2020-01-30
Case popolari ai rom e agli immigrati. La fase 2 giallorossa parte dal Lazio
La Regione di Nicola Zingaretti riserva il 10% degli alloggi agli abusivi. È soltanto un assaggio dei frutti che darà il patto tra Pd e 5 stelle.La soluzione partorita dal laboratorio giallorosso per gli occupanti abusivi di Roma è una sanatoria. Collettivi rossi, rom e clandestini già festeggiano per il primo provvedimento che parte dal consiglio regionale del Lazio, ma che rappresenta la fase 2 del governo. Uno schiaffo alle 12.500 famiglie regolari in attesa che scorra la graduatoria. Il governatore, Nicola Zingaretti, che è anche segretario del Partito democratico, aveva annunciato la manovra già a dicembre. E nella commissione consiliare si era scatenata una battaglia. Poi, aggirando i lavori della commissione, con un articolo aggiuntivo, gli uomini del cortocircuito giallorosso hanno tirato fuori il coniglio dal cilindro. E hanno mandato la proposta al consiglio per l'approvazione, sostenendo che non c'era tempo per discuterla in commissione. La consigliera pentastellata Roberta Lombardi ha presentato un ordine del giorno con il quale impegnava la giunta a risolvere la questione degli occupanti abusivi. La prima mossa di una precisa strategia. Sullo scacchiere si è quindi mossa un'altra pedina: Marta Bonafoni, della lista civica Zingaretti, che ha presentato l'emendamento al Collegato di bilancio (che era in discussione ieri). A sostenerlo si sono schierati Alessandro Capriccioli, radicale di +Europa, il dem Eugenio Patanè, che è anche presidente della Commissione lavori pubblici, e lo zingarettiano Paolo Ciani. Ultima mossa: la firma del grillino Marco Cacciatore, che certifica la stampella pentastellata al Partito democratico.Dopo due tentativi dem di emendare la legge di stabilità finiti nel nulla per lo sbarramento del centrodestra, nel giorno della discussione in consiglio regionale, insomma, Zingaretti incassa l'aiutino del Movimento 5 stelle.L'emendamento è all'articolo 15 bis e ha come titolo: «Semplificazione sulle procedure amministrative per le occupazioni di alloggi di edilizia residenziale pubblica destinata all'assistenza abitativa». Detta così potrebbe sembrare una manovra per snellire le pratiche di chi ha diritto agli alloggi. Ma nel testo si legge in modo chiaro che la Regione si impegna a «predisporre un bando pubblico a cui sono invitati a partecipare tutti gli occupanti senza titolo e poi delega i Comuni all'assegnazione». A loro è prevista una riserva del 10 per cento sul totale degli alloggi. Con l'approvazione dell'emendamento, quindi, anche chi non ha permesso di soggiorno in regola, chi ha l'Isee sballato, chi non ha un contratto di lavoro e perfino chi non ha residenza anagrafica potrà entrare nelle graduatorie da regolare. Un giocone, che non trova precedenti nella giurisprudenza italiana e che andrebbe a sottrarre unità abitative a chi è già in lista per l'assegnazione. Aveva partecipato ai lavori della commissione una consigliera leghista, Laura Corrotti, che, ieri, ha denunciato il tentato colpo di mano: «Ci troviamo nuovamente davanti all'ennesima ingiustizia nei confronti di chi attende, in fila, un alloggio popolare da anni. Sicuramente tra di essi ci saranno anche dei casi sociali particolari, urgenti e fragili, ma c'è anche la necessità di rispettare le leggi e mettere dei paletti per garantire una casa a tutti coloro che sono regolarmente in lista d'attesa». A Roma, per esempio, a conti fatti, si tratta di 12.500 famiglie. Con l'attuale ritmo di assegnazione è previsto che l'ultima entrerà in un alloggio popolare tra 25 anni, ovvero nel 2045. «Pur avendo a cuore i casi particolari, sapendo che ci sono strumenti per aiutarli», dice alla Verità la consigliera Corrotti, «non si possono creare situazioni illegali». E aggiunge una lettura tutta politica dell'accaduto: «Sulle occupazioni abusive, il collega Cacciatore entra ufficialmente nella maggioranza della Regione Lazio». L'alleanza giallorossa, secondo la consigliera leghista, «è sbarcata anche in consiglio regionale, con il Movimento 5 stelle che sposa la battaglia della maggioranza con il copia e incolla dell'articolo 10, ritirato poi in commissione bilancio durante la legge di stabilità». Altro che sgomberi. Gli irregolari si sono già organizzati. Tant'è che ieri, mentre era in corso la discussione in aula, i movimenti autonomi per la casa hanno manifestato a via della Pisana, proprio davanti alla sede del consiglio regionale. «Siamo in centinaia davanti al consiglio regionale, richiediamo un nuova politica pubblica per la casa, nuovi provvedimenti che affrontino l'emergenza abitativa, regolarizzazione degli inquilini senza titolo delle case popolari, rilancio della gestione del patrimonio abitativo pubblico. Ci aspettiamo che vengano mantenuti gli impegni presi, ribaditi anche dall'assessore Valeriani», comunica Asia Usb dalla sua pagina Facebook. Massimiliano Valeriani ha la delega alle Politiche abitative e in passato si era espresso definendo la riforma come una misura «dettata dal buon senso, che serve a dare una risposta all'esercito di senzacasa stipati in edifici fatiscenti, che spesso si trasformano in fortini dell'illegalità».La leghista, per scongiurare il salvacondotto per collettivi rossi, clandestini e rom, ha presentato una settantina di emendamenti. Ai quali se ne aggiungerà uno di Fratelli d'Italia che mira a introdurre «il principio di residenzialità nei criteri per le graduatorie di assegnazione degli alloggi». Un modo per garantire la precedenza a chi vanta una lunga permanenza sul territorio.