2019-12-28
C’è un video peggiore di quello dei grillini. L’ha girato la Boschi quando era una dem
L'ex ministro e Luigi Marattin un anno fa deridevano la manovra. Salvo poi passare al governo, fare disastri e starsene muti.Luigi Marattin guarda in camera sentendosi come sempre molto figo. «Mari, ci sarà qualcosa sulla crescita?», domanda con una recitazione all'altezza della Compagnia di Fido. E lei, Mari, cioè Maria Elena Boschi, sgrana gli occhioni come le bimbe dell'asilo quando interpretano l'angioletto nella recita di Natale. «Ma noooo». «E allora qualcosa che aiuta il mondo produttivo?», insiste il Clark Gable versione economica, cioè dei poveracci. «Ma nooooo», risponde la Boschi con le palpebre ormai assunte in cielo. «Risorse per la scuola?». «Ma noooo, ovviamente noooo». «E allora che cosa c'è?». «Tanto fumo e poco arrosto», conclude lei con una battuta finale così scontata che al confronto i saldi post natalizi all'Esselunga impallidiscono. Come del resto impallidiscono gli spettatori di questo piccolo capolavoro del cinema. Cinema horror, s'intende. Il video, che ha anche alcuni pregi (il principale: dura solo un minuto), risale al 2 dicembre 2018, oltre un anno fa. E se volete che vi spieghi perché io oggi perda il mio tempo a guardare una vecchia recita di due che sono delle pippe come attori e peggior ancora come politici, dovete avere un po' di pazienza. E seguirmi. Tutto comincia con Massimo de' Manzoni, il condirettore di questo giornale, che ha l'insana abitudine di svegliarsi presto anche durante le vacanze di Natale (che per altro celebra rigorosamente al lavoro). Così, svegliandosi presto, ha trovato naturale andar ospite di Omnibus su La7 ieri mattina all'alba. Una tortura che in genere si riserva solo ai nemici più odiati. E a cui lui invece, per quanto incredibile, si sottopone volontariamente. Fra i vari temi di discussione della puntata di ieri c'era una delle polemiche dei giorni natalizi, il video in cui due esponenti dei 5 Stelle, Paola Taverna e Gianluca Castaldi, celebrano le meraviglie della manovra economica scimmiottando la celebre sit com Camera Café di Luca e Paolo. Un'emerita schifezza. Come direbbe «Mari» Boschi, «tanto fumo poco arrosto», oppure anche «chi si loda s'imbroda» o anche «ofelè fa el to mestè»: quel video, comico a sua insaputa, ha fatto inviperire Luca Bizzarri, uno dei due protagonisti della fortunata serie tv. Il quale in un tweet accusa i due esponenti del M5s di non conoscere Camera Cafè, di non conoscere le regole della recitazione e di non conoscere nemmeno l'italiano. Segue piccola polemica social post natalizia. Niente di che, si capisce, la classica tempesta in un bicchiere di caffè. Ma del resto, il 27 dicembre alle 8 del mattino di che diavolo vuoi parlare a Omnibus? Sennonché quei diavoletti de La7, in un rigurgito di lucidità post panettone, sono andati a scomodare un video del tutto simile a quello della Taverna e di Castaldi, realizzato un anno fa da Marattin e dalla Boschi (oggi fra gli esponenti di spicco della renziana Italia viva) e l'hanno propinato agli incolpevoli telespettatori, oltre che agli ospiti presenti al dibattito. Fra i quali, per l'appunto, il nostro de' Manzoni. Il quale, come tutti i masochisti che il 27 dicembre partecipano a un talk show alle otto del mattino, è anche un po' sadico. E così, non contento di essersi sorbito il terribile video, mi ha chiamato appena uscito dagli studi (altra infame cattiveria) e mi ha obbligato a guardarlo, pur essendo consapevole che ci sono amicizie rottesi per molto meno. Siccome i grandi psicologi insegnano che le sofferenze, per essere sopportate, devono essere condivise, ecco qui spiegata la ragione di questo articolo: per sopravvivere sento l'esigenza di condividere con voi le emozioni provate. La visione del video (sconsigliata a un pubblico particolarmente sensibile) per altro è piuttosto utile per capire l'attendibilità di certi personaggi, come Marattin e la Boschi, abituati a pontificare da talk show e giornali. Di che cosa si lamentano i due, infatti, nell'orribile scenetta di un anno fa? Uno: del fatto che la manovra era arrivata tardi in Parlamento (era il 2 dicembre) e che dunque non se n'era potuto discutere abbastanza. Due: del fatto che ci fossero poche risorse per le cose importanti, come per esempio la scuola. E tre: che ci fossero tanti microbonus e assunzioni a pioggia, «misure da 200-400.000 euro», di quelle che aiutano i piccoli gruppi ma «non sono certo utili al Paese». Un anno dopo Marattin e Boschi fanno parte della maggioranza di governo. Bene: che cosa è cambiato? Uno: la manovra è arrivata in Parlamento ancor più tardi e ancor più blindata (l'anno scorso la prima approvazione fu il 5 dicembre, quest'anno il 12 dicembre: record di tutti i tempi), tanto che alla Camera nemmeno si è potuta discutere. Due: la mancanza di risorse per le cose importanti, come la scuola, è così evidente che, per tale ragione, il ministro dell'Istruzione si è dimesso. Tre: se l'anno scorso ci furono mancette, microbonus e assunzioni a pioggia, quest'anno si è riusciti a fare sicuramente di meglio: nella manovra finanziaria si trova infatti di tutto, dai soldi (1,5 milioni) per il parco museo delle miniere di zolfo nelle Marche, a quelli (1,3 milioni) per il restauro della Badia di Santa Maria di Pattano a Val di Lucania, dai fondi (500.000 euro) per il Pistoia blues festival, alle assunzioni al Consiglio di Stato, Tar e Corte dei Conti (60 persone), dagli stanziamenti per la Ryder cup (50 milioni di euro) alle norme per i contributi previdenziali delle atlete femminili, fino al bonus per i rubinetti che viene appositamente esteso anche a soffioni doccia, colonna doccia, cassette di scarico con volumi di risciacquo fino a quattro litri, per un valore complessivo di 3.000 euro. Tutte norme di per sé importanti, si capisce, ma che di certo non segnano la svolta del Paese. Però, chissà perché, il video quest'anno Marattin e la Boschi non l'hanno fatto. Sarebbe stato divertente. «Mari, ci sarà qualcosa per la crescita?». «Ma noooo». «Mari, ci sarà qualcosa per il rilancio dell'economia?». «Ma nooooo». «Mari, ci sono risorse per la scuola?». «Ma no, ovviamente noooo». «E allora cosa c'è?». «Il bonus per il soffione doccia e per la cassetta di scarico con volumi di risciacquo fino a quattro litri». Sarebbe stato onesto da parte loro concedere la replica, magari difendendo queste fondamentali misure. Il bonus per la cassetta di scarico, in effetti, non va sottovalutato: forse non ridarà slancio alla ripresa, però potrebbe tornare utile per liberarsi di video come questi.