2025-07-01
All’ufficio della Cassazione si raccomanda di scrivere pareri asettici e misurati
Il presidente della Cassazione, Margherita Cassano (Ansa)
Sono stato addetto al Massimario per vent’anni. Le relazioni come quella sul caso Albania non hanno valore vincolante ed esprimono solo il pensiero di chi le redige.Le cronache degli ultimi giorni hanno avuto, fra gli altri, un finora inedito protagonista: l’ufficio del Massimario della Corte di cassazione, al quale chi scrive – come già ricordato nell’articolo a sua firma comparso su La Verità del 29 giugno – è stato addetto, in qualità di magistrato, per quasi vent’anni. Da quell’ufficio, infatti, sono uscite tanto la relazione critica sul decreto legge sicurezza, recentemente convertito in legge, ampiamente pubblicizzata negli organi di informazione, quanto una ulteriore relazione, di cui ha dato notizia La Verità del 30 giugno, illustrativa delle «criticità» che, rispetto alla Costituzione ed alle norme europee, presenterebbe la normativa sul trattenimento dei «migranti» nei centri localizzati in territorio albanese.Per la maggioranza dei lettori che, presumibilmente, non avevano finora mai sentito parlare dell’ufficio in questione, può essere interessante essere anzitutto informati delle sue competenze, prima delle quali – come rivelato dal suo stesso nome – è stata, da sempre, quella di redigere le c.d. «massime», cioè delle brevi sintesi (normalmente contenute in non più di una ventina di righe) dei principi di diritto desumibili della sentenze pronunciate dalla Corte, allorché questa decide sui ricorsi proposti contro i provvedimenti adottati dai giudici di merito. È bene sapere che non da tutte le singole sentenze vengano tratti i suddetti principi, ma solo da una piccola parte di esse, che è lo stesso Massimario a selezionare, distinguendole dalle numerosissime altre nelle quali la decisione adottata dalla Corte non ha richiesto l’enunciazione o il richiamo di particolari principi. È evidente che una tale attività di selezione implica una certa discrezionalità, che però si esercita, di norma, su di un piano esclusivamente tecnico, non essendosi mai dato per ammesso, neppure implicitamente o in via di mero fatto, che una determinata sentenza non potesse essere «massimata» soltanto perché i principi in essa affermati non erano condivisi dall’ufficio del Massimario. Tanto è vero che, com’è noto a tutti gli operatori del diritto, dalla stessa raccolta delle massime, una volta cartacea ed ora accessibile sul sito internet della Cassazione, risultano i diversi e, talora, opposti orientamenti che, con riguardo alle più varie questioni, vengono espressi nelle sentenze. Altra competenza dell’ufficio del Massimario è stata sempre anche quella di redigere delle relazioni illustrative dei contrasti interpretativi sui quali siano state chiamate a pronunciarsi, per risolverli in un senso o nell’altro, le Sezioni unite, cioè un particolare collegio presieduto, di norma, dal Primo presidente o da altro magistrato da lui designato e composto da magistrati provenienti da tutte le singole sezioni. A questo tipo di relazioni se ne sono poi aggiunti, da oltre vent’anni a questa parte, altri tipi, che sono quelli delle relazioni c.d. «tematiche» destinate ad illustrare, a beneficio di tutti i componenti della Corte, questioni giuridiche di particolare interesse tra cui, in particolare, quelle che possono derivare dall’entrata in vigore di nuove leggi o da pronunce della Corte Costituzionale. Ed a tali ultime categorie appartengono, appunto, le relazioni di cui si è detto in premessa. A ricordo di chi scrive (che, però, è a riposo da oltre dieci anni) è stato sempre raccomandato – e la raccomandazione era generalmente osservata e fatta osservare – che lo «stile» delle relazioni, senza nulla togliere alla loro completezza, fosse il più asettico e misurato possibile. Si può discutere se, stando agli ultimi esempi, tale raccomandazione possa dirsi ancora e sempre osservata. Quel che, comunque, rimane certo è che le relazioni, per loro natura, altro non esprimono se non le conoscenze ed il pensiero dei loro redattori, per cui, quale che sia il loro contenuto ed il clamore da esse eventualmente suscitato, non hanno, formalmente, il benché minimo valore vincolante con riguardo agli indirizzi che, di fatto, verranno poi espressi nelle singole decisioni della Corte sui ricorsi implicanti la risoluzione delle questioni che ne sono state oggetto. E ciò tanto più in quanto, ad eccezione del direttore e dei vice direttori, nominati dal Primo presidente tra i consiglieri effettivi della Corte, i magistrati addetti al Massimario non hanno titolo, di regola, a far parte dei collegi giudicanti. Essi, infatti, vengono nominati dal Consiglio superiore della magistratura fra coloro che, provenienti dai ranghi dei magistrati esercenti funzioni di merito, abbiano fatto richiesta di essere assegnati a quella specifica funzione.Pietro Dubolino, Presidente emerito di sezione della Corte di Cassazione
(Esercito Italiano)
Si è conclusa nei giorni scorsi in Slovenia l’esercitazione internazionale «Triglav Star 2025», che per circa tre settimane ha visto impegnato un plotone del 5° Reggimento Alpini al fianco di unità spagnole, slovene e ungheresi.
L'esercitazione si è articolata in due moduli: il primo dedicato alla mobilità in ambiente montano, finalizzato ad affinare le capacità tecniche di movimento su terreni impervi e difficilmente accessibili; il secondo focalizzato sulla condotta di operazioni offensive tra unità contrapposte. L’area delle esercitazioni ha compreso l’altopiano della Jelovica, nella regione di Gorenjska, e il massiccio del Ratitovec, tra i 900 e i 1.700 metri di altitudine.
La «Triglav Star 2025» è culminata in un’esercitazione continuativa durata 72 ore, durante la quale i militari hanno affrontato condizioni meteorologiche avverse – con terreno innevato e fangoso e intense raffiche di vento in quota. Nella fase finale, il plotone italiano è stato integrato in un complesso minore multinazionale a guida spagnola. La partecipazione di numerosi Paesi dell’Alleanza Atlantica ha rappresentato un’importante occasione di confronto, favorendo lo scambio di esperienze e competenze.
La «Triglav Star 2025» si è rivelata ottima occasione di crescita, contribuendo in modo significativo a rafforzare l’integrazione e l’interoperabilità tra le forze armate dei Paesi partecipanti.
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Richard Gere con il direttore di Open Arms Oscar Camps (Getty Images)