2020-03-08
Controlli ai confini
e blocchi all’export. Addio a Schengen e Maastricht?
Da domani, anche a Tarvisio, controlli a campione sugli italiani. Con temperatura oltre i 37.5° si verrà rispediti indietro. Vienna valuta anche lo stop ai voli con l'Italia.Da domani gli italiani che passeranno in auto da valico del Brennero e del Tarvisio saranno fermati. E a campione, i provenienti da Lombardia e Veneto dovranno sottoporsi alla verifica della temperatura. Rispediti quelli con più di 37,5 gradi. L'Austria fa le prove tecniche per sospendere gli accordi dell'area Schengen. Sempre domani il governo di Vienna valuterà l'ipotesi di sospendere i voli aerei da e per Milano, Venezia e Bologna. «La situazione è peggiorata in alcune regioni dell'Italia», in particolare in Lombardia, ha detto Sebastian Kurz, cancelliere federale, in una conferenza stampa assieme ai suoi ministri della Sanità e dell'Interno, «e questo porterà a una sensibilizzazione e a un calo del traffico transfrontaliero, oltre che ad evitare i viaggi non indispensabili». Al di là delle scelte di Londra, si tratterebbe del primo partner europeo a bloccarci e a sfilarsi da Shengen. D'altronde a rischiare di essere messo in discussione c'è anche il trattato di Maastricht, pilastro della stessa Unione europea e fautore del principio di sussidiarietà e della cooperazione negli Affari interni. Più in generale gli ultimi giorni hanno visto venir meno la libera circolazione delle merci e dei prodotti merceologici con destinazione sanitaria. «La solidarietà deve essere concreta, oltre alle parole servono fatti e tempi brevi. Per questo abbiamo chiesto maggior coordinamento in Europa», ha dichiarato il ministro Roberto Speranza. «Al termine del secondo vertice straordinario dei ministri della salute Ue sul coronavirus, siamo ancora agli appelli». In effetti quella della sanità è una materia di competenza nazionale e la moral suasion delle istituzioni europee non basta a smuovere i governi. Il 27 febbraio, l'Italia aveva chiesto ufficialmente aiuto nel reperire le mascherine per difendersi dal coronavirus. Alla richiesta di Roma hanno risposto positivamente il Belgio e l'Olanda. Si sono opposte invece Francia e Germania che hanno addirittura vietato l'export di materiale sanitario per rafforzare le scorte interne. La ministra belga della Salute Maggie De Blook ha sollevato il caso polemicamente. «Dobbiamo essere solidali nella ripartizione delle maschere di protezione», spiega la De Blook al Corriere, «Un blocco delle esportazioni fra gli Stati membri non è nello spirito dell'Unione europea». Il ministro della Salute olandese Bruno Bruins ha sottolineato la dimensione europea della «attuale carenza di materiale per la protezione personale, ma anche di grembiuli protettivi e di occhiali di sicurezza», criticando «alcuni Paesi che stanno adottando misure nazionali per salvaguardare le loro scorte». Per Bruins «in tempi di scarsità è importante mostrare solidarietà» e «il divieto di esportare metterebbe la solidarietà europea a rischio». Pertanto il ministro olandese ha invitato «tutti i colleghi ad astenersi da queste misure». Gli inviti sono caduti nel vuoto. Anche se a parole la Germania continua a insister epe rla solidarietà. Aprendo il suo intervento durante la riunione straordinaria sul coronavirus a Bruxelles, il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, ha evidenziato da parte sua che anche in Germania c'è «un'epidemia che nasce dall'interno quindi la situazione è simile a quella italiana e francese». Ha quindi insistito sul fondamentale «coordinamento» tra gli Stati membri dell'Europa citando, tra i campi di azione congiunta, la ricerca sui farmaci antivirali per il trattamento della malattia e sui vaccini per la prevenzione. Ma sulla libera circolazione delle merci ha soprasseduto. Tanto che anche il nostro Paese è dovuto correre ai ripari. «Stiamo potenziando la capacità di risposta di fornitura delle mascherine, quella ordinaria che hanno le Regioni, ma stiamo anche studiando azioni di potenziamento di quelli che possono essere i produttori nazionali, potenziando la produzione nazionale che è molto scarsa», ha dichiarato il commissario all'emergenza coronavirus Angelo Borrelli in diretta su Rai 1. Sul tema produttori nazionali, il capo della Protezione civile ha avuto ieri una conversazione telefonica con il premier Giuseppe Conte, secondo quanto riporta l'Ansa. «Abbiamo scandagliato il mercato nazionale e internazionale, abbiamo esercitato in Italia il divieto all'esportazione delle mascherine, su questo ho firmato un'ordinanza una settimana fa», ha aggiunto Borrelli , «stiamo facendo tutto il possibile per preservare i nostri medici e tutti quelli che hanno bisogno di indossare le mascherine». È chiaro che il tema dell'import export diventerà prioritario nelle prossime settimane. La chiusura di intere aree del nostro Paese impatterà sulla catena logistica e cambierà anche la prospettiva dei trasferimenti all'interno dell'Ue. La scorsa settimana il premier, Giuseppe Conte, ha negato di voler sospendere il trattato di Schengen, perché creerebbe danni gravissimi all'economia. Il rischio che siano tutti gli altri Paesi a sospenderlo almeno nei fatti è adesso molto elevato.