2022-05-07
Caso derivati Mps. Sentenza ribaltata in appello: assolti banche e manager
L’accusa era irregolarità per coprire il rosso per Antonveneta. Dissesti e tentativi di risanamento costati 20 miliardi in 15 anni. Tutti assolti, dall’ex presidente del Monte dei Paschi, Giuseppe Mussari, all’ex direttore generale Antonio Vigni fino alle banche Deutsche bank Ag, la sua filiale londinese e Nomura. La sentenza è arrivata ieri attorno all’ora di pranzo dalla Corte di appello di Milano che ha così ribaltato il primo grado nel processo sul caso Mps con al centro le presunte irregolarità nelle operazioni di finanza strutturata, Alexandria e Santorini, Chianti Classico e Fresh, effettuate da Rocca Salimbeni tra il 2008 e il 2012 per coprire le perdite dovute all’acquisizione di Antonveneta. Nel novembre del 2019 Mussari era stato condanno a 7 anni e mezzo mentre Vigni a 7 anni e 3 mesi e l’ex responsabile area finanza Gian Luca Baldassarri a 4 anni e 8 mesi. In appello, tutti assolti, o perché «il fatto non sussiste» o per il «non doversi procedere» per alcuni reati finiti in prescrizione. Le assoluzioni di tutti i 16 imputati, comprese le banche, sono in gran parte nel merito. Per alcuni episodi, precedenti all’agosto 2011 è stato dichiarato il non luogo a procedere in quanto prescritti. Con il verdetto sono state inoltre revocate le confische di 88 milioni per Nomura e di 64 milioni per Deutsche bank, imputata assieme alla London branch, e tutte le pene accessorie. Ora bisognerà attendere novanta giorni per sapere quali siano i motivi dell’assoluzione. Ma gli imputati e i loro legali brindano alla sentenza. «Esprimo tutta la mia gratitudine e il mio affetto agli avvocati Tullio Padovani, Fabio Pisillo e Francesco Marenghi che hanno voluto rappresentarmi e difendermi sin dal primo atto d’indagine, continuando a farlo anche quando altro non vi era che il mio esser loro grato. Alle loro capacità e alla loro perseveranza va ascritto quanto oggi è occorso. Ho scelto di difendermi solo e soltanto dinanzi al mio giudice naturale, non vi è oggi ragione di mutare registro», ha detto Mussari. «Questo è il disvelamento di come si esercita il terribile potere di accusa in Italia, dove, per fortuna, esiste ancora un giudice, rintanato a Berlino», hanno commentato i suoi legali. «Sono molto contento che alla fine sia caduto l’ultimo pilastro di questa vicenda montata sulle menzogne di personaggi privi di scrupoli», ha detto Baldassarri, ex responsabile dell’area finanza del Monte, ricordando che per lui la vicenda è «iniziata in maniera drammatica perché mi sono fatto sei mesi di custodia in carcere e poi ai domiciliari». Il verdetto della seconda Corte d’appello di Milano non può però mutare la verità storica: tra dissesti e tentativi di risanamento - non ancora finito ma nel frattempo costato 20 miliardi a azionisti e contribuenti - il Monte dei Paschi di Siena tiene la ribalta da quasi quindici anni, a partire da quell’acquisto di Antonveneta nel 2007 che ha fatto anche emergere il lato oscuro dei grovigli armoniosi tra finanza e politica (non solo locale) e con il quale si fa coincidere l’inizio della crisi della banca più antica del mondo. Coincidenza ha voluto che la sentenza arrivasse nel giorno della trimestrale del Montepaschi, la prima presentata dal nuovo ad Luigi Lovaglio cui il Tesoro, azionista di controllo della banca senese, ha affidato il timone per traghettare l’istituto verso l’ennesimo aumento di capitale, al momento fissato in 2,5 miliardi, e l’ennesimo piano di ristrutturazione. Quello decisivo però per far scendere lo Stato dal Monte e rendere il gruppo appetibile per un partner privato. Che, di certo, non sarà Unicredit: «Mps per me è un capitolo chiuso e ne siamo sinceramente dispiaciuti perché sia per Unicredit che per il Monte avrebbe potuto essere un deal molto positivo se realizzato alle condizioni che si erano convenute», ha detto l’ad Andrea Orcel in un’intervista pubblicata questa mattina da Mf-Milano Finanza.Il nuovo piano di Mps verrà presentato il 23 giugno, ha annunciato lo stesso Lovaglio ieri durante la presentazione agli analisti dei conti. «L’aspirazione è avere un business plan che è bene percepito dalla Bce. Non posso dire adesso con sicurezza che tutto sarà sistemato per il giorno della presentazione ma rifletteremo le indicazioni» di Francoforte «e speriamo che possa avere la sua positiva validazione», ha aggiunto l’ad. Il cui obiettivo è arrivare al 23 giugno con «la parte significativa, gli elementi chiave del piano che siano già in linea con le aspettative della Banca centrale europea». I primi tre mesi dell’anno sono stati intanto chiusi con 10 milioni di utile netto nel primo trimestre, che si assottiglia rispetto ai 119 milioni dello stesso periodo di un anno fa, ma che fa meglio dei 79 milioni di perdita nel trimestre precedente. Al 31 marzo 2022, spiega una nota, il gruppo ha realizzato ricavi complessivi per 783 milioni, in calo del 4,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.La banca «ha un enorme potenziale commerciale», ha detto Lovaglio agli analisti. Il mercato, però, deve ancora comprenderlo: ieri il titolo Mps ha perso il 5,05%, segnando un nuovo minimo storico di 0,72 euro, per una capitalizzazione di Borsa di poco superiore ai 700 milioni.
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)