2021-08-10
Il catastrofismo Onu sul clima è una trappola
Il gruppo di saggi che studia i cambiamenti ha sentenziato: «O tagliamo le emissioni o l'umanità è in pericolo». Salvo aggiungere che «molti eventi sono irreversibili». Il Paese più indisciplinato è la Cina, peccato si dica: «Rischia di più l'Occidente». E Pechino gongola.Il mondo è un gigante con i piedi argilla. Anzi meglio di Greta (Thunberg) e ha la febbre. All'Onu devono aver riletto Nicolò Macchiavelli : «Li uomini respettano uno che si facci temere; perché il timore è tenuto da una paura di pena che non abbandona mai». Così dopo il Covid ecco il nuovo anatema: morirete tutti affogati o allo spiedo. Il sospetto è che dietro questa esternazione ci sia di nuovo la Cina, che all'Onu conta ormai quasi troppo. Ha detto Xi Jinping: «Non permetteremo a nessun Paese di controllare il destino degli altri». Joe Biden, presidente Usa, si è fatto insistente con le ricerche sull'origine del virus probabilmente sfuggito al laboratorio di Wuhan e serve una contro minaccia per tenere buono lo «zio Sam» indicato come colpevole del disastro ambientale. Che poi la Cina sia il maggiore inquinatore non fa fatto. Puntuale scatta l'allarme sul clima. Come un soldatino il nostro ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha subito detto: «Nominiamo un ambasciatore italiano al clima, siamo in prima linea». Spiegargli che dietro l'allarme ci sono interessi colossali come la globalizzazione dell'agricoltura a tutto danno dell'Italia - ce lo diranno nel prossimo vertice Onu a New York a settembre imponendo di bloccare la zootecnia, prosciutti compresi - forse è complicato. Ma tant'è, ieri hanno diffuso, sfidando in parte il senso del ridicolo e con toni apocalittici, il rapporto dell'Ipcc che è il gruppo di cervelloni delle Nazioni unite che studia il cambiamento climatico. I 234 scienziati di 195 Paesi sono stati chiusi in conclave dal 26 luglio per limare l'anatema: «O fermiamo subito l'emissione dei gas serra, dimezzandola entro il 2030 e azzerandola entro il 2050, per contenere l'innalzamento delle temperature entro 1,5 gradi, oppure gli oceani si alzeranno anche di 20 metri, il riscaldamento sarà oltre i 4 gradi e il futuro dell'umanità è in gravissimo pericolo». Poi dicono che accadranno catastrofi comunque «irreversibili». E qui domanderebbe Confucio: se un problema non ha soluzione perché inquietarsi? Cinque sono gli scenari a seconda di quando si fermano i gas serra, ma anche se smettiamo di «fumare» subito, prima di metà di questo secolo non si vedrà nessuna mitigazione. Il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, parla di allarme rosso per l'umanità: «Dobbiamo subito abbandonare i combustibili fossili». Non solo, questi scienziati - studiano il clima dal 1988 - sanno che non ci sono mai state tante emissioni in 800.000 anni e che da 3.000 anni il livello dei mari non è mai stato così alto. Lo diceva Omero che Ulisse rischiava continuamente di andare in secca e Annibale quando passò le Alpi mise le gomme da neve agli elefanti. A parte questo per il presidente della Conferenza mondiale sul clima, Alok Sharma, «non possiamo permetterci di aspettare, o si agisce ora o non avremo più tempo». L'Italia si accoda subito perché a Glasgow siamo copiloti con la Gran Bretagna del Cop 26 (il vertice sul meteo) e il nostro ministro degli Esteri Luigi Di Maio contrito annuncia: «Bisogna dare una risposta efficace, senza perdere tempo. Per questo abbiamo deciso di dotare il nostro Paese di una figura strategica, cioè l'Inviato speciale per il cambiamento climatico come già fatto da Usa, Regno Unito, Francia e Germania. La sua nomina avverrà a settembre». Forse a Di Maio sfugge che siamo il trentesimo Paese per emissioni, meno dell'1%. C'è da chiedersi piuttosto come farà la Cina visto che contribuisce al 30% delle emissioni (il doppio degli Usa) e chi spiega agli indiani che devono rallentare (emettono il 7% dei fumi)? Il vicepresidente della commissione Franz Timmermans fa sapere che «c'è ancora tempo, ma solo se il mondo svilupperà politiche di emissioni zero di carbonio, solo se agiamo con decisione tutti insieme». E «i cambiamenti che sono irreversibili per i prossimi secoli o millenni col livello del mare che salirà tra 28 e 55 centimetri entro la fine del secolo»? Già sono irreversibili, quindi ha senso contrastarli? Le previsioni peraltro sembrano un po' spannometriche. Il premier britannico Boris Johnson che ha rischiato davvero di affogare quest'estate è sensibile all'innalzamento dei mari e dice: «Il rapporto Ipcc è un campanello d'allarme in vista di Glasgow per la Cop26». Perché è sicuro - anche se molti scienziati non la pensano così - che ci sarà un aumento «senza precedenti di eventi meteorologici estremi come ondate di calore, siccità, nubifragi o inondazioni anche se il riscaldamento sarà limitato». E però dal rapporto spunta un indizio. Scrivono i climatologi: «Questi eventi si verificheranno con maggiore violenza nell'emisfero occidentale». Guarda te: la Cina sta spostando le sue emissioni in Africa e bisogna frenare le industrie dell'Occidente. Quanto al petrolio e al metano da abolire sarà una coincidenza, ma Bill Gates investe sul nucleare, i Rockfeller hanno tolto tutti i soldi dal greggio, Soros spende un miliardo per divulgare il climate change e la finanza più aggressiva, a cominciare da Deutsche Bank, sta pigiando sui bond verdi. Se poi è solo greenwashing è un dettaglio. L'importante è fermare l'Occidente perché: «Sarà centrale limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi rispetto all'era preindustriale». Ma non ditelo a Di Maio.
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)