Nel suo discorso il nuovo sovrano ha ricordato la regina e fatto capire che non ha intenzione di defilarsi in favore del principe William. Domani la proclamazione ufficiale in diretta tv per la prima volta nella storia. Parole d’affetto anche per Harry e Megan. Le prime parole di re Carlo III sono state in memoria di sua madre, la sua amata «mama», che gli è stata di ispirazione e di esempio per una vita di dedizione alla nazione. «Io ripeto oggi la promessa che lei fece a suo tempo: di essere al vostro servizio fino alla fine della mia vita» ha detto in apertura del discorso ufficiale alla nazione, un video di circa 10 minuti diffuso in tv alle 19, ora italiana. Con le sue dichiarazioni Carlo ha proclamato di volersi dedicare in toto alla Gran Bretagna, pronto a rinunce e sacrifici come sua madre, mettendo a tacere coloro che ipotizzavano volesse impegnarsi solo per un breve periodo, considerati i suoi 73 anni, lasciando poi spazio al figlio William, ora erede al trono. Nel discorso, invece, Carlo III ha rivolto parole precise anche ai suoi figli. Ha assegnato a William e a sua moglie Catherine il ruolo di principi di Galles (il suo vecchio titolo) assicurando che si occuperanno al meglio di questo incarico. Poi ha voluto inviare il suo amore al figlio Harry e a sua moglie Megan, che continueranno la loro vita negli Usa. Ancora, ha promesso che difenderà i principi della Chiesa di Inghilterra; che applicherà i principi della Costituzione; che rispetterà il Parlamento. Infine, si è stretto ai sudditi nel dolore per la perdita della loro regina, un elemento che condivide con loro e glieli fa sentire vicini, quasi fossero una famiglia. Un discorso che è una dichiarazione d’intenti, arrivato al termine di una lunga giornata, iniziata con il viaggio verso Londra, durante il quale re Carlo III ha avuto qualche ora da dedicare al lutto privato, prima di essere risucchiato in un protocollo complesso di saluti e organizzazioni. Alle 16,13, ora italiana, il nuovo sovrano è arrivato a Buckingham Palace, dove la folla lo attendeva. Ha salutato i suoi sudditi, stretto mani, ricevuto un bacio e un abbraccio da una donna che lo voleva consolare. Poi ha camminato fino all’ingresso principale del Palazzo, dove ha tradito un attimo di commozione. Subito dopo il nuovo sovrano ha incontrato Edward Fitzalan-Howard, duca di Norfolk, per approvare il piano per i funerali e definire il periodo di lutto nazionale, che si è aperto ieri e che si protrarrà per le prossime settimane, fino a 7 giorni dopo il funerale, che potrebbe essere celebrato lunedì 19 settembre e cui parteciperà anche il presidente americano Biden. Ad osservare il lutto saranno i membri della famiglia reale e coloro che lavorano per la famiglia Windsor, mentre musei e associazioni sportive sono state lasciate libere di agire come preferiscono. Il campionato di Premier League è stato sospeso per questo fine settimana e anche le riprese della serie televisiva The Crown sono stata messe in pausa.Londra, del resto, ieri ha quasi congelato i suoi ritmi, per concentrarsi sugli eventi relativi alla casa reale: da un lato il dolore per la sovrana perduta, dall’altro la celebrazione del nuovo re. Migliaia di persone hanno sentito risuonare le campane a mezzogiorno per salutare Elisabetta II e hanno ascoltato in diretta l’eulogia pronunciata dal primo ministro Liz Truss, che ha ricevuto l’incarico dalla regina martedì, in quello che è stato il suo ultimo atto ufficiale. L’ha descritta come «uno dei più grandi leader che il mondo abbia mai conosciuto» e l’ha definita come «la roccia su cui è stata costruita la moderna Gran Bretagna». Una donna che ha dedicato la sua intera vita alla Gran Bretagna e che non ha mai messo sé stessa prima del regno.L’abnegazione della sovrana ha stregato i suoi sudditi, che ieri hanno osservato una processione di 71 cavalli galoppare verso Hyde Park, prima che venissero sparate in onore della sovrana defunta 96 serie di colpi di fucile, tante quanti i suoi anni. Migliaia di persone hanno lasciato fiori e biglietti a Green Park e Hyde Park a Londra e a Cambridge Gate a Windsor. Alle 18,26, ora italiana, re Carlo III ha incontrato il capo del governo Liz Truss. Un dialogo avvenuto prima della trasmissione del discorso ufficiale alla nazione e della cerimonia alla Cattedrale di Saint Paul, cui hanno preso parte il primo ministro, politici e amministratori, ma anche duemila persone del popolo.Carlo III sarà proclamato re oggi alle 11, ora italiana, a Saint James Palace in una cerimonia che verrà trasmessa in tv per la prima volta nella storia e che si concluderà con la lettura ufficiale della proclamazione dal balcone che si affaccia su Friary Court al St James Palace. Una seconda proclamazione avverrà in un’altra zona centrale di Londra e altre ne seguiranno domani in Scozia, Irlanda del Nord e Galles. Oggi ci sarà anche una seduta straordinaria del Parlamento, durante la quale i deputati giureranno al nuovo re e faranno discorsi di cordoglio per la regina e un augurio finale al sovrano. Presto il suo volto verrà immortalato su banconote e francobolli, anche se quelli in circolazione - dedicati ad Elisabetta II - continueranno ad avere valore. L’ennesimo tributo di affetto per una sovrana che ha fatto la storia e che non sarà facile sostituire.
