2021-08-07
Churchill alla Raf: «Non bombardate chi fa il gorgonzola»
Il premier britannico era goloso del formaggio «protagonista» di libri e film. E sulla cui nascita c’è una disputa fra tre leggendeÈ l’indiscusso sovrano degli erborinati italiani, uno dei principi europei di sangue (muffa) blu. Il gorgonzola dop è nella hit parade dei formaggi più conosciuti al mondo. Dopo il grana e a pari merito, o quasi, con mozzarella e pecorino, è il cacio italiano più venduto all’estero, soprattutto in Inghilterra, Francia, Germania e Svizzera, Paesi che lo apprezzano da almeno due secoli.Il gorgonzola è il Jacobs dei vaccini a pasta cruda, il Tamberi dei formaggi di muffa nobile, penicillium glaucum o roqueforti che sia. Se ci fossero le olimpiadi dei formaggi verde-blu, tra il nostro gorgonzola, il francese roquefort e lo stilton made in England ci sarebbe una finale all’ultimo secondo di gusto, all’ultimo centimetro di sapore. Winston Churchill, l’uomo che salvò l’Inghilterra nella seconda guerra mondiale, raffinato gourmet, non avrebbe avuto dubbi: tra lo stilton e il gorgonzola avrebbe assegnato la medaglia d’oro al verde italiano di cui era ghiotto. Gli piaceva così tanto da ordinare ai piloti della Raf di non bombardare i paesi italiani dove si produceva il gorgonzola. Temeva, oh my God, che le bombe rallentassero o addirittura bloccassero la fabbricazione dell’amato formaggio.C’è una disputa tutt’ora irrisolta tra gli storici della cucina italiana sulla data di nascita del gorgonzola. Chi dice che è nato nel IX secolo, chi nell’XI, chi, citando le fonti, lo colloca a Gorgonzola, la cittadina che gli ha dato il nome, nel XV secolo. Ma è soltanto a fine Settecento e più ancora nell’800 che il re degli erborinati italiani si procura una fama che corre di bocca in bocca in tutt’Italia fino ad uscire dai patri confini. Il gorgonzola chiamato inizialmente crescenza o stracchino verde perché prodotto col latte di vacche stracche per la lunga transumanza, vanta origini leggendarie. Una prima storiella parla di un giovane casaro distratto dalle pene d’amore che dimentica la cagliata appesa a sgrondare il siero. Il mattino dopo cerca di rimediare l’errore unendo la cagliata vecchia a quella fresca. La sorpresa arriva a stagionatura finita quando, al taglio, il formaggio si presenta con una muffa verdognola. Il giovane innamorato assaggia col dito, come Antonino Canavacciuolo nella pubblicità televisiva, quella pasta morbida, verdastra e, doppia sorpresa, la trova ottima, molto più buona della normale crescenza.La seconda leggenda è legata ad un oste scorretto che, pagato da alcuni casari con alcune forme di stracchino, le dimentica in cantina. Quando se ne ricorda le trova ammuffite. Pur di non rimetterci le serve ad alcuni avventori pronto a fare l’indiano in caso di lamentele. Arrivano, al contrario, lodi e richieste di bis. Massimo Alberini nel libro I Formaggi, edito da Sansoni nel 1969, riporta una terza leggenda con protagonista Carlo Magno. All’imperatore, ospite dei monaci dell’abbazia di Saint Gall in Svizzera, fu offerto un formaggio con striature verdi di muffa che cercò di togliere con un coltello. L’abate lo convinse che il buono stava proprio in quelle striature. Carlo Magno lo ascoltò e rimase conquistato dal sapore, a tal punto che chiese all’abate di fargli recapitare ogni anno due casse di quel formaggio persillé, «prezzemolato». «La realtà è meno pittoresca», scrive Alberini. «Ovunque nel mondo accanto alle lavorazioni tradizionali del formaggio ve ne sono altre in grado di sfruttare la capacità di rapida diffusione, nella cagliata, di una muffa alimentare dovuta al fungo penicellium glaucum specie se le forme sono collocate in ambienti freddi e umidi. Base della lavorazione è la miscela di due cagliate, una del giorno prima, l’altra appena prodotta: la diversa acidità favorisce lo sviluppo della muffa presente negli ambienti di maturazione».La lavorazione del gorgonzola prevede oggi l’aggiunta al latte pastorizzato di fermenti lattici e penicellium. Dopo