2021-01-02
Ci trattano come sudditi da blandire. Sull’epidemia vogliamo trasparenza
Zittiscono, in quanto «negazionista», chi propone delle soluzioni scientifiche, seppur controcorrente. Se l'autorità esige obbedienza, anziché manipolare, convinca tramite la forza della verità.Il Covid ha avuto un effetto originale su molti di noi: ci ha trasformato in filosofi. In queste ultime settimane ci siamo sentiti obbligati a domandarci se, per affrontare il problema Covid, qualcuno che ha autorità pensi che la libertà sia insostenibile per noi, povere creaturine. Ci siamo anche domandati quanto una crisi di autorità possa esprimersi in crisi di verità, se non promuove la trasparenza necessaria per conquistare la fiducia e porre fine a timori ed equivoci.Fëdor Dostoevskij, ne I fratelli Karamazov, nel capitolo «La leggenda del Grande Inquisitore», immagina un nuovo processo a Cristo fatto 15 secoli dopo dal Grande Inquisitore, che gli rimprovera di aver voluto portare la libertà all'uomo. Ma l'uomo, spiega l'Inquisitore, non solo non sa usufruire della sua libertà, ma neppure la vuole, perchè la libertà comporta responsabilità e doveri, mentre l'uomo preferisce esser senza regole e doveri. L'Inquisitore spiega anche a Cristo che l'uomo, così debole, necessita di una autorità forte che gli dia solo soddisfazioni materiali imponendogli obbedienza, perchè la natura degli uomini desidera esser asservita e guidata da una autorità. La libertà è la cosa più funesta di questo mondo, dice ancora l'Inquisitore a Cristo, e lo rimprovera di non aver accettato l'offerta del «tentatore», dopo il digiuno nel deserto, che gli proponeva ricchezze, onori e potere, grazie ai quali (il cristianesimo) avrebbe avuto un impero mondiale e pace per tutti, ovviamente sotto la guida e dominazione della coscienza degli uomini da parte del «tentatore . In questi giorni riflettendo sulla situazione Covid, vaccini, reset e la manifesta rassegnazione dei più, molti di quelli che si son sentiti trasformare in filosofi, si stanno chiedendo se l'Inquisitore avesse avuto ragione pensando che l'uomo preferisca esser guidato-dominato, piuttosto che obbligato a vivere responsabilmente la propria esistenza, senza rinunciare ad esser protagonista. Certo la paura, le norme antipaura, i castighi previsti e minacciati, persino il ricatto alle coscienze, sono scusanti. Ma perché, ci domandiamo, sono necessari? Capiamo che quando ci si trova di fronte a una crisi grave, complessa da intendere e difficilmente risolvibile, può sorgere una crisi di autorità da parte di chi esercita il potere, che a sua volta impaurito, può arrivare all'eccesso di considerare un rivoltoso e sovversivo chi domanda spiegazioni. Può anche arrivare a proibire il dissenso, preoccupato di dover ammettere magari che non sa che pesci pigliare, e perdere così credibiltà e autorità. Aiutiamolo. Aiutiamo questa autorità a riflettere. In un sistema che attua modelli autoritari, considerandoli necessari e opportuni, ciò che rischia di perdere importanza è la verità. Diventa verità ciò che conviene sia considerato vero, per imporlo alle coscienze. Ma quando una soluzione a un problema si deve imporre grazie alla autorità, è perchè le soluzioni non sono probabilmente vere. Se lo fossero non sarebbe necessario imporle, basterebbe spiegarle con trasparenza. Non farlo, significa rischiare di produrre sudditi rassegnati o ribelli. Nel caso specifico di pandemia da Covid e vaccino, per quale ragione nei dibattiti proposti dai principali media son state solo presentate le opinioni di illustrissimi scienziati che hanno dato interpretazioni inquietanti e non abbiamo invece mai assitito a un confronto con altrettanti illustri scienziati, che son stati costretti a dare interpretazioni diverse e più consolanti solo attraverso media semi sconosciuti? Data l'importanza del problema, perché nessuno ha la volontà e il coraggio di organizzare un confronto pubblico tra le due tesi opposte nelle diagnosi e prognosi? Molti di coloro che vengono connotati come «negazionisti» (somiglia tanto a quanto avviene in materia di fede additando i tradizionalisti), mi paiono essere piuttosto «curazionisti», che propongono cure mediche, anche sperimentate, non magie da sciamani. Perché rifiutarsi di farlo? Perché oltre alle sollecitazioni emotive di vaccinarsi per amore al prossimo o per il bene comune, non possiamo ascoltare e verificare il confronto tra le opposte opinioni di come salvare la nostra vita? Chi ci governa ha oggi una grande opportunità, quella di acquisire la nostra fiducia: l'obbedienza è frutto della fiducia, non della paura. Non è logico imporre una soluzione (vaccino) per un vago amore per il prossimo o un vago bene comune, così come non si può forzare una persona a esser buona e generosa. San Giovanni Paolo II scrisse nel 1995: «La verità non si impone che per la forza stessa della verità» (Giovanni Paolo II, Ut unum sint, 3) . Come si sente oggi il bisogno del conforto dell'autorità morale!
Charlie Kirk (Getty Images)