2025-09-04
Ciro Grillo, muore il figlio del giudice: «Ma la capa del Tribunale ci ha chiesto di andare avanti»
Caterina Interlandi, presidente vicario del tribunale di Tempio Pausania (Imagoeconomica)
Il giovane è stato investito dalla metro martedì. L’udienza così è stata spostata al 22, nonostante le pressioni della presidente Interlandi, che voleva la sentenza già ieri.I nostri lettori la ricordano intenta a ballare in un’aula di giustizia sulle note di Hot stuff (Roba piccante) di Donna Summer, la celebre colonna sonora di Full monty. Ma adesso Caterina Interlandi, giudice di grande esperienza, candidata alle ultime elezioni del Comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati nella lista di Magistratura democratica, ha di nuovo attirato su di sé l’attenzione dei media per la presunta mancanza di sensibilità. L’attuale presidente facente funzioni del Tribunale di Tempio Pausania avrebbe messo la produttività del suo ufficio davanti alla tragica morte del figlio di un giudice che lavora con lei. La toga, ieri, ha respinto l’accusa, ma una sua collega, che avrebbe ricevuto l’indicazione di portare a rapida conclusione il processo a Ciro Grillo e a tre suoi coetanei, l’ha contraddetta in pubblico. Martedì a Roma, alla fermata San Paolo della metropolitana, un ragazzo di 22 anni è morto suicida. Le telecamere di sorveglianza hanno immortalato il suo tragico lancio sui binari. Il giovane, che soffriva di depressione, ieri avrebbe dovuto dare un esame alla facoltà di giurisprudenza. Quel giovane era il figlio di Marco Contu, presidente del collegio che, sempre nella giornata di ieri, avrebbe dovuto emettere la sentenza nei confronti di Grillo jr & C.. La terribile notizia sarebbe stata data alla moglie dalla polizia. Ma la donna non avrebbe avvertito subito il marito per consentirgli di portare a termine l’udienza di martedì e forse anche quella di ieri. Nel frattempo Contu ha saputo la verità. Nelle scorse ore qualcuno ha provato ad attribuire ai vertici del Tribunale anche la ritardata comunicazione al giudice del decesso, ma secondo fonti qualificate contattate dal nostro giornale la decisione di tenere nascosta la tragedia a Contu sarebbe stata presa dalla consorte. Giornalisti e legali hanno avuto contezza del lutto mentre attendevano in aula l’inizio dell’ultima udienza e hanno subito iniziato a parlare, con un po’ di enfasi, di «processo maledetto», anche perché il procedimento ha subito, nel tempo, numerosi rallentamenti e il trasferimento di un altro giudice. Martedì a ricevere le condoglianze era stato il procuratore Gregorio Capasso, per un altro grave lutto familiare. Ma la perdita prematura del figlio di Contu ha stravolto i piani e ha scosso gli animi di tutti. L’immediato rinvio dell’udienza era l’esito più scontato. Ma a questo punto è iniziato un grottesco balletto che avrebbe sicuramente offerto a Fabrizio De Andrè, che a pochi chilometri da Tempio Pausania, aveva stabilito il suo buen retiro, materia per una delle sue invettive contro la magistratura. Infatti la necessità di procrastinare l’udienza ha mandato in tilt il Tribunale e, in particolare, sembra, l’Interlandi, che già a luglio aveva insistito per avere una sentenza prima dell’inizio delle ferie, ma, in quel caso, gli avvocati avevano ottenuto il rinvio al 2 settembre, una data che non consentiva ulteriori spostamenti, dal momento che uno dei giudici a latere, Alessandro Cossu, prenderà servizio ad Asti l’8 settembre. Per questo, con sconcerto, abbiamo ascoltato le parole della giudice Marcella Pinna, presidente provvisorio del collegio. La toga si è presentata in aula e ha preso la parola verso le 10.20. E per lei non deve essere stato facile controllare l’emozione e gestire la situazione. Anche alla luce di quanto stiamo per scrivere: «Purtroppo avete appreso la notizia, ora bisogna cercare di trovare una soluzione» ha annunciato. «Oggi sarà un’udienza di rinvio con diversa composizione del collegio». E poi ha lanciato la bomba: «Il procuratore ha appena sentito telefonicamente la dottoressa Interlandi, che è la presidente facente funzione e presidente di sezione, la quale sostiene che il processo debba essere rinviato a domani o comunque (debba tenersi, ndr) il prima possibile, prima della partenza del dottor Cossu». Tra i banchi giornalisti e avvocati hanno iniziato a guardarsi intorno per essere certi di avere sentito bene. Ma il colpo più forte doveva ancora arrivare: «Il presidente Marco Contu ha dato la sua disponibilità, addirittura per oggi» ha riferito la Pinna. Incredula a sua volta: «A me, fuori microfono, sembra», ha confessato davanti a tutti, «una cosa assurda. Dal mio punto di vista, dopo una tragedia del genere (Contu, ndr) non ha la lucidità per decidere in un processo così…». Tra gli avvocati sono iniziati i brusii e la prima che ha preso la parola è stata Antonella Cuccureddu: «Credo che lo stato d’animo nostro sia più o meno simile. Lasciamo perdere quello del presidente che possiamo solo intuire. In queste situazioni tutto il resto è secondario. Il dottor Cossu potrà ragionevolmente