2021-04-01
La Cassazione fa le leggi: sì alle adozioni gay
Palazzo di Giustizia, sede della Corte suprema di cassazione (Ansa)
La Corte suprema scavalca il Parlamento e garantisce «status genitoriale» alle coppie omosessuali che hanno ottenuto analogo riconoscimento all'estero. Unica condizione (per ora): niente utero in affitto.Le coppie gay possono adottare bambini all'estero. Ancora una volta il giudice si sostituisce al legislatore e adotta provvedimenti che, facendo giurisprudenza, non riguarderanno più solo un caso specifico ma l'intera materia. È un vulnus tutto italiano ma evidentemente la politica, che sul delicato tema etico aveva ricevuto il pressante invito a legiferare entro fine 2020 dalla Corte costituzionale, ritiene di non doverlo fare e di continuare a delegare i tribunali in nome suo.Il caso è di scuola. La Corte di Cassazione ha convalidato la trascrizione nell'anagrafe italiana dell'adozione avvenuta a New York di un bambino da parte di una coppia omosessuale costituita da un italiano e da un cittadino americano. Per gli ermellini non può essere «un elemento ostativo il fatto che il nucleo famigliare sia omogenitoriale»; di conseguenza hanno deciso di riconosce gli effetti del provvedimento giurisdizionale straniero di adozione di minore da parte di «una coppia omoaffettiva maschile che attribuisca lo status genitoriale secondo il modello dell'adozione piena e legittimante».È un'invasione di campo come molte altre in passato sul tema dei figli di coppie omosessuali e costituisce una sconfitta per l'indipendenza del Parlamento. I giudici hanno mostrato una certa velocità d'azione nello scavalcare il legislatore, per la verità determinata soprattutto dalla pigrizia di quest'ultimo, più volte sollecitato invano a riempire di contenuti un dossier che vaga da troppo tempo fra i banchi di Camera e Senato. Nella sentenza - non si sa se per gentilezza o per prudenza - si sottolinea l'impedimento nel caso di maternità surrogata. Ma «una volta esclusa» quest'ultima, si può procedere all'adozione.Pur confermando la chiusura nei confronti dell'utero in affitto, la Cassazione ha richiamato ancora una volta il principio del «preminente interesse del minore» aprendo la strada alle adozioni gay in Italia fra persone sposate. Il caso specifico riguarda la trascrizione dell'atto di nascita del bambino, loro figlio adottivo, riconosciuto con provvedimento dalla Surrogate's Court dello stato di New York. La corte americana aveva preso atto del consenso preventivo dei genitori biologici e del rapporto favorevole di un'agenzia pubblica, equiparabile ai nostri servizi sociali.La vicenda era nota da tempo e l'iter giudiziario cominciò con il rifiuto della trascrizione da parte dell'anagrafe del comune di Samarate (Varese), secondo il quale l'unico regime applicabile era quello dell'adozione internazionale. In primo grado i genitori erano stati sconfitti, ma la Corte d'Appello di Milano aveva ribaltato il giudizio affermando «possibile un'adozione piena». Una nuotata in acque infide e libere, nel vuoto legislativo che diventa ancora più clamoroso considerando che all'estero la materia è stata ampiamente codificata in un senso o nell'altro. L'ultimo atto è quello della Cassazione che, rigettando ieri il ricorso dell'Avvocatura dello Stato per conto del sindaco di Samarate, ha dato di fatto via libera alla pratica.In realtà il Parlamento in questi mesi di emergenza sanitaria sta portando avanti un dibattito laterale al tema, quello sulla legge Zan, in cui si predilige affrontare con misure ambigue e liberticide l'orientamento sessuale e l'identità di genere piuttosto che dare un perimetro certo a comportamenti divisivi che meriterebbero di essere presi in considerazione in modo più lineare ed efficace. Su una materia così delicata servono leggi, non sentenze.Un anno fa la Corte costituzionale aveva lanciato un forte monito sui diritti dei figli delle coppie omosessuali e aveva chiesto al Parlamento di intervenire con urgenza per colmare un vuoto che ci pone come fanalini di coda in Europa e non solo. «Bisogna dare tutela a situazioni che ne sono del tutto prive e bisogna rafforzare le tutele dove esiste già un primo nucleo di norme». Un riferimento forte, una richiesta di intervento della politica riguardo a due casi specifici: i diritti del bambino nato in Italia, a Padova, da due donne a seguito di fecondazione eterologa in caso di crisi della coppia e quelli di un bimbo nato all'estero mediante maternità surrogata. Quest'ultimo da riconoscere in Italia come figlio di due uomini uniti civilmente.«L'attuale quadro giuridico non assicura piena tutela agli interessi del bambino», aveva sottolineato la Consulta. Il diritto è caratterizzato da voragini enormi, il sistema scricchiola e induce le toghe a interpretazioni. Cosa puntualmente avvenuta anche questa volta. Nuova sentenza, nuova sconfitta.
Palazzo Berlaymont, sede della Commissione europea (Getty Images)
Manfred Weber e Ursula von der Leyen (Ansa)
Il cancelliere tedesco Friedrich Merz (Ansa)
Ursula von der Leyen (Ansa)