2024-01-18
«C’è un consenso sul taglio dei tassi». Ma mezza Bce smentisce la Lagarde
Il presidente parla di cambio di rotta entro l’estate. Fabio Panetta vuole l’accelerazione; Olanda e Austria frenano. Però nessuno sembra fare i conti con il picco di inflazione in arrivo per le tensioni in corso nel Mar Rosso.Fra i membri del consiglio direttivo «c’è consenso per un taglio dei tassi di interesse entro l’estate» e al loro posto «anche io direi che è probabile ma devo essere cauta perché dipendiamo dai dati ed esiste ancora un livello di incertezza, alcuni indicatori non sono ancorati al livello a cui ci piacerebbe vederli». La presidente della Bce, Christine Lagarde, ha raffreddato le aspettative di chi puntava ad un primo taglio dei tassi in primavera. Intervistata a Davos, ha lasciato intendere che un allentamento della stretta potrebbe esserci in estate, quindi più tardi rispetto a quanto previsto (e sperato) dagli operatori. Ma quel «consenso» sul taglio di cui parla Lagarde tra i governatori non rispecchia molto le dichiarazioni rilasciate proprio al World Economic Forum in questi giorni. Ieri, ad esempio, il capo della banca centrale olandese, Klass Knot, ha sottolineato che i mercati «si stanno sbilanciando troppo» con le aspettative di tagli. «Il problema per noi è che alla fine potrebbe diventare controproducente. Siamo ottimisti sul fatto che abbiamo una prospettiva credibile di un ritorno dell’inflazione al 2% nel 2025. Ma molto deve ancora andare bene perché ciò accada», ha spiegato. Il collega austriaco, Robert Holzmann, è ancora più netto: «La Bce potrebbe rimandare l’avvio dei tagli dei tassi di interesse per tutto il 2024», ha detto. E alla domanda sulle scommesse di quanti si attendono un primo taglio entro aprile, Holzmann ha risposto: «Temo che, lasciando Davos, quelle persone rimarranno profondamente deluse. Non riesco a immaginare che parleremo ancora di tagli, perché non dovremmo parlarne. Tutto ciò che abbiamo visto nelle ultime settimane punta nella direzione opposta, quindi potrei addirittura non prevedere alcun taglio quest’anno».Sugli spalti degli ottimisti siedono, invece, Francia e Italia. I tassi «non dovrebbero essere» più alti del livello attuale e «la prossima mossa sarà un taglio, probabilmente quest’anno», ha dichiarato il governatore della Banca centrale francese, François Villeroy de Galhau parlando al Wef. «È troppo presto per dichiarare vittoria, il lavoro non è terminato anche se la nostra manovra di stretta ha avuto più successo di quanto avevamo previsto un anno fa qui a Davos», ha evidenziato. Parlando al comitato esecutivo dell’Abi, anche il neogovernatore di Bankitalia, Fabio Panetta, si è detto convinto che «la disinflazione sia forte e in atto, non mi lancio su previsioni, non so quando si taglieranno i tassi e anche se lo sapessi non ve lo direi, ma credo che le condizioni consentiranno un aggiustamento monetario. Si sta andando nella direzione giusta, vediamo se i dati delle prossime settimane confermeranno la tendenza». Certo, va considerata la solita divisione tra falchi e colombe, tra chi deve fare i conti con il debito pubblico alto e chi invece lo sta tenendo sotto controllo. Resta il fatto che la Bce appare ancora divisa al suo interno sulla strategia da adottare. Al comitato dell’associazione dei banchieri ieri Panetta ha poi tracciato un quadro del contesto macroeconomico sottolineando la fase di debolezza dell’economia su cui ha avuto un forte impatto la stretta monetaria delle banche centrali. Sui crediti «si vede già qualche segnale di tensione sia tra le imprese che tra le famiglie. Sono tensioni di carattere prima finanziario che poi diventano difficoltà a rimborsare. Parliamo di piccole cose, ma la velocità di questa progressione è indicativa». In Italia, «la novità positiva è che l’inflazione è sotto controllo: è tornata stabilmente al di sotto del 2% e prevediamo che rimanga sotto il 2% nel prossimo triennio», ha affermato il governatore aggiungendo però che «stanno emergendo dei rischi: quello che sta succedendo in Medio Oriente e questa emersione di tensioni che non consentono il trasporto di merci e di beni possono avere dei contraccolpi più ampi sul costo delle materie prime. E potrebbero mettere a rischio il processo di disinflazione», ha precisato Panetta aggiungendo che «al momento non vediamo un impatto particolarmente significativo, ma non possiamo escluderlo». Il problema è proprio quello: i banchieri centrali dovrebbero prevenire prima che curare. E il boost all’inflazione che arriverà dall’impatto sul traffico delle merci per una crisi come quella in corso nel Mar Rosso è un’onda lunga di fronte alla quale non si potrà dire «non l’abbiamo vista arrivare». Gli attacchi degli Huthi preoccupano, infatti, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: «I porti del Mediterraneo sono i primi danneggiati da questi colli di bottiglia», ha detto ieri a Davos, dove ha affrontato il tema col ministro arabo saudita e del Qatar. «Questo è un problema anche per l’inflazione perché siamo riusciti più o meno a debellarla ma se i costi di trasporto dei noli tornano ad impazzire come tre anni fa il riflesso inevitabilmente ci sarà». Ma non ci saranno problemi sul gas: «Il livello di stoccaggio di gas è tale per cui abbiamo una situazione di sicurezza energetica», ha aggiunto.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.