2022-04-26
Casa da record, nell’anno del Covid65 miliardi di mutui. Ora il rialzo dei tassi rallenta la crescita

Nel 2021 concessi mutui per 65 miliardi di euro
Boom dei mutui degli ultimi 11 anni. Nei primi due mesi dell’anno è proseguita la crescita sostenuta dello stock di prestiti per l’acquisto di abitazioni: a febbraio ha segnato una variazione del 4,8% anno su anno, confermandosi ai massimi dall’autunno 2011.
Tale dinamica, secondo uno studio di Intesa Sanpaolo, risente della forte ripresa registrata dal marzo 2021 in un contesto favorevole del mercato immobiliare residenziale e delle condizioni finanziarie, che ha generato un notevole flusso di erogazioni per nuovi contratti di mutuo (65 miliardi nell’intero 2021 con un aumento del 22% sul 2020 e del 28% sul 2019), difficilmente ripetibile nell’anno in corso, anche per gli inevitabili impatti legati alla crisi geopolitica internazionale.
Alla luce dei volumi considerevoli realizzati nel 2021, nel 1° bimestre 2022 le erogazioni lorde per nuovi contratti di mutuo sono rimaste di importo significativo ma hanno confermato il rallentamento della crescita. In valore assoluto sono state pari a circa 9 miliardi nei due mesi iniziali del 2022, con un aumento dell’1% a/a. Da marzo in poi i volumi del 2022 si confronteranno su base tendenziale con la fase più dinamica degli ultimi anni.
Con riguardo alle condizioni di accesso ai mutui casa, la più rilevante novità di inizio 2022 riguarda la sensibile ripresa del tasso fisso, salito a 1,50% a febbraio, 12 pb in più di fine 2021 quando però era sceso temporaneamente di 6 pb mese su mese. Il tasso variabile nel bimestre in esame è risultato invariato a 1,32%, allo stesso livello di fine 2021. Il tasso medio complessivo si è posizionato a febbraio a 1,49%, 10 pb in più di fine 2021 ed è stimato in ulteriore rialzo a fine marzo a 1,60% secondo le anticipazioni Abi.
Inoltre, secondo l’indagine sul credito bancario Bank Lending Survey (BLS), svolta tra il 7 e il 22 marzo, mentre i criteri di offerta applicati ai prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni sono risultati leggermente allentati nel 1° trimestre 2022, è stato rilevato un significativo inasprimento dei termini e condizioni generali praticati per l’approvazione di tali finanziamenti e un maggior margine sui prestiti più rischiosi. Del resto, le prospettive espresse per il 2° trimestre 2022 sono di criteri di offerta leggermente più rigidi.
Accanto a ciò, l’indagine ha mostrato una domanda di mutui casa tornata in negativo per la prima volta dal 1° trimestre 2021. Tra i fattori che hanno determinato la diminuzione della domanda vi sono una minor fiducia dei consumatori e il livello generale dei tassi di interesse.
Per il mercato residenziale, la performance positiva registrata nel 2021 ha visto la combinazione di scambi in crescita e proseguimento del rialzo dei prezzi. Il 2021 ha confermato la ripresa delle transazioni immobiliari iniziata l’anno precedente (nel trimestre +24% rispetto al 2019). Sempre nel corso del 2021 i prezzi delle abitazioni hanno dato conferma del trend di miglioramento emerso nel 2020, riportando una crescita del 2,5% a/a, sostenuta dalla dinamicità delle abitazioni nuove (+3,8%) e possibile grazie al buon risultato delle esistenti (+2,3%). Infine, l’ultimo sondaggio sul mercato delle abitazioni disponibile, svolto tra gennaio e febbraio 2022 e quindi antecedente al conflitto russo-ucraino, ha riportato attese leggermente più caute degli agenti immobiliari sulla situazione del mercato residenziale italiano a breve e a due anni.
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Giuseppina Di Foggia (Ansa)
Terna accelera sullo sviluppo della rete elettrica di trasmissione nazionale. Dal 2023, operativi interventi per oltre 2 miliardi di euro. L’amministratore delegato Di Foggia spiega: «Infrastrutture necessarie per un sistema flessibile e affidabile».
Nuove infrastrutture, integrazione delle energie rinnovabili e sicurezza della rete elettrica nazionale. È il quadro delineato da Terna, società guidata dall’ad Giuseppina Di Foggia, che entro il 2025 prevede di portare in esercizio interventi di sviluppo per circa 800 milioni di euro, confermando un impegno pluriennale che dal 2023 ha già visto entrare in funzione opere per oltre 2 miliardi di euro.
