2020-10-06
Casaleggio rischia di fare del male a Conte
L'incidente tra grillini puristi (che contano su una ventina di senatori) e partitisti può sempre avvenire, magari sul Mes. Ma c'è chi sostiene che dividersi potrebbe essere un modo per recuperare i consensi persi, soprattutto se si andrà a votare con il proporzionale.«Aspettiamo gli Stati generali con l'augurio che ci si possa confrontare tutti quanti insieme. Per il governo non c'è proprio nessun problema»: la senatrice Barbara Lezzi, vicinissima ad Alessandro Di Battista, affida a La Verità la sua riflessione su quanto sta accadendo nel M5s. La guerra totale tra Davide Casaleggio e Di Battista (contrarissimi al governo col Pd) da un lato e il resto del Movimento dall'altra non avrà, secondo la Lezzi, ripercussioni sulla tenuta del governo guidato da Giuseppe Conte. Eppure, il braccio di ferro in corso non può non destabilizzare l'esecutivo. Domenica scorsa, nel giorno dell'11° compleanno del M5s, Davide Casaleggio è uscito allo scoperto, con un post durissimo pubblicato sul Blog delle Stelle: «Per 15 anni», ha scritto il figlio di Gianroberto, «ho prestato la mia attività gratuitamente per un'idea di partecipazione collettiva. Quando mi è stata offerta la guida di un ministero, ho rifiutato pensando che il ruolo di supporto del movimento fosse più importante. Qualora, per qualche motivo, si avviasse la trasformazione in un partito», ha avvertito il presidente dell'Associazione Rousseau, «il nostro supporto non potrà più essere garantito. Il partitismo», ha concluso Davide Casaleggio, «è incompatibile con l'idea di movimento, di unicità e di partecipazione che è racchiuso in quel simbolo disegnato sulla scrivania di mio padre». No alla trasformazione del M5s da movimento in partito, dunque: il post di Casaleggio è un attacco durissimo a Luigi Di Maio e a tutti gli esponenti pentastellati che hanno abbandonato l'aspetto rivoluzionario del M5s delle origini, diventando un partito (oggi un piccolo partito, superato - secondo il sondaggio di La7 - anche da Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni) a tutti gli effetti. Il post è stato rilanciato su Facebook da Alessandro Di Battista, e poche ore dopo è arrivata la «scomunica» del comitato di garanzia del M5s, composto da Giancarlo Cancelleri, Roberta Lombardi e Vito Crimi: «Il Blog delle Stelle», hanno scritto i tre, «è il canale ufficiale del M5s e Davide Casaleggio non ricopre alcuna carica nel Movimento 5 stelle. Il post pubblicato sul Blog delle Stelle a firma Davide Casaleggio rappresenta una sua iniziativa, personale e arbitraria. Il fatto che il Blog delle Stelle sia gestito dall'Associazione Rousseau», hanno sottolineato Crimi, Cancelleri e Lombardi, «non autorizza il suo presidente a utilizzarla per veicolare suoi messaggi personali non condivisi con gli organi del M5s». Ieri è arrivata la controreplica dell'Associazione Rousseau: «In merito al comunicato del Comitato di garanzia del MoVimento 5 stelle pubblicato ieri su Facebook», ha fatto sapere l'azienda di Casaleggio, «si specifica che il Blog delle Stelle è il blog ufficiale sia del M5s che dell'Associazione Rousseau. Pertanto Davide Casaleggio, in quanto presidente dell'Associazione Rousseau, è pienamente titolato a pubblicare i suoi articoli sul Blog».Fin qui le polemiche «in chiaro», ma dietro le quinte nessuno giura che lo strappo tra la corrente «purista» Dibba-Casaleggio e i «governisti» non possa provocare un incidente parlamentare con conseguente caduta del governo. A Palazzo Madama la maggioranza è appesa a un filo, stando a indiscrezioni attendibili sono circa 20 i senatori, a partire dalla Lezzi, che si riconoscono nella linea purista, e a partire dall'eventuale dibattito sul Mes le occasioni per far crollare tutto non mancano. Ieri un punto a favore dei governisti è arrivato da Pomigliano d'Arco, in provincia di Napoli, la città natale di Luigi Di Maio. Il candidato a sindaco Gianluca Del Mastro, sostenuto da una coalizione con Pd e M5s, ha vinto al ballottaggio. «Dal territorio», ha commentato Di Maio, «arriva nuova linfa, nuova energia, nuove idee per tutti noi. Vince il modello coalizione, il modello dell'apertura verso gli altri, verso i territori, verso le persone. Voluto e votato fortemente dagli iscritti».Un invito all'unità è arrivato dal sottosegretario alla Cultura, Anna Laura Orrico, considerata da tutto il M5s come una donna estranea alla guerra tra fazioni: «Non condivido i personalismi», ha scritto la Orrico su Facebook, «ammiro chi fa lavoro di squadra e preferisce confrontarsi in una pubblica assise piuttosto che rilasciare continue interviste o adottare la filosofia delle ritorsioni solo perché non si viene ascoltati: il Movimento è nato proprio per dare voce a tutti, soprattutto a chi non l'aveva, e forse da lì bisognerebbe ripartire per non smarrire la strada».Infine, una indiscrezione clamorosa: «Chi vi dice», sussurra a La Verità un big pentastellato, «che dividerci in due M5s, uno di lotta e uno di governo, non possa essere un modo per recuperare i consensi persi? Del resto, se si andrà a votare con il proporzionale, lo spazio ci sarebbe…».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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