2024-08-30
L’11°comandamento è accogliere? Ecco gli edifici del Papa da usare
Papa Francesco (Getty Images)
La Chiesa possiede molti conventi e grandi seminari non utilizzati, ma non li mette a disposizione dei migranti. Preferisce trasformarli in hotel di lusso (Milano). O fare concorsi di idee (Verona). Noi un’idea ce l’avremmo...Per obbedire al Papa, che ha definito «peccato grave respingere i migranti», ci sono tante belle strutture della Chiesa pronte ad accoglierli. L’ex seminario di San Massimo, a Verona, è sicuramente uno dei complessi più indicati, per superficie (17 ettari di terreno) e un articolato complesso di edifici (42.000 metri quadrati), di proprietà della Diocesi. Inaugurato nel 1960, arrivò a ospitare fino 700 seminaristi, poi la crisi vocazionale ha ridotto il vivaio di giovani sacerdoti in un campo deserto. Il vescovo della città Scaligera, Domenico Pompili, un anno fa decise così di metterlo a disposizione del miglior offerente e organizzò un concorso di idee assieme all’imprenditore Sandro Veronesi, presidente di Oniverse (nuovo nome del Gruppo Calzedonia) e della Fondazione San Zeno. Il bando, aperto da dicembre 2023 a marzo 2024, si è concluso con la scrematura di 73 progetti e la proclamazione a giugno delle tre migliori proposte, un mese dopo la visita a Verona del Pontefice. Bergoglio è da sempre in sintonia con l’ex parroco della chiesa di San Paolo in Altari diventato vescovo di Rieti, per molti anni portavoce della Conferenza episcopale italiana (Cei) prima di approdare in riva all’Adige. Le comunità Laudato sì di Pompili (tra i prossimi appuntamenti nel Veronese c’è un incontro dal titolo «Svincolarsi dal cappio dell’energia fossile»), hanno rafforzato il legame con il Papa argentino.Vincitore del concorso di idee lanciato dalla Diocesi è risultato «Seminario Extra: seminare educazione e crescere comunità», di Pool landscape e un gruppo di architetti, che meglio avrebbe risposto alle tematiche raccomandate nel bando. Tra queste, «l’accoglienza e la solidarietà come modelli relazionali», e una particolare attenzione alla «sostenibilità, la tutela ambientale e la cura del paesaggio». Quindi, la strada è aperta per ospitare migranti offrendo loro quel «modello di accoglienza» tanto caro a papa Francesco. Nell’ex seminario di Verona potrebbero anche lavorare dignitosamente, occupati nel «nuovo ciclo legato all’istruzione e alla formazione rispetto all’agricoltura sostenibile - dalle coltivazioni idroponiche indoor all’agro-forestazione - nell’ottica delle sfide poste dal cambiamento climatico e delle opportunità che la digitalizzazione e il progresso tecnologico offrono», come afferma il progetto selezionato. La stessa Chiesa di Verona, nel pubblicare il bando, aveva sottolineato che era «interesse della proprietà», quindi suo interesse, che la trasformazione dell’ex seminario «non perda la “vocazione” che per decenni ha caratterizzato la vita in questo spazio e cioè l’utilità sociale della funzione che ha espresso. Interesse collettivo e utilità sociale restano princìpi rispetto ai quali si chiede che le idee si misurino trovando forme nuove e contemporanee di traduzione». E pazienza se l’allora vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Carraro, quando il 6 giugno 1960 inaugurò la struttura alla presenza di 500 sacerdoti, aveva un’altra idea delle finalità della nuova realizzazione: «Conservare e arricchire l’anima di questo corpo, che sono gli alunni». A Verona ci saranno ormai forse una trentina di seminaristi, avere sacerdoti non sembra corrispondere all’interesse collettivo e allora che la struttura accolga coloro che non devono essere respinti, secondo il Comandamento del Papa».D’altra parte, anche il vescovo della Diocesi di Adria-Rovigo, Pierantonio Pavanello, ha detto una settimana fa di essere «assolutamente a favore» della sistemazione di 30 migranti nell’ex seminario dei Frati cappuccini. E nel 2015 Casa Scalabrini a Roma, fino a due anni prima sede di un seminario teologico, diventò una casa per rifugiati. L’idea, nata nel 2013 in seno alla congregazione dopo il richiamo di papa Francesco ad aprire i conventi ai rifugiati, è stata poi sostenuta da fondi dell’Elemosineria Vaticana e della Conferenza episcopale italiana.Tornando in Veneto, nell’agosto del 2020 si concluse la vendita da parte della Diocesi di Padova dell’ex seminario di Tencarola alla società Trifoglio di Bergamo, per 10 milioni e 700.000 euro. Secondo l’accordo stipulato nel 2011, nell’area di circa 360.000 metri quadrati, ormai svuotata di seminaristi, erano previsti alloggi, un grande centro commerciale, palestre, centri fitness. Non se ne fece nulla, l’area ha subìto un forte degrado, ai primi di agosto l’amministrazione comunale di Selvazzano ha detto che accoglierebbe a braccia aperte il nuovo polo ospedaliero padovano. Poteva essere un’altra sistemazione per migranti. Così pure l’ex seminario vescovile di Potenza, trasformato in ostello della gioventù con delibera del 2021.Certo, se la Chiesa punta alla rendita dei suoi immobili come è accaduto con l’ex seminario arcivescovile di Corso Venezia a Milano, allora posto non ne troverà per rifugiati e richiedenti asilo. Era il 24 luglio 2016 quando ChiesaMilano.it, portale della Diocesi Ambrosiana, scriveva a proposito della struttura rimasta attiva fino al 2002: «Con un adeguato contratto di affitto come quello che si potrà sottoscrivere, la sede di corso Venezia, che già da ora è una perdita economica per il seminario, diventerà invece una sorgente di reddito». Nel dicembre del 2018 il Comune di Milano diede il via libera per trasformare in un polo del lusso il monumentale complesso architettonico istituito da San Carlo Borromeo e inaugurato nel 1565. «Quasi nascosto dal tessuto storico di corso Venezia, si accede attraverso il portale barocco col motto borromaico, humilitas, in sommità, arretrato rispetto a filo di strada», si legge sul sito di Lombardia Beni culturali. Il 14 dicembre 2022, Leonardo Ferragamo, presidente di Lungarno Collection, inaugurava con il sindaco Giuseppe Sala Portrait Milano, un’area area che «diventa una nuova destinazione in città dedicata all’hotellerie di lusso, allo shopping e al benessere», scriveva Vogue Italia. «Un hotel di lusso nel seminario più antico d’Europa», lo definiva Domani. Chissà quanti altri ex seminari rimasti vuoti possono accogliere migranti.
Carlotta Vagnoli (Getty Images)