«Le opere di Terna entrate in esercizio rendono la trasmissione dell’energia più sicura e la rete più flessibile», ha dichiarato Di Foggia. «Il collegamento sottomarino con l’Isola d’Elba, il potenziamento della rete elettrica siciliana, le nuove interconnessioni con l’Austria e la Francia: infrastrutture sostenibili che rafforzano la rete e permettono di integrare nuova energia rinnovabile».
dal 2023 a oggi sono stati autorizzati oltre 80 progetti per un valore complessivo superiore ai 6 miliardi di euro, di cui 36 nuovi interventi nel corso dell’anno per circa 1 miliardo di euro, distribuiti su tutto il territorio nazionale. Tra questi, spiccano opere come la razionalizzazione della rete nella Brianza Ovest, la nuova stazione elettrica a Volpago (Treviso), l’elettrificazione delle banchine del porto di La Spezia e il riassetto del Quadrante Sud-Ovest di Roma.
L’importanza delle infrastrutture non si limita alla sicurezza della rete: esse svolgono un ruolo cruciale nell’integrazione delle fonti rinnovabili, elemento centrale del percorso di transizione energetica nazionale. «Gli interventi realizzati assicurano maggiore capacità di trasporto dell’energia dai punti di generazione alle aree di maggiore consumo», ha spiegato Di Foggia. «È la conferma della nostra capacità di esecuzione. E continueremo così: per garantire all’Italia un sistema elettrico più affidabile e pronto per le sfide del futuro».
Nel 2025, oltre 300 chilometri di nuovi collegamenti elettrici sono stati realizzati con soluzioni a ridotto impatto ambientale. Tra le opere principali, quelle pensate per i Giochi olimpici e paralimpici invernali di Milano-Cortina 2026, che prevedono oltre 130 chilometri di elettrodotti interrati, destinati a garantire una magliatura più robusta della rete elettrica e una maggiore affidabilità nella gestione dei picchi di domanda.
In Sicilia, la completata direttrice a 380 chilovolt Paternò-Pantano-Priolo rafforza la continuità del servizio e sostiene l’integrazione di fonti rinnovabili, tra cui solare ed eolico. Sul fronte delle interconnessioni internazionali, gli elettrodotti tra Italia e Francia, Italia e Austria e il collegamento sottomarino Elba-Continente hanno incrementato la capacità di scambio energetico e rafforzato la stabilità del sistema elettrico nelle regioni alpine e costiere.
Il programma di sviluppo di Terna non riguarda solo la costruzione di infrastrutture, ma anche l’innovazione tecnologica. Nel 2025 è stato predisposto il Piano di sicurezza, con interventi dedicati alla prevenzione e mitigazione dei disservizi attraverso l’introduzione di sistemi avanzati di monitoraggio e digitalizzazione delle reti. In parallelo, il Piano industriale del gruppo destina 2,3 miliardi di euro al potenziamento della sicurezza e della stabilità della rete nazionale, con l’installazione di nuove apparecchiature di regolazione, tra cui compensatori sincroni, reattori, Statcom e resistori stabilizzanti.
Gli interventi previsti e già autorizzati sono distribuiti su tutto il territorio nazionale e mirano a rafforzare la capacità di trasporto dell’energia dai punti di produzione alle zone a maggiore consumo, con un occhio alla sostenibilità ambientale e all’efficienza complessiva del sistema. Tra i progetti di rilevanza nazionale ed europea spiccano le interconnessioni sottomarine: il ramo Ovest del Tyrrhenian Link, tra Sicilia e Sardegna; il progetto Sa.Co.I 3 per il rinnovo e potenziamento dell’elettrodotto tra Sardegna, Corsica e Toscana; l’Adriatic Link tra Marche e Abruzzo; il ponte energetico Elmed, tra Italia e Tunisia; e l’elettrodotto Bolano-Annunziata tra Calabria e Sicilia.
La realizzazione di infrastrutture strategiche e l’adozione di tecnologie innovative rappresentano un elemento fondamentale per garantire affidabilità e sicurezza della rete. Oggi più che mai, in un contesto di crescente domanda energetica e transizione verso fonti rinnovabili, è necessario avere una rete elettrica flessibile e sicura.
La gestione delle interconnessioni internazionali è un altro tassello cruciale della strategia Terna. I collegamenti esistenti e le future opere, una volta in esercizio, permetteranno non solo di
scambiare energia elettrica in maniera efficiente, ma anche di aumentare la stabilità e la sicurezza del sistema energetico europeo. L’allacciamento sottomarino Elba-Continente, ad esempio, raddoppia la capacità di trasporto dell’isola, garantendo continuità di fornitura e maggiore affidabilità anche in condizioni di emergenza.
