2022-04-28
Cingolani tenta di aggiustare Ispra un altro pachiderma ambientalista
L’istituto duplica competenze ministeriali col doppio dei dipendenti. Via ex deputato Pd.Nell’organigramma del ministero della Transizione ecologica guidato da Roberto Cingolani sono compresi anche gli 8 enti vigilati. Tra questi, c’è anche l’Ispra. Ovvero l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Un «ente pubblico di ricerca, dotato di personalità giuridica di diritto pubblico, autonomia tecnica, scientifica, organizzativa, finanziaria, gestionale, amministrativa, patrimoniale e contabile», si legge sul sito istituzionale, di cui si avvale il ministro Cingolani «nell’esercizio delle proprie attribuzioni, impartendo le direttive generali per il perseguimento dei compiti istituzionali». In questi giorni l’Istituto ha cambiato il suo vertice. Presidente resta il prefetto Stefano Laporta, ma la direzione generale passa a Maria Siclari che prende il posto di Alessandro Bratti. Una nomina interna, considerando che la Siclari era già capo del dipartimento del Servizio geologico d’Italia dell’Ispra. Ma importante perché segna l’uscita di Bratti dopo quasi cinque anni: ex assessore alle politiche ambientali del Comune di Ferrara, ex deputato dei Ds e poi del Pd nonché ex presidente della Commissione bicamerale di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, era passato dal Parlamento all’Ispra a novembre 2017. Ora torna all’Università di Ferrara come ricercatore al dipartimento di Chimica e Scienze agrarie. La carta interna della Siclari - riferiscono fonti romane - sarebbe stata calata alla fine per mettere d’accordo due fazioni interne all’Ispra: quella che sponsorizzava un nuovo mandato di Bratti e quella che avrebbe sostenuto la candidatura di Maria Carmela Giarratano, considerata vicino al Pd di Nicola Zingaretti ma anche gradita all’area ambientalista del partito, oggi a capo del dipartimento «amministrazione generale, pianificazione e patrimonio naturale» del Mite.Cingolani ha deciso di evitare che l’Ispra diventasse il buen retiro di politici o funzionari della sinistra ecologista? Chissà. Di certo, l’ente presieduto da Laporta conta una struttura di 1.079 dipendenti (considerando solo i contratti a tempo indeterminato) assai corposa e costosa se si considera che quelli del ministero sono circa 600. Con tre dipartimenti (guidati da altrettanti direttori) che hanno competenze assai simili ai tre del ministero ovvero quello per «la valutazione, i controlli e la sostenibilità ambientale»; quello per gli «affari generali e il personale», il dipartimento per il «servizio geologico» e il dipartimento per il «monitoraggio e la tutela dell’ambiente e per la conservazione della biodiversità». Duplicazioni di attività e di parte del personale dipendente assegnato a Ispra e finanziato con risorse dirette da parte del ministero per svolgere le stesse attività che avrebbero dovuto svolgere il Mite e le strutture a supporto e a corredo dell’iniziativa delle direzioni. Diventa quindi un modo per spendere risorse in termini di programmazione, progettazione e individuazione dei fabbisogni ma non di realizzazione degli interventi specifici. Al netto di questo, la macchina va fatta girare coordinandone l’attività anche con le partecipate dello stesso ministero. Proprio in questi giorni, invece, l’ente pubblico di ricerca che di fatto è il principale consulente tecnico e scientifico del ministro Cingolani, ha bocciato diversi aspetti del progetto operativo di bonifica della falda apuana di Massa e Carrara elaborato da Sogesid, società in house del Mite (di cui La Verità si è occupata ieri), e presentato dalla Regione Toscana alla Conferenza dei servizi. L’istituto ha avanzato una serie di contestazioni con un parere non vincolante ma di valore tecnico di cui il Mite dovrà comunque tenere conto. Parliamo di un progetto del valore di oltre 21milioni, di cui 20 finanziati dal ministero, su cui era stato firmato un accordo di programma nel maggio del 2018. Ormai quattro anni fa.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)