2024-01-26
Dal Cdm 1 miliardo agli anziani. E arriva il decreto «anti influencer»
Conferenza stampa dopo il Cdm del 25 gennaio 2024 (Ansa)
Fissato l’accorpamento di amministrative ed Europee a giugno Rafforzata la cybersicurezza. Ok alla cessione di quote di Poste.Missioni militari: snellite le procedure, pensando pure all’intervento occidentale nel Mar Rosso.Lo speciale contiene due articoli.È stato un Consiglio dei ministri denso di provvedimenti quello che si è svolto ieri a cavallo dell’ora di pranzo a Palazzo Chigi e che è durato due ore e mezza. Al termine della riunione, i provvedimenti sono stati illustrati dai ministri competenti o dai loro sottosegretari in una conferenza stampa: lo spazio maggiore è stato dedicato a una legge attesa da molto tempo, poiché si trattava della delega sugli anziani non autosufficienti. Un tema, comprensibilmente, che tocca da vicino milioni di italiani, e che è stato affrontato con la previsione di norme e risorse più adeguate. «Viene messo a disposizione per l’avvio di questa riforma oltre un miliardo, una cifra significativa», ha spiegato il viceministro del Lavoro Maria Teresa Bellucci, affermando che per gli anziani non autosufficienti l’assegno di accompagnamento salirà dai 531 euro attuali in alcuni casi fino a 1.380 euro. Una prestazione universale per gli over 80 che sarà sottoposta a una sperimentazione biennale, prima di entrare a regime. «Come promesso», ha commentato il premier Giorgia Meloni, «abbiamo approvato un decreto legislativo attuativo del Patto per la terza età: è una riforma di cui andiamo orgogliosi e che l’Italia aspettava da più di 20 anni, solo una tappa di un percorso che andrà avanti per tutta la legislatura. Con più di 1 miliardo di euro in due anni», ha aggiunto, «e l’avvio della sperimentazione di una prestazione universale che consentirà di aumentare di oltre il 200% l’assegno di accompagnamento degli anziani più fragili e bisognosi, diamo finalmente risposte concrete ai bisogni dei nostri oltre 14 milioni di anziani, ai non autosufficienti e alle loro famiglie». Un altro provvedimento approvato, uno dei più attesi a livello mediatico, è stato il cosiddetto «ddl Ferragni», vale a dire una serie di norme che contribuiranno a fare chiarezza dopo l’affaire del pandoro sponsorizzato dalla influencer milanese con delle informazioni ingannevoli riguardanti i fondi devoluti in beneficenza. «È stato introdotto», ha spiegato il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso, «l’obbligo di riportare sulle confezioni dei prodotti, anche tramite adesivi, alcune informazioni specifiche tra le quali l’importo complessivo destinato alla beneficenza, se viene predeterminato, in modo che il consumatore sappia con certezza quale parte del ricavato vada a iniziative solidaristiche. Il provvedimento», ha aggiunto, «prevede che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato possa sanzionare sul piano pecuniario con multe che vanno da 5.000 a 50.000 euro e i proventi di eventuali sanzioni saranno destinati ad iniziative solidaristiche, che un successivo decreto definirà». Sul fronte fiscale, sono arrivate nuove regole per quanto riguarda l’accertamento, in particolare quelle sull’accesso al concordato preventivo biennale per le partite Iva, al quale potranno accedere tutti i professionisti, grazie all’eliminazione della soglia del punteggio 8 degli Isa. «La finalità che si è voluta perseguire eliminando la soglia 8», ha spiegato in conferenza stampa il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, «è gradualmente di portare tutti più su, in modo da poter combattere il fenomeno dell’evasione fiscale, laddove si dovesse riscontrare. Il problema», ha proseguito, «è legato al numero dei controlli per chi ha un punteggio inferiore all’8: siccome non ne vengono fatti tanti, o li portiamo tutti più su o rischiamo che continuino a non dichiarare. Il nostro obiettivo», ha concluso Leo, «è che attraverso l’emersione di questa materia imponibile si possa ulteriormente incidere sulla riduzione delle aliquote Irpef». Dal punto di vista politico, c’era attesa per l’approvazione dell’election day amministrative-europee, che era stato rinviato nel corso del Consiglio dei ministri precedente. Il decreto che se ne occupa dà il via libera all’accorpamento di amministrative, regionali in Piemonte, Basilicata e Umbria ed Europee nei giorni di sabato 8 e domenica 9 giugno, ma introduce anche una novità: nei comuni tra 5.000 e 15.000 abitanti si potrà arrivare al terzo mandato. Alfredo Mantovano, come sottosegretario competente nella lotta ai crimini informatici, ha tenuto poi a illustrare il ddl sulla cybersicurezza che ha il compito di aggiornare e rendere più efficace la lotta ai pirati informatici. «Si registra un incremento significativo», ha spiegato, «di attacchi cyber dopo l’Ucraina e, ancora di più, dopo il conflitto in Medio Oriente, che mirano anche a provocare danni d’immagine. Ricordiamo in occasione di una visita del presidente Zelensky in