Oltre alla realizzazione fisica delle infrastrutture, Terna ha investito nella digitalizzazione della rete, implementando tecnologie che permettono di monitorare e gestire il flusso di energia in tempo reale. L’obiettivo è prevenire disservizi, ottimizzare la distribuzione e aumentare la resistenza della rete agli effetti dei cambiamenti climatici.
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Ursula Von der Leyen (Ansa)
Dopo aver sbattuto contro il muro, Ursula Von der Leyen s’inventa il divieto parziale per i motori termici. Ma è solo un’operazione d’immagine, non c’è politica industriale.
La Commissione europea si è appena autocelebrata per aver «rivisto» la sua follia del tutto elettrico al 2035, decretando che non ci sarà il bando totale dei motori a combustione e che l’obiettivo scende al 90%. In altre parole, si fa un passo indietro dopo lo schianto e poi si finge di aver aperto una porta. Una «svolta» dettata dalla crisi industriale e dal pressing delle case automobilistiche, con gli stabilimenti al rallentatore.
Quel 90% è una foglia di fico burocratica che consente agli ambientalisti di raccontare ai propri fedeli che il termico sopravviverà. Per completare l’opera, si spalma tutto con «compensazioni delle emissioni» per dare una patina di virtù contabile, incluso l’ineffabile «acciaio verde» che non esiste su scala industriale ed economicamente sostenibile, come ho mostrato nel mio libro «L’utopia dell’idrogeno». La Commissione persevera nel negare la libertà (neutralità) tecnologica, imponendo persino sotto-obiettivi: 7% di compensazione via acciaio a basse emissioni prodotto in Europa e 3% via biocarburanti.
I media italiani deludono: titoli trionfalistici su «vittoria», «retromarcia», «salta lo stop ai motori termici»… Anche Adolfo Urso sembra berci su, parlando di «una breccia nel muro dell’ideologia».
Anzi, è peggio di prima. Per mesi tutti si aspettavano una vera revisione, tanto la traiettoria era impraticabile. Invece Bruxelles concede quel 10%, ma zavorrato da condizioni che rendono il messaggio ancora più incomprensibile. Risultato: i costruttori non danno più credito alla parola pubblica e il segnale per gli investimenti diventa un guazzabuglio normativo. La «neutralità tecnologica» chiesta da un fronte guidato da Germania e Italia non è tornata: si continuano a imporre traiettorie anziché traguardi, con arbitrati politici all’ultimo minuto.
Questa è un’operazione d’immagine, non una politica industriale: ci viene servita la solita narrazione dell’«UE in avanguardia» e una roadmap «da rivedere al più presto», bella ammissione di impreparazione, camuffata da pragmatismo alla vigilia del pacchetto auto di dicembre 2025. Nel 2022 scrivevo: «Il compianto Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat‑Chrysler, dichiarò senza mezzi termini al Salone di Detroit 2014: “Non comprate le mie auto elettriche, perché perdo 10.000 euro a vettura”».
Eppure, i vertici dell’automotive hanno ceduto alle sirene della decarbonizzazione e, temendo di non apparire «verdi», hanno messo da parte la razionalità per applaudire le ingiunzioni delle Ong ambientaliste, di cui Ursula von der Leyen e Frans Timmermans sono diventati il megafono. Vale la pena ricordarlo: l’obiettivo degli ambientalisti non è mai stato favorire l’auto elettrica, bensì mettere in scacco l’automobile, il nemico da abbattere.
Il mercato non marcia al ritmo imposto. I pochi veicoli elettrici che vediamo sono trainati dall’obbligo per imprese e liberi professionisti di passare all’elettrico per accedere a sconti fiscali; per gli altri, piovono bonus, sussidi e detrazioni. Una costruzione altamente discriminatoria verso la maggioranza dei cittadini che non può permettersi vetture così costose.
L’Ue si scopre vulnerabile lungo l’intera catena del valore, stretta nella tenaglia tra i campioni cinesi e Tesla, mentre i costi lievitano e le dipendenze si consolidano.
Non facciamoci illusioni: se la Commissione ha peccato d’ideologia, molti top manager dell’auto hanno applaudito a vincoli ingestibili finché l’orchestra suonava. Oggi la fiducia dei cittadini è evaporata, non quella di certi leader politici che fanno finta di credere a un cambio di rotta della Commissione.
Dopo aver puntato tutto sulla decarbonizzazione dal 2019, Ursula von der Leyen non può permettersi di perdere la faccia: fino a fine mandato non cambierà una virgola. L’Ue continuerà a impantanarsi.
*Professore di geopolitica
dell’energia, funzionario della Commissione Ue in pensione
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(Totaleu)
Lo ha dichiarato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini durante le proteste degli agricoltori a Bruxelles in concomitanza del Consiglio europeo.














