2022-03-08
Carri armati russi alle porte di Kiev. Pure l’Italia nella lista nera di Putin
Ancora bombe sulle principali città e vittime civili. L’esercito di Mosca avanza nella periferia della capitale. Rappresaglia dello zar dopo le sanzioni: i creditori dei Paesi definiti ostili saranno rimborsati in rubli. L’avanzata russa in Ucraina procede, lentamente ma inesorabilmente, e i carri armati di Putin sono ormai alla periferia nord-ovest di Kiev. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Ivanovyč Kuleba, ieri pomeriggio ha riferito di bombardamenti russi su Kiev, Mariupol, Volnovakha, Sumy, Mykolaiv, Kharkiv e altre città, paesi e villaggi. Odessa, città del sud e principale porto dell’Ucraina, sul Mar Nero, è attaccata sia da terra che dal mare. Ieri mattina il portavoce del quartier generale operativo dell’amministrazione militare regionale di Odessa, Serhiy Bratchu, ha riferito che una nave russa, la Vasily Byko è stata colpita da un missile ucraino al largo della città. Secondo fonti ucraine, non confermate, sarebbe stata distrutta: in rete circolano vorticosamente le immagini di una alta nuvola di fumo che si alza da una nave al largo di Odessa. «Il nemico si è ritirato ancora», si legge in una nota della marina militare ucraina. Intanto, Kiev si prepara all’assalto dell’esercito di Mosca: Irpin e Bucha, due cittadine che si trovano nelle immediate vicinanze della capitale, sono state colpite da pesanti bombardamenti. A Irpin, tra gli edifici vicini, la Cnn ha geolocalizzato carri armati russi pronti a dare il via alle operazioni. Qui ha trovato la morte, nel corso degli scontri, il noto attore e conduttore tv ucraino Pasha Lee. Aveva 33 anni e si era arruolato nelle truppe ucraine il primo giorno dell’inizio dell’invasione russa. A riportare la notizia della sua morte è stata l’agenzia di stampa ucraina Ukrinform citando il capo della Unione nazionale dei giornalisti, Serhiy Tomilenko. «Mi aspetto un attacco da un minuto all’altro», ha detto il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, all’emittente televisiva francese BfmTv, «le sirene d’allarme suonano dieci, venti volte al giorno. La gente passa molto tempo nei bunker, abbiamo avuto anche delle esplosioni in città. Feroci battaglie sono in corso vicino a Kiev. Il nemico sta distruggendo Bucha, Hostomel, Vorzel, Irpin con particolare furia. Stanno uccidendo deliberatamente i civili. Il sindaco di Gostomel, Yuriy Prylypko», ha aggiunto Klitschko, «è morto mentre distribuiva pane e medicine a persone. Ogni mattina mi sveglio e spero che quello che è successo sia stato un incubo. Ma vedo la realtà, vedo gente che muore, sento bambini piangere, la città è praticamente vuota, c’è tanta gente armata». Almeno 13 persone sono morte nel bombardamento contro un panificio industriale a Makariv, a circa 50 chilometri a ovest di Kiev. Il Kyiv Independent aggiunge che cinque persone sono state salvate, ma potrebbero anche esserci più vittime, perché nel panificio lavoravano 30 persone. Per il governo ucraino, i danni provocati dall’invasione ammontano finora a 10 miliardi di dollari, spiegando che per le riparazioni ci vorranno tra uno e due anni. Intanto, la vicesegretaria di Stato Usa, Wendy Sherman, ha riferito che l’invio di armi all’Ucraina potrebbe complicarsi nei prossimi giorni. Ieri il governo di Mosca ha stilato un elenco di «Paesi ostili» alla Russia, ai quali le aziende russe, pubbliche e private, devono ripagare i propri debiti in rubli, inclusi quindi i bond. L’elenco include tra gli altri i paesi dell’Unione Europea, Australia, Regno Unito, Canada, Monaco, Corea del Sud, Stati Uniti, Svizzera e Giappone. I creditori di Stati non collocati in questa lista, possono invece ricevere il pagamento in valuta estera con un permesso speciale. La Russia, secondo Bloomberg, sta cercando di dimostrare che può continuare a onorare i suoi obblighi finanziari nelle ore in cui dilaga l’incertezza sulle prospettive economiche di Mosca, che potrebbe andare in default ed essere quindi inadempiente sul pagamento del debito. Peggiora intanto la crisi del rublo sui mercati valutari, in seguito alle sanzioni internazionali. La valuta di Mosca, in forte flessione verso tutte le altre monete, ieri veniva cambiata a 150 sul dollaro, dopo aver toccato un minimo storico di 162, con la valuta americana che è arrivata a guadagnare fin quasi il 32%. Se all’inizio del 2022 bastavano 75 rubli per un dollaro, ora ne servono il doppio. Le conseguenze di questa decisione sono potenzialmente gravissime, visto che il rublo, andando avanti di questo passo, rischia di diventare carta straccia. In gioco, stando all’Ansa, ci sono circa 310 miliardi di dollari di debiti verso l’estero delle aziende russe, 75 miliardi di passivo delle banche russe, 67 miliardi di bond governativi. È a questi che si applicano le nuove regole, ma con il potenziale di allargarsi ad altre posizioni debitorie di Mosca, che ha debiti complessivi verso l’estero per poco meno di 500 miliardi. Per quanto riguarda l’Italia, pesano soprattutto i 25 miliardi di crediti del settore bancario verso la Russia. Il governo di Kiev ieri ha annunciato che l’Ucraina ha sospeso le esportazioni di alcuni prodotti a causa del crescente rischio di carenza di cibo. Sono state sospese le esportazioni di carne, segale, avena, grano saraceno, zucchero, miglio e sale. Allo stesso tempo, le esportazioni di grano, mais, pollame, uova e olio saranno consentite solo con il permesso del ministero dell’Economia.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)
Giorgia Meloni ad Ancona per la campagna di Acquaroli (Ansa)
«Nessuno in Italia è oggetto di un discorso di odio come la sottoscritta e difficilmente mi posso odiare da sola. L'ultimo è un consigliere comunale di Genova, credo del Pd, che ha detto alla capogruppo di Fdi «Vi abbiamo appeso a testa in giù già una volta». «Calmiamoci, riportiamo il dibattito dove deve stare». Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nel comizio di chiusura della campagna elettorale di Francesco Acquaroli ad Ancona. «C'é un business dell'odio» ha affermato Giorgia Meloni. «Riportiamo il dibattito dove deve stare. Per alcuni è difficile, perché non sanno che dire». «Alcuni lo fanno per strategia politica perché sono senza argomenti, altri per tornaconto personale perché c'e' un business dell'odio. Le lezioni di morale da questi qua non me le faccio fare».
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