Antonio Scurati (Ansa)
Eccoli lì, tutti i «veri sapienti» progressisti che si riuniscono per chiedere all’Aie di bandire l’editore «Passaggio al bosco» dalla manifestazione «Più libri più liberi».
Sono tutti lì belli schierati in fila per la battaglia finale. L’ultima grande lotta in difesa del pensiero unico e dell’omologazione culturale: dovessero perderla, per la sinistra culturale sarebbe uno smacco difficilmente recuperabile. E dunque eccoli, uniti per chiedere alla Associazione italiana editori di cacciare il piccolo editore destrorso Passaggio al bosco dalla manifestazione letteraria Più libri più liberi. Motivo? Tale editore sarebbe neofascista, apologeta delle più turpi nefandezze novecentesche e via dicendo. In un appello rivolto all’Aie, 80 autori manifestano sdegno e irritazione. Si chiedono come sia possibile che Passaggio al bosco abbia trovato spazio nella fiera della piccola editoria, impugnano addirittura il regolamento che le case editrici devono accettare per la partecipazione: «Non c’è forse una norma - l’Articolo 24, osservanza di leggi e regolamenti - che impegna chiaramente gli espositori a aderire a tutti i valori espressi nella Costituzione italiana, nella Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione europea e nella Dichiarazione universale dei diritti umani e in particolare a quelli relativi alla tutela della libertà di pensiero, di stampa, di rispetto della dignità umana? Poniamo quindi queste domande e preoccupazioni all’attenzione dell’Associazione italiana editori per aprire una riflessione sull’opportunità della presenza di tali contenuti in una fiera che dovrebbe promuovere cultura e valori democratici». Memorabile: invocano la libertà di pensiero per chiedere la censura.
Olivier Marleix (Ansa)
Pubblicato post mortem il saggio dell’esponente di spicco dei Républicains, trovato impiccato il 7 luglio scorso «Il presidente è un servitore del capitalismo illiberale. Ha fatto perdere credibilità alla Francia nel mondo».
Gli ingredienti per la spy story ci sono tutti. Anzi, visto che siamo in Francia, l’ambientazione è più quella di un noir vecchio stile. I fatti sono questi: un politico di lungo corso, che conosce bene i segreti del potere, scrive un libro contro il capo dello Stato. Quando è ormai nella fase dell’ultima revisione di bozze viene tuttavia trovato misteriosamente impiccato. Il volume esce comunque, postumo, e la data di pubblicazione finisce per coincidere con il decimo anniversario del più sanguinario attentato della storia francese, quasi fosse un messaggio in codice per qualcuno.
Roberto Gualtieri (Ansa)
Gualtieri avvia l’«accoglienza diffusa», ma i soldi andranno solo alla Ong.
Aiutiamoli a casa loro. Il problema è che loro, in questo caso, sono i cittadini romani. Ai quali toccherà di pagare vitto e alloggio ai migranti in duplice forma: volontariamente, cioè letteralmente ospitandoli e mantenendoli nella propria abitazione oppure involontariamente per decisione del Comune che ha stanziato 400.000 euro di soldi pubblici per l’accoglienza. Tempo fa La Verità aveva dato notizia del bando comunale con cui è stato istituito un servizio di accoglienza che sarà attivo dal 1° gennaio 2026 fino al 31 dicembre 2028. E ora sono arrivati i risultati. «A conclusione della procedura negoziata di affidamento del servizio di accoglienza in famiglia in favore di persone migranti singole e/o nuclei familiari o monogenitoriali, in possesso di regolare permesso di soggiorno, nonché neomaggiorenni in carico ai servizi sociali», si legge sul sito del Comune, «il dipartimento Politiche sociali e Salute comunica l’aggiudicazione del servizio. L’affidamento, relativo alla procedura è stato aggiudicato all’operatore economico Refugees Welcome Italia Ets».
2025-12-03
Pronto soccorso in affanno: la Simeu avverte il rischio di una crisi strutturale nel 2026
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iStock
Secondo l’indagine della Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza, dal 2026 quasi sette pronto soccorso su dieci avranno organici medici sotto il fabbisogno. Tra contratti in scadenza, scarso turnover e condizioni di lavoro critiche, il sistema di emergenza-urgenza rischia una crisi profonda.
Il sistema di emergenza-urgenza italiano sta per affrontare una delle sue prove più dure: per molti pronto soccorso l’inizio del 2026 potrebbe segnare una crisi strutturale del personale medico. A metterne in evidenza la gravità è Alessandro Riccardi, presidente della Simeu - Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza - al termine di un’indagine che fotografa uno scenario inquietante.






