2024-04-23
La Cina fa incetta di alluminio e rame e aumenta i costi della transizione Ue
Il prezzo dei due metalli, fondamentali per lo sviluppo dell’elettrico, si impenna in seguito alle politiche di Pechino, che riempie le sue scorte e contingenta l’export del prodotto raffinato. Rincara pure il nichel.Il prezzo del rame decolla, quello dell’alluminio pure e l’Europa non si sente tanto bene, per parafrasare la celebre battuta di Woody Allen. I due metalli fondamentali per la transizione, cui si aggiungono nichel, stagno e zinco, salgono per i forti acquisti cinesi, tesi ad accaparrarsi i metalli, ed anche per le strategie di regolazione dell’offerta messe in atto. Mentre l’Unione europea discute in punta di fioretto del rapporto sul mercato unico presentato da Enrico Letta, nonché del discorso di Mario Draghi sulla competitività, il mondo va avanti e Bruxelles resta al palo. Con Bruxelles, resta al palo tutta l’Europa, invischiata in una discussione su politiche industriali che ci consegnano strategicamente nelle mani della Cina. Il disegno di monopolizzazione delle materie prime in atto da parte di Pechino ha molto più a che fare con la geopolitica che con il commercio. Sul London Metal Exchange (Lme) il rame era quotato ieri attorno a 9.830 dollari a tonnellata, ai massimi da giugno 2022. Sulla corsa al rialzo del rame influiscono certo i volumi delle transazioni finanziarie che si sono aggiunte in scia ai rialzi, ma un ruolo importante è giocato dalla Cina. Infatti le scorte cinesi, secondo i dati dello Shanghai Futures Exchange, sono in continua crescita e sono ai massimi dai tempi del Covid (2020), pari a circa 300.000 tonnellate. Sul prezzo del rame influiscono anche le mosse del cartello delle fonderie cinesi, che nelle scorse settimane ha attuato una strategia di limitazione della produzione al fine di recuperare marginalità. Dalle fonderie cinesi dipende il 50% circa della produzione mondiale di rame raffinato, pari a circa 13 milioni di tonnellate. Il grande sviluppo di queste ha portato ad un eccesso di capacità, rispetto alla disponibilità del minerale grezzo, che la Cina importa in grandi quantità. Mentre le miniere mondiali faticano a fornire la materia prima, le fonderie cinesi hanno deciso di non farsi la guerra tra loro per accaparrarsi il minerale e hanno contingentato la produzione. Le stime di consumi di rame per supportare la produzione di auto elettriche, l’elettrificazione dei consumi, le energie rinnovabili e l’intelligenza artificiale parlano di almeno 10 milioni di tonnellate all’anno di domanda aggiuntiva. Una stima che deve fare i conti con la limitatezza delle risorse minerarie disponibili e con il fatto che gli investimenti nelle miniere sono molto ingenti e richiedono tempi lunghi. In questo iato che si crea, la Cina ha buon gioco nel regolare l’offerta.L’alluminio era quotato ieri 2.661 $/T, ai massimi da due anni a questa parte, per la forte domanda cinese, legata soprattutto agli sviluppi interni della rete elettrica, a sua volta sollecitata dalla crescita economica e dal forte sviluppo delle fonti rinnovabili. Interessante notare come la Cina abbia trasferito una buona parte della produzione di alluminio nello Yunnan, per sfruttare le ampie disponibilità di energia idroelettrica di questa provincia ed aggirare così il problema dei dazi europei sulla CO2 (il meccanismo Cbam). Ma il sistema elettrico locale è entrato in crisi per i carichi elettrici eccessivi e per via della scarsità idrica che ha colpito la regione, mettendo così a rischio gli obiettivi di produzione cinesi.Anche il nichel, indispensabile alla produzione di acciaio, è in grande spolvero sui mercati ed ha toccato un massimo a 19.550 $/T, in netto rialzo e ai massimi dallo scorso settembre. A influire sul rialzo vi è la decisione dell’Indonesia di limitare l’export del minerale per avviare una industria nazionale di raffinazione. Ma soprattutto sono gli acquisti cinesi a fare la differenza. È di venerdì la notizia che la National food and Strategic Reserves Administration cinese sta progettando di acquistare ingenti quantità di ghisa al nichel.Ma non è tutto. Nel primo trimestre di quest’anno le importazioni cinesi di minerale di ferro sono cresciute moltissimo, a 310 milioni di tonnellate (+5.5% rispetto allo stesso periodo del 2023), mentre è calata la produzione di acciaio grezzo. Una divergenza che può essere dettata da una strategia di aumento delle scorte. La Cina produce circa 1 miliardo di tonnellate all’anno di acciaio, il 50% della produzione mondiale.Anche lo stagno ha toccato ieri il valore più alto da circa due anni a questa parte, avendo raggiunto 36.050 $/T. Su questo metallo pesano le incertezze sulle politiche commerciali dell’Indonesia, che da sola fornisce quasi il 20% della produzione mondiale, oltre che il netto calo delle scorte depositate presso il Lme, ai minimi dallo scorso luglio.Durante lo scorso weekend i governi di Washington e di Londra hanno imposto alle due borse dei metalli Chicago Mercantile Exchange (Cme) e London Metal Exchange (Lme) di non accettare nuovo alluminio, rame e nichel di produzione russa nei loro depositi, vietando l’importazione dalla Russia di tali metalli. Se pure il bando non riguarda i metalli già circolanti, si tratta di una limitazione che comunque sta già avendo effetti sulla liquidità dei mercati. Ieri intanto Bernd Schaefer, capo della Eit Raw Materials (un’entità finanziata dalla Commissione europea), ha detto che banche e aziende europee dovrebbero aumentare gli investimenti nei minerali critici. Tali investimenti, infatti, in Europa sono pari a zero, cosa che rende assai difficile raggiungere gli obiettivi «ambiziosi» che la Commissione europea si è data. Ovvero, per il fabbisogno annuale dei 34 materiali critici, avere il 10% estratto, il 25% riciclato e il 40% lavorato in Unione europea. Vaste programme, avrebbe detto Charles De Gaulle.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.