Jennie e Dangene è stata la burocrazia. In ogni caso, l’ufficio stampa di The Core ci assicura che i soci ci sono già, sono 500 e ci confermano che cavilli e nuove leggi hanno evidentemente rallentato I lavori. La Verità ha scoperto, però, anche un altro dettaglio. The Core Club avrà lo stabile di corso Matteotti in affitto. Da visura camerale, infatti, si scopre che il palazzo è della provincia veneta dell’Ordine dei servi di Maria. È un ente ecclesiastico, che, in teoria, offre beneficenza e assistenza religiosa, ma fa anche del commercio di articoli religiosi. E così, tra croci e santi, la parte più importante dell’ente sta nelle proprietà immobiliari e nei terreni posseduti. Calcolando che in piazza San Babila un palazzo di 700 metri quadri viene affittato per 25.000 euro al mese, è probabile che i 4.000 metri quadri di The Core Club possano assicurare una rendita annuale da sei zeri ai servi di Maria.
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