le operazioni di cagliatura, salatura, bucherellatura da ambo i lati per favorire la penetrazione della muffa fungina e di stagionatura, il Grande Verde è pronto per soddisfare i golosi palati internazionali che non accettano gorgonzola tarocchi. Ci hanno provato una ditta bavarese a falsificarlo producendo un improbabile Cambozola, il Giappone col Gorgonzola made in Japan, gli Usa con una raffica di verdi taroccati: Belgioioso crumbly gorgonzola, Italian blue cheese, Treasure cave, Cheese torta... Per difenderlo dai tarocchi il Consorzio del gorgonzola dop si batte come Perry Mason. Lo ha portato perfino alla Casa Bianca quando presidente era Barack Obama. Il predecessore di Donald Trump, dopo averlo gustato, ha ammesso convinto: «Italian zola is better».Il gorgonzola, grazie alla sua tipicità, gode di ottima letteratura, non solo in Italia. L’astronomo francese Joseph Jerome de Lalande lo cita nel Vouyage en Italie, 1763, illustrando i fertili pascoli della Lombardia e gli eccellenti formaggi della zona di Gorgonzola. Arnad Florent Pouriau nel trattato Laiterie, 1872, dedica pagine ai principali formaggi francesi ed esteri riservando un capitolo al fromage de Gorgonzola. Alessandro Manzoni gioca sul nome del paese e del formaggio nel 16° capitolo dei Promessi Sposi. Renzo, in fuga da Milano, si ferma a mangiare qualcosa in un’osteria dove una vecchia ostessa gli dà da mangiare dello stracchino e lo informa sulla strada per Gorgonzola verso cui il Tramaglino si dirige: «E col nome di Gorgonzola in bocca, di paese in paese, ci arrivò, un’ora circa prima di sera». Gioachino Rossini, ghiotto di gorgonzola che il marchese Antonio Busca gli faceva recapitare a Parigi lo ringrazia in una lettera per «due stracchini ricevuti». «Mi procurano la dolce reminiscenza della augusta madre sua che fu la prima a farmi gustare i nobili prodotti di Gorgonzola. Oh tempi felici! Oh gioventù!».Ispirati dal formaggio con la muffa più che da una musa, lo celebrano Stendhal, Giosuè Carducci, Hermann Hesse, Alberto Moravia, Carlo Emilio Gadda. James Joyce nell’Ulysses, racconta che Leopold Bloom, il protagonista, scappa disgustato dai «porci a tavola» del ristorante Burton rifugiandosi in un tranquillo locale dove mangia un tramezzino al gorgonzola. Gianni Brera accosta il formaggio al toscano, «gorgonzola dei sigari». Herman Hesse, ghiotto di gorgonzola, lo mette in bocca a diversi suoi personaggi arrivando a descrivere il colorito di una pittrice italiana «simile al gorgonzola». Non ci pare un gran complimento.Aristocratico tra gli aristocratici, il gorgonzola era a bordo del Titanic durante l’unica, tragica traversata nel 1912. Veniva servito a fine pasto ai danarosi passeggeri della prima classe. Star tra le star di Hollywood trionfò nel 2009 alla cena degli Oscar presenti Kate Winslet, Penelope Cruz, Sean Penn e Danny Boyle, regista del pluripremiato The Millionaire. Clint Eastwood iniziò ad apprezzarlo mentre girava gli spaghetti-western. Al cinema, del resto, il gorgonzola ci è abituato avendo recitato in diversi film. Lo ritroviamo nel Mistero del cadavere scomparso, un giallo satirico, un detective (Steve Martin) sventa il piano di un gruppo neonazista che vuol fabbricare un’arma in grado di sciogliere le città con le muffe del formaggio italiano. Nel film d’animazione Alla ricerca della felicità, Geronimo Stilton, topo giornalista-investigatore (notate il cognome), batte il record mondiale di abbuffata mangiando 100 piatti di gorgonzola. Il tributo maggiore al gorgonzola lo dà il film Benvenuti al sud nel quale il protagonista Claudio Bisio è un confratello, con tanto di mantello color oro, dell’Accademia del gorgonzola custode delle tradizioni e della bontà dell’autentico formaggio verde.Le Poste italiane nel 2011 nella serie tematica dedicata al Made in Italy e curata dal bozzettista Angelo Merenda (nomen omen) hanno dedicato al gorgonzola il francobollo da 60 centesimi.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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