L’ex sindaco di Roma con «Quando» e il regista caro ai dem con «Siccità» hanno attinto a piene mani dai fondi pubblici con risultati modesti. Male pure «Comandante» con Pierfrancesco Favino. Valerio Aprea, attore di sinistra, fa mea culpa sui fiaschi ma il compagno Makkox lo zittisce.
L’ex sindaco di Roma con «Quando» e il regista caro ai dem con «Siccità» hanno attinto a piene mani dai fondi pubblici con risultati modesti. Male pure «Comandante» con Pierfrancesco Favino. Valerio Aprea, attore di sinistra, fa mea culpa sui fiaschi ma il compagno Makkox lo zittisce.Le italiche polemiche sui finanziamenti all’industria cinematografica del nostro Paese sono arrivate fino a Cannes. Ci ha pensato il regista Mario Martone, unico italiano presente sulla Croisette con il film in concorso Fuori (con Valeria Golino, Matilda De Angelis, Elodie), rivendicando la lettera-appello firmata da decine di attori e registi (lui compreso) per chiedere un incontro al ministro della Cultura, Alessandro Giuli, per ascoltare le richieste del settore: «L’abbiamo firmata tutti, pensiamo tutti che bisogna fare presto, sappiamo che ci sono cose che si possono migliorare ma è importante capire che c’è un’urgenza anche di carattere sociale e lavorativo, ci sono troppe persone che in questo momento non stanno lavorando».Che il tema sia caldo, per non dire esplosivo, e pure divisivo lo dimostra quanto accaduto sabato sera durante la trasmissione In altre parole, condotta da Massimo Gramellini su La7. Dopo aver fatto dire la sua a Pierluigi Bersani sui referendum (e su molto altro), verso la fine della trasmissione Gramellini ha parlato anche dei sussidi al cinema prendendo spunto proprio dalla pubblicazione quotidiana che fa La Verità dei titoli prodotti in Italia negli ultimi sei anni: dieci puntate, che abbiamo scherzosamente chiamato The flop come se fosse una serie televisiva, in cui sono riportati contributi pubblici, costi di produzione e, soprattutto, i risultati del box office. Che, come si può leggere quotidianamente, fanno piangere. Attorno alla penna del Corriere della sera c’erano gli attori Lella Costa e Valerio Aprea e il fumettista co-conduttore di Propaganda live, sempre su La7, Marco Dambrosio, in arte Makkox. Gramellini chiede ad Aprea, attore schierato a sinistra, cosa ne pensa della pubblicazione che fa La Verità. «Gli piace vincere facile», attacca Aprea, «non è una sciocchezza. Effettivamente, se andiamo a vedere tanti film che facciamo... È un’argomentazione condivisibile. La crisi del cinema italiano bisogna che ce la addossiamo, dobbiamo pensare di fare un prodotto valido sempre in maniera straordinaria. Loro (La Verità, ndr) strumentalizzano una cosa che ha un suo fondamento. Faccio un’autocritica al settore, non è che siamo intoccabili in quanto artisti». Parole di estrema onestà che non sono piaciute a Makkox, che ha rimesso il collega di trasmissione (fanno entrambi parte del salottino rosso di Propaganda) al proprio posto: «Adesso mi alzo e me ne vado», ha detto uno scocciato Makkox, per proseguire così: «Quando finanzi la cultura, non stai comprando un bitcoin, non è un investimento finanziario ma a perdere». La tesi di finanziamenti a pioggia per tutti viene prontamente sostenuta anche da Lella Costa, che dice: «Infatti non si deve stare solo sul mercato, c’è altro della vita».Il punto è proprio questo e i tre artisti dichiaratamente di sinistra lo hanno centrato perfettamente: il settore deve darsi una regolata e iniziare a fare un po’ di autocritica per la pletora di pellicole uscite nelle sale ma che hanno deluso il pubblico (ed è questo il senso dei dati del box office) oppure va bene tutto e la mangiatoia di Stato deve continuare a restare aperta per finanziare tutto e tutti senza tenere conto di quanto prodotto? Perché è semplice: a un giovane alle prime esperienze il credito può anche essere illimitato, per farlo crescere e camminare sulle proprie gambe. Ma se i soldi di tutti vanno a coprire ben oltre la metà delle spese di produzione di un film realizzato magari da un vecchio trombone che piace alla gente che piace ma che non piace a tutti gli altri (il grande pubblico), beh, qualcosa da rivedere in questo meccanismo forse c’è.I numeri, come sempre, rivelano molto. Per esempio che Pierfrancesco Favino è il protagonista di uno dei maggiori flop che riportiamo nella tabella della pagina accanto: il film Comandante di cui è protagonista (che racconta le gesta di Salvatore Todaro, comandante del sommergibile Cappellini durante la Seconda guerra mondiale) e diretto da Edoardo De Angelis, è costato 15,6 milioni di euro, di cui 6,4 coperti dal pubblico, e ha incassato «soltanto» 3,6 milioni. Ha fatto molto peggio di La stranezza di Roberto Andò con Ficcarra e Picone e Toni Servillo, che ha racimolato 5,7 milioni a fronte di 10 di costi di produzioni coperti da denari pubblici per 3,7 milioni. Incassi comunque alti, figli anche delle uscite nelle sale avvenute a pandemia finita, con le restrizioni per il Covid messe in soffitta. Un gettone da quasi 1,2 milioni per Walter Veltroni non manca mai. Il suo Quando, costato 2,7 milioni, ha incassato nelle sale 620.000 euro. A Paolo Virzì e al suo Siccità con Silvio Orlando, Valerio Mastrandrea e Monica Bellucci, 4,4 milioni ministeriali per coprire gli oltre 11 milioni spesi per la produzione sono arrivati. Peccato che nelle sale abbia tirato su 1,8 milioni. Double soul è una pellicola scritta e diretta da Valerio Esposito: per coprire i 3,8 milioni di costi di produzione sono arrivati dallo Stato 1,7 milioni. In sala è andata malissimo: ha staccato biglietti per 6.861 euro. Volare di Margherita Buy ha realizzato in biglietteria 677.000 euro (è costato 3,7 milioni, 1.8 dei quali «pubblici»), Non sono quello che sono di Edoardo Leo ha toccato quota 125.000 euro al box office, ampiamente insufficienti per coprire i 3,8 milioni di costi (1,4 coperti da Pantalone). Performance da horror per The cage - La gabbia: costato 2 milioni di euro, è stato coperto per oltre la metà da finanziamenti statali. Al botteghino, però, c’è stata la sentenza: 2.415 gli euro raccolti.Domani la settimana puntata: occhio ai rampolli torinesi e ai guru della sinistra.
Leone XIV (Ansa)
Nella sua prima intervista, il Papa si conferma non etichettabile: parla di disuguaglianze e cita l’esempio di Musk, ma per rimarcare come la perdita del senso della vita porti all’idolatria del denaro. E chiarisce: il sinodo non deve diventare il parlamento del clero.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.
Ansa
Dopo il doppio disastro nella corsa alle rinnovabili e lo stop al gas russo, la Commissione avvia consultazioni sulle regole per garantire l’approvvigionamento. È una mossa tardiva che non contempla nessuna autocritica.
2025-09-16
Dimmi La Verità | Alessandro Rico: «Le reazioni della sinistra all'omicidio di Charlie Kirk»
Ecco #DimmiLaVerità del 16 settembre 2025. Insieme al nostro Alessandro Rico commentiamo le reazioni della sinistra all'omicidio di Charlie Kirk.