2025-02-24
Carlo Fidanza: «Sul fine vita non vogliamo solisti»
L’europarlamentare di Fdi: «Non apprezziamo nel metodo e nel merito le scelte di Bertolaso in Lombardia. Col suo vertice Macron ha fatto un autogol e indebolito l’Europa. Allontanarci dall’America sarebbe sbagliato».Carlo Fidanza, capogruppo europeo di Fratelli d’Italia e vicepresidente dei Conservatori europei, ha guidato la delegazione meloniana al Cpac, la grande convention dei conservatori svoltasi a Washington. Come è stato accolto l’intervento di Giorgia Meloni, dopo quello di Trump?«Giorgia è amata da quel popolo, che l’ha scoperta anni fa quando ancora navigavamo al 4%. Ha fatto un ottimo intervento, che ha saputo tenere insieme i valori della destra, l’interesse nazionale e il futuro dell’Occidente, che unito deve salvarsi dal declino. Senza venir meno a una coerenza di posizione su dazi e Ucraina».Eppure solo qualche ora prima Steve Bannon si è era preso la scena alla convention delle destre a Washington. Come con Musk, anche lui si è presentato alla platea col braccio teso. Il lepenista Jordan Bardella ha annullato la partecipazione alla kermesse. Cosa è successo?«In realtà né Musk né Bannon hanno fatto quel gesto. Ero presente mentre Bannon parlava, ha semplicemente salutato la platea con alcuni gesti casuali. Abbiamo decine di immagini analoghe di politici di sinistra che fanno gesti simili e ovviamente nessuno dice nulla. Sono saliti sul palco alcuni ostaggi israeliani e il ministro israeliano per la diaspora, e alla presenza di Bannon è stata approvata una risoluzione pro Israele. Parlare di antisemitismo al Cpac è lunare. Mi dispiace che Bardella abbia alimentato questa polemica ridicola, forse si è fatto ingannare da un fotogramma equivoco. Per esperienza, non bisogna mai fare il gioco della sinistra».Intanto a Berlino, panico per l’accoltellamento di un uomo vicino al memoriale per l’Olocausto, e a Mulhouse in Francia un altro jihadista ha ucciso un uomo.«Appunto, mentre la sinistra in Italia e in Europa si occupa di Bannon, l’antisemitismo colpisce e l’islamismo dilaga per le strade d’Europa, anche a causa di un’immigrazione fuori controllo. Tutti gli individui radicalizzati noti alle autorità devono essere espulsi, prima che sia troppo tardi».Dopo i siluri di Donald Trump contro Zelensky, giudicato «un dittatore senza elezioni», come si posiziona il governo italiano?«Fa bene Giorgia Meloni a non partecipare a polemiche sterili. Siamo nel pieno di una trattativa delicata, che va dalle garanzie di sicurezza per l’Ucraina, all’accordo sulle materie prime fino alla richiesta all’Europa di aumentare le spese militari. Trump va preso sul serio ma mai alla lettera, perché si rischia di fare il gioco di chi vuole dividere l’Occidente. Non potrà esserci una pace duratura senza presenza americana, per questo allontanare le due sponde dell’Atlantico non è affatto una buona idea».Qual è stata la risposta dell’Europa all’accelerazione trumpiana? L’incontro di Parigi organizzato da Macron non sembra aver dato buoni risultati, né sul piano delle decisioni concrete, né sul piano dell’immagine.«Macron, per appagare il proprio ego, ha fatto un autogol clamoroso. Il fatto stesso che abbia dovuto convocare precipitosamente un secondo vertice con i leader dei Paesi che erano stati esclusi dal primo, dove già erano emerse posizioni molto differenti, dà l’idea di una gestione disastrosa da cui l’Europa esce indebolita. E quando non hai una posizione unitaria, è difficile ottenere un posto dignitoso al tavolo del negoziato».Qual è il Paese guida in Europa?«Scholz è al capolinea, Macron è debolissimo e quindi sgomita in cerca di rivalse in politica estera. Ora con Trump serve un approccio pragmatico, e per una volta lo ha avuto Ursula von Der Leyen, che ha spedito a Washington il commissario al commercio Sefcovic per trattare sui dazi. In questo quadro, l’Italia può ritagliarsi un ruolo da protagonista».L’Europa ha il diritto di farsi valere al tavolo della trattativa Usa-Russia?«Sì, perché ha sostenuto l’Ucraina sul piano finanziario, militare e umanitario, e ha subìto il peso delle proprie sanzioni contro la Russia, che hanno fatto male alle nostre aziende. Ma se uno si approccia al tavolo con la spocchia di chi vuole comandare non avendone i mezzi, è inevitabile che gli altri pensino di fare da soli».Il voto in Germania cambierà gli equilibri in Europa?«Al di là dell’affermazione dell’Afd, per l’Europa il rischio è che un nuovo governo di coalizione tra cristiano-democratici e socialisti, con la possibile aggiunta dei verdi, rallenti la convergenza tra Ppe e conservatori, indispensabile per fermare le follie green di Timmermans e l’immigrazione incontrollata. Un nuovo inciucio che metterebbe definitivamente in ginocchio l’industria europea, aggirando il voto popolare delle ultime Europee».C’è spazio per il rilancio di una difesa comune europea?