2025-05-04
Gabbie salariali e mini scala mobile, per gonfiare le paghe la Lega balla da sola
Claudio Durigon (Imagoeconomica)
Claudio Durigon: puntiamo ad anticipare l’adeguamento all’inflazione e a dare più agevolazioni a chi ha un posto in città. Nodo risorse.L’idea era in gestazione da tempo, ma sembra che l’incontro con una giovanissima ragazza napoletana che lavora a Milano abbia aiutato e non poco lo stato maggiore della Lega a mettere a fuoco i punti chiave del disegno di legge che punta a incrementare gli stipendi degli italiani. Soprattutto quelli degli under 35. Sara fa la designer grafica e riesce molto bene nel suo mestiere. Lei ne è convinta ma le viene anche riconosciuto dai datori di lavoro. Ha talento e passione, ma il problema è che va avanti di stage in stage, pagati 300-400 euro al mese, da troppo tempo. E non regge più. A Milano, ovviamente, non ce la fa. Affitto, costo della vita ecc. Impossibile tirare avanti e così dopo qualche mese di stenti ha pensato di fare i bagagli per ritornarsene a casa. O puntare a trovare una sistemazione all’estero, in un Paese dove le paghe da 300-400 euro al mese non esistono. Nulla di nuovo e nulla che la stessa Lega non sapesse, ma sembra che il racconto vis a vis abbia indotto Claudio Durigon e compagni, la squadra del Carroccio che sta lavorando al progetto, a ritarare la portata delle nuove norme che hanno l’obiettivo di gettare un masso nello stagno parlamentare e di aprire una discussione costruttiva. Pare che la Lega su questo tema voglia distinguersi da Forza Italia e Fratelli d’Italia. Screzi con gli azzurri? «Assolutamente no», spiega il sottosegretario al ministero del Lavoro, «la nostra sarà un proposta aperta e non penso che ci sia una forza politica, anche dell’opposizione, che possa dire no a un incremento del potere d’acquisto dei salari. Anche per il Pd è una priorità, solo che i democratici sbagliano lo strumento. Pensare di alzare le remunerazioni con il salario minimo è un paradosso. Con il salario minimo a 9 euro lordi si otterrebbe il risultato di abbassare gli stipendi mediani. L’esatto opposto di ciò che serve». Così la Lega si è data tempo un paio di settimane per presentare la proposta. Come detto, uno dei focus, probabilmente il principale, è rappresentato dai giovani e dalla necessità di far rientrare i ragazzi che sono andati a lavorare all’estero. «L’idea», continua Durigon, «è quella di sostituire stage e contratti a tempo, con degli accordi a tempo indeterminato che lascino la possibilità ai datori di lavoro di recedere entro 24 mesi riconoscendo un’indennità di tre mesi al lavoratore». È prevista una flat tax al 5% per 5 anni e l’esonero dei contributi previdenziali a carico dell’impresa per 3 anni. Il modello è quello spagnolo e si va sulla falsariga del vecchio contratto di formazione lavoro. L’obiettivo è eliminare la precarietà. Perché non resti solo uno slogan servono però risorse importanti e per questo i tecnici della Lega sono al lavoro. Anche perché l’ambizione è di estendere il nuovo contratto fino agli under 35. Stima? «Consideri», spiega ancora il vicesegretario federale del Carroccio, «che ci sono già circa 2 miliardi stanziati per le assunzioni dei giovani e molto dipende dal tiraggio. Si tratterà per la gran parte di nuovi assunti, quindi di risorse aggiuntive, ma certamente le aziende vanno compensate. Comunque dovrebbero servire tra i 700 milioni e il miliardo in più rispetto a quanto c’è già in dotazione». Poi c’è la seconda gamba della proposta. Che parte da una mini scala mobile e arriva fino alle gabbie salariali per i contratti di secondo livello. Con ordine. L’idea della Lega è quella di aumentare gli stipendi facendo leva su tre fattori. Il primo è la defiscalizzazione dei rinnovi contrattuali. Poi c’è l’adeguamento in busta paga anno per anno dell’incremento del costo della vita (il massimale è il 2%) come anticipo della futuro rinnovo (la mini scala mobile). E quindi il potenziamento del welfare di secondo livello con una decontribuzione più forte nelle città dove il costo della vita è maggiore rispetto alla provincia (gabbie salariali). «L’anticipo dell’adeguamento dell’inflazione», evidenzia ancora Durigon, «va esteso anche ai 3 milioni e passa di lavoratori del pubblico impiego e ovviamente avrebbe nell’immediato un costo di diversi miliardi che poi però sarebbe recuperato con il rinnovo dei contratti di riferimento. Uno degli obiettivi principali della norma», continua, «è quello di evitare che nei periodi di “vacanza” contrattuale, ci sono casi di contratti non rinnovati per 7-8 anni, il lavoratore debba subire un’ulteriore depauperamento della sua retribuzione». Quindi c’è l’atavica questione delle gabbie salariali che però la Lega declina diversamente dalla solita contrapposizione tra Nord e Sud. «Nella proposta evidenziamo che in tutt’Italia il costo della vita nelle città e superiore a quello delle province, quindi proporremo una diversa decontribuzione dei contratti di secondo livello (per esempio: la soglia di detassazione dei premi di risultato al 5% salirebbe da 2.000 a 5.000 euro) tra Palermo e la sua provincia, così come lo faremo per Milano e le sue aree limitrofe». Sulla seconda parte del provvedimento i costi evidentemente lievitano, ma per avere cifre precise bisogna entrare nei dettagli che ancora non ci sono. «Abbiamo altre due settimane per mettere a punto la norma», chiosa Durigon, «e poi ci saranno tutti i passaggi parlamentari. Siamo aperti a qualsiasi discussione, essenziale però è non trasformare la montagna in un topolino, perché l’obiettivo della Lega è dare uno scossone alla questione salariale che da 20 anni e passa zavorra il Paese».
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