2025-07-11
Caso Eni, la verità dell’ex ministro
Presentato ieri ad Abuja il volume del politico nigeriano che accusa il pm De Pasquale di aver istruito il processo contro il colosso italiano sulla base di motivazioni politiche.È stato presentato ad Abuja, in diretta televisiva, il libro Opl 245: The Inside Story of the $1.3bn Nigerian Oil Block («Opl 245: la storia interna del blocco petrolifero nigeriano da 1,3 miliardi di dollari») dell’ex ministro della Giustizia nigeriano Mohammed Bello Adoke, pubblicato nel Regno Unito da The Conrad Press. L’opera è una ricostruzione documentata e dettagliata che smonta la narrazione ufficiale del cosiddetto scandalo Opl 245, ribaltando lo scenario sostenuto per anni da Ong e magistrati come il pm Fabio De Pasquale.In un contesto quasi cinematografico, Adoke ha raccontato di essere stato vittima di un’operazione internazionale orchestrata da interessi politici, economici e giudiziari, con il coinvolgimento di figure del governo nigeriano, Ong occidentali e magistrati italiani. In Nigeria, ha affermato, «gli investigatori hanno ignorato sentenze e intimidito testimoni, senza subirne conseguenze», mentre in Italia De Pasquale è stato condannato a otto mesi per condotta processuale scorretta.Nel libro, De Pasquale è indicato come figura centrale di un meccanismo finalizzato a criminalizzare un accordo petrolifero per motivi estranei alla giustizia. Secondo Adoke, tutto comincia nel 2015, con l’arrivo alla presidenza di Muhammadu Buhari, deciso a colpire il predecessore e i suoi ex ministri. Buhari avrebbe voluto punire Adoke per non aver favorito la spartizione del denaro derivante dalla vendita del blocco Opl 245, mentre il suo vice Osinbajo avrebbe sfruttato il caso per rilanciare la propria immagine, costruendo un contenzioso miliardario contro Shell ed Eni.Attorno a loro, avvocati in cerca di percentuali, Ong a caccia di fondi e apparati giudiziari desiderosi di visibilità. In questo contesto si inserisce De Pasquale, che - secondo il libro - avrebbe incontrato funzionari nigeriani già nel 2015, poco prima dell’apertura del procedimento contro Eni, Shell e Adoke. Quei contatti, mai smentiti, sarebbero stati determinanti per costruire un impianto accusatorio che reggesse in aula, in cambio della cooperazione unilaterale della magistratura nigeriana.Sempre secondo Adoke, si trattò di un’operazione studiata per criminalizzare retroattivamente un accordo perfettamente legale, approvato dalla Nigeria nel 2011. Le accuse avevano scopi precisi: costruire un maxi-caso di corruzione, pretendere risarcimenti miliardari, screditare l’amministrazione di Goodluck Jonathan e accedere a fondi per Ong. De Pasquale, in questo schema, avrebbe avuto un ruolo di primo piano, mosso anche da un’agenda personale: ottenere una condanna esemplare contro le multinazionali e colpire indirettamente personaggi come Silvio Berlusconi, considerato vicino a Eni. Una figura, quella del magistrato italiano - scrive Adoke - più interessata all’impatto mediatico del processo che alla ricerca della verità.Le accuse contenute nel libro pesano ancora di più alla luce degli sviluppi recenti. De Pasquale è stato condannato in primo grado per non aver depositato atti favorevoli alla difesa nel procedimento Opl 245, documenti che - secondo i giudici - avrebbero potuto evitare il processo, poi finito con l’assoluzione di tutti gli imputati perché il fatto non sussiste. Nonostante la mancata conferma nel ruolo di procuratore aggiunto da parte del Csm, De Pasquale continua a rappresentare l’accusa nel procedimento contro Aliyu Abubakar, imprenditore nigeriano assolto in patria ma ancora a processo a Milano per motivi procedurali.L’11 aprile scorso, De Pasquale ha chiesto una condanna a cinque anni per Abubakar, reiterando le stesse accuse già cadute in due gradi di giudizio. La sentenza è attesa per lunedì 14 luglio. Ma le rivelazioni di Adoke rischiano di cambiare il quadro: descrivono un presunto meccanismo di manipolazione giudiziaria internazionale, ma aggiungono nuovi elementi a un caso segnato da errori, omissioni e assoluzioni. Tra settembre e ottobre ci sarà anche l’appello a Brescia a carico di De Pasquale e Sergio Spadaro: Adoke potrebbe essere chiamato a testimoniare in aula.