essere applicato in una data che consenta a tutti di lavorare con un minimo di tranquillità e anche di dignità…». Le ha fatto eco l’avvocato Giulia Bongiorno, che assiste la presunta vittima dello stupro: «Signor presidente, la parte civile ovviamente si rimette esclusivamente a voi […] qui ci sono cose che vanno oltre l’interesse della parte civile, quindi se tecnicamente il dottore Cossu può venire magari tra qualche giorno anziché domani, ci sembra più umanamente corretto». A questo punto il giudice Pinna ha cercato di trovare una data utile per il rinvio insieme con gli avvocati, tenendo in considerazione che sarà necessaria un’applicazione al procedimento di Cossu (che «parte materialmente domani» ha sottolineato la Pinna), una decisione che, essendo extradistrettuale (dal Piemonte alla Sardegna), dovrà essere vidimata dal Consiglio superiore della magistratura.Il collegio si è ritirato per qualche minuto in camera di consiglio e alcuni dei presenti giurano di avere sentito provenire delle urla dalla stanza, durante una conversazione che i giudici avrebbero avuto al telefono con la stessa Interlandi, utilizzando il vivavoce. Fatto sta che quando la Pinna è rientrata ha confessato, in modo un po’ irrituale, il contenuto della chiacchierata: «Il presidente sostiene che si debba fare domani, ma domani magari ci saranno i funerali di questo povero ragazzo, mi sembra una cosa veramente…». Le facce dei legali, sempre più incredule, si sono parzialmente rasserenate solo quando la Pinna, mostrando una buona dose di coraggio, ha dichiarato che comunque a prendere la decisione finale sarebbe stato il collegio, come prevede il Codice di procedura penale, cioè lei e i suoi due colleghi del momento.L’avvocato Alessandro Vaccaro ha lanciato un duro attacco all’Interlandi: «Quello che mi ha traumatizzato oggi è pensare che un presidente di Tribunale, facente funzioni, possa pensare che una persona venga in udienza il giorno dopo questo luttuoso evento a sentire, mi scuso per il termine volgare, le cazzate, che potrei dire da difensore, rispetto a quello che è successo. È impensabile, è inaccettabile. Tutti ringraziamo il Tribunale per aver accolto le nostre richieste di spostare l’udienza. Comunque con il mio intervento voglio esprimere a nome di tutti la nostra vicinanza al presidente». Un abbraccio virtuale a cui si sono uniti anche Capasso e l’intera Procura. La Bongiorno ha soggiunto: «Vogliamo fargli sapere che abbiamo apprezzato, nonostante questa situazione, il senso del dovere, la disponibilità a essere qui oggi, ma proprio per questo abbiamo detto no grazie. Però l'abbiamo apprezzato».La Pinna, dopo la conversazione con la presidente, ha pure comunicato: «La dottoressa Interlandi sta arrivando e chiederà con urgenza al Csm l’applicazione del dottor Cossu». È quindi partita una piccola discussione per individuare la data migliore. La soluzione è stata riassunta in un provvedimento di due righe, fredde come il marmo: «Il collegio, stante l’impedimento del dottor Contu, presidente del collegio rinvia per i medesimi incombenti l’udienza al 22 settembre alle ore 10.30».Dopo questo piccolo terremoto, durato una ventina di minuti, alcuni cronisti hanno contattato l’Interlandi, la quale ha negato, in modo frettoloso e insoddisfacente, quanto affermato in aula dalla Pinna: «Non ero presente in udienza, non faccio parte del collegio, non ho altro da dire. Non cercate polemiche inutili». Intanto il Consiglio superiore della magistratura ha deciso di vederci chiaro. Come ha spiegato il membro laico di Forza Italia Enrico Aimi: «Sconcerta che si sia anche solo ipotizzato di rinviare il processo a due giorni dal terribile incidente. Allo stato non è chiaro chi sia stato ad avanzare tale richiesta che appare algida e disumana. Il Csm ha il dovere di approfondire questa delicatissima vicenda, anche perché in dubbio c’è uno dei requisiti primari che un magistrato deve possedere, ancora più se svolge funzione direttive e semidirettive: quello dell’equilibrio. Nelle prossime ore depositerò al comitato di presidenza una richiestadi apertura pratica». Anche noi abbiamo provato ad approfondire la vicenda e a ottenere dalla Interlandi una spiegazione più esaustiva. Ricordiamo che nel 2021 ci aveva dato la sua versione sul suo pomeriggio danzante e, seppur un po’ piccata, ci aveva liquidati così: «Che domande assurde… eravamo magistrati e amministrativi, a pranzo, prima di Natale, come si fa in tutti gli uffici. A Tempio sono festaioli, perciò abbiamo cantato e ballato un po’ tra noi. E c’era anche il presidente (del Tribunale di allora, ndr)». Questa volta la dirigente ha preferito glissare di fronte ai nostri semplici due quesiti. Questi: non teme che passi all’opinione pubblica l’immagine di una giustizia insensibile alle tragedie umane? La produttività del Tribunale può ignorare la pietas? Forse non è un caso che tutto questo sia accaduto a Tempio Pausania. De Andrè aveva dedicato un paio di sue celebri ballate proprio ai suicidi. Nei cui confronti, a giudizio di Faber, spesso i vivi non mostrerebbero alcuna pietà.