Italia il sito del ministero degli Esteri e quelli di altre istituzioni venivano attaccati da hacker. La legislazione in materia risale a quasi 20 anni fa e per il cyber sono più di un’era geologica». Illustrando le nuove norme, Mantovano ha sottolineato che viene allargato «il perimetro dei soggetti tenuti a dotarsi di sistemi di cybersicurezza, tra cui Comuni sopra i 100.000 abitanti, capoluoghi di Regione». «Nel caso non venga rispettato quest’obbligo», ha aggiunto, «è prevista una sanzione». Inoltre è previsto che le pubbliche amministrazioni interessate da questo provvedimento dovranno dotarsi di un proprio ufficio di cybersicurezza. Vi sono poi delle disposizioni - ha concluso il sottosegretario - che disciplinano il rapporto tra l’intelligence e l’Autorità nazionale per la cybersicurezza (Acn) e tra polizia giudiziaria e Acn, con regole specifiche per gli appalti. A chiudere il cdm anche la conferma delle voci che si sono susseguite nelle ultime settimane. Ok alla vendita di una quota di Poste senza, ovviamente, cedere il controllo della partecipata pubblica.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/cdm-governo-meloni-2667090580.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="missioni-militari-piu-facile-limpiego-di-forze-nelle-stesse-aree-operative" data-post-id="2667090580" data-published-at="1706219436" data-use-pagination="False"> Missioni militari, più facile l’impiego di forze nelle stesse aree operative Il Consiglio dei ministri di ieri ha fornito alle nostre forze armate anche nuovi strumenti di intervento, qualora la situazione lo richiedesse, nella crisi in corso nel Mar Rosso. Come è noto, da quando è scoppiato il nuovo conflitto israelo-palestinese in seguito ai massacri di civili israeliani operati da Hamas il 7 ottobre, parallelamente si è assistito all’escalation delle scorribande dei ribelli Huthi dello Yemen, gruppo fondamentalista scita vicino ad Hamas ed Hezbollah e finanziato dall’Iran. Gli Huthi stanno infatti intensificando gli attacchi ai mercantili occidentali in transito nel golfo di Aden e nel Mar Rosso, causando disagi e danni, oltre naturalmente a un serio pericolo per l’incolumità dei naviganti. Negli ultimi giorni forze Usa e britanniche hanno colpito obiettivi Huthi, ma sulla spinta di Italia, Francia e Germania anche l’Ue sta approntando una missione di natura difensiva per proteggere i mercantili. Ed è per questo che la riunione dell’esecutivo di ieri ha fornito il veicolo normativo adeguato, con due interventi sulla legge sulla partecipazione italiana alle missioni internazionali, la 145 del 2016. In base a queste, potranno essere impiegati mezzi e personale di una missione anche in «altre missioni nella medesima area». Un modo, insomma, per snellire le procedure in un contesto che ha bisogno di tempi d’azione rapidi. Proprio a questo scopo, il ddl prevede anche la possibilità di «individuare forze ad alta e altissima prontezza operativa, da impiegare all’estero al verificarsi di crisi o situazioni di emergenza», il tutto senza passare per un nuovo decreto. Le norme attualmente in vigore, infatti, prevedono che nell’informare le Camere «il governo indica, per ciascuna missione, l’area geografica di intervento, gli obiettivi, la base giuridica di riferimento, la composizione degli assetti da inviare, compreso il numero massimo delle unità di personale coinvolte». Nel testo modificato si aggiunge la formula «anche in modalità interoperabile con altre missioni nella medesima area geografica». Quanto alle forze speciali e di intervento rapido, il loro impiego è deliberato dal Consiglio dei ministri, previa comunicazione al presidente della Repubblica. «La deliberazione», recita il testo, «trasmessa dal governo alle Camere, le quali, entro cinque giorni, con appositi atti di indirizzo, secondo i rispettivi regolamenti, ne autorizzano l’impiego o ne negano l’autorizzazione». Una questione che appare lontana ma che ha immediate ricadute sulla vita quotidiana degli imprenditori italiani, come ha sottolineato Coldiretti: «L’allungamento delle rotte dei trasporti marittimi verso Oriente», si legge in una nota, «mette a rischio le consegne di oltre 200 milioni di chili di ortofrutta, dalle mele ai kiwi, con la perdita di fette importanti di mercato che sarebbero poi difficili da recuperare. Un cambiamento che ha provocato il forte aumento dei costi di trasporto che sulla rotta Mediterraneo-Cina sono arrivati praticamente a quadruplicare dall’inizio dell’anno ad oggi. Le esportazioni nazionali di frutta e verdura Made in Italy dirette in Medio Oriente, India e sud est asiatico scontano ora un aumento dei costi di trasporto stimabile in quasi dieci centesimi per ogni chilogrammo che incide sulla competitività delle imprese nazionali. Tra gli alimentari interessati alle esportazioni in Asia», conclude Coldiretti, «oltre all’ortofrutta fresca e trasformata, ci sono la pasta e prodotti da forno, dolci e vino per un valore complessivo stimato in 5,5 miliardi nel 2023».