«Noi lavoriamo per una difesa comune, che rappresenti il pilastro europeo della Nato. Abbiamo accolto con favore la disponibilità di Von der Leyen a valutare l’esclusione delle spese per la difesa dal patto di stabilità. È una storica richiesta di Fratelli d’Italia e del governo Meloni, ed è l’unica possibilità per molti Paesi europei di aumentare da subito i propri investimenti militari senza toccare la carne viva della gente».Dopo l’improvvisa dichiarazione di Giuseppe Conte a favore di Trump, il campo largo è deflagrato sull’Ucraina. Che impressione le fa?«Sono divisi su tutto, non hanno un progetto alternativo per l’Italia né tantomeno uno straccio di politica estera, dove per fortuna Meloni giganteggia. Non fanno altro che inseguire Landini che aizza la rivolta sociale, sostengono acriticamente la magistratura politicizzata, praticano un antifascismo aggressivo e fuori dal tempo. Alla Camera recentemente hanno organizzato un convegno per infangare la memoria di Giorgio Almirante e Pino Rauti. Lo organizza il Pd, erede di quel Pci che nel dopoguerra ha sostenuto la dittatura più sanguinaria della storia».Rimasto sorpreso dalla condanna del sottosegretario Delmastro?«Siamo rimasti tutti amareggiati perché, dopo i chiarimenti dell’ex capo del Dap Basentini e tre richieste di archiviazione e assoluzione, ci aspettavamo una sentenza in linea con questi orientamenti, dunque siamo perplessi sulla natura di questa sentenza. Proprio ora che si ipotizzava almeno un tentativo di dialogo tra governo e Anm, guarda caso arriva una sentenza che riacuisce il clima. Piena fiducia a Delmastro e massimo impegno per portare avanti la nostra riforma della giustizia, come promesso agli italiani. Non ci lasceremo condizionare».Sul suicidio assistito siete entrati in polemica con l’assessore al welfare della regione Lombardia, Guido Bertolaso. Lamentate di non essere stati consultati, anche se Bertolaso dice che quella è «la strada giusta».«Da tempo si parla di un intervento legislativo a livello nazionale. In mancanza di questo, su un argomento così delicato, sarebbe stata opportuna maggiore cautela da parte di Bertolaso: non abbiamo apprezzato né il merito né il metodo della scelta. Su questo tema e in generale sulla sanità lombarda, ci aspettiamo meno atteggiamenti da “solista” e più condivisione delle scelte».
Antonio Tajani (Ansa)
Alla Triennale di Milano, Azione Contro la Fame ha presentato la Mappa delle emergenze alimentari del mondo, un report che fotografa le crisi più gravi del pianeta. Il ministro Tajani: «Italia in prima linea per garantire il diritto al cibo».
Durante le Giornate Contro la Fame, promosse da Azione Contro la Fame e inaugurate questa mattina alla Triennale di Milano, è stato presentato il report Mappa delle 10 (+3) principali emergenze alimentari globali, un documento che fotografa la drammatica realtà di milioni di persone colpite da fame e malnutrizione in tutto il mondo.
All’evento è intervenuto, con un messaggio, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha espresso «gratitudine per il lavoro prezioso svolto da Azione Contro la Fame nelle aree più colpite dalle emergenze alimentari». Il ministro ha ricordato come l’Italia sia «in prima linea nell’assistenza umanitaria», citando gli interventi a Gaza, dove dall’inizio del conflitto sono state inviate 2400 tonnellate di aiuti e trasferiti in Italia duecento bambini per ricevere cure mediche.
Tajani ha definito il messaggio «Fermare la fame è possibile» un obiettivo cruciale, sottolineando che l’insicurezza alimentare «ha raggiunto livelli senza precedenti a causa delle guerre, degli eventi meteorologici estremi, della desertificazione e dell’erosione del suolo». Ha inoltre ricordato che l’Italia è il primo Paese europeo ad aver avviato ricerche per creare piante più resistenti alla siccità e a sostenere progetti di rigenerazione agricola nei Paesi desertici. «Nessuna esitazione nello sforzo per costruire un futuro in cui il diritto al cibo sia garantito a tutti», ha concluso.
Il report elaborato da Azione Contro la Fame, che integra i dati dei rapporti SOFI 2025 e GRFC 2025, individua i dieci Paesi con il maggior numero di persone in condizione di insicurezza alimentare acuta: Nigeria, Sudan, Repubblica Democratica del Congo, Bangladesh, Etiopia, Yemen, Afghanistan, Pakistan, Myanmar e Siria. In questi Paesi si concentra oltre il 65% della fame acuta globale, pari a 196 milioni di persone. A questi si aggiungono tre contesti considerati a rischio carestia – Gaza, Sud Sudan e Haiti – dove la situazione raggiunge i livelli massimi di gravità.
Dal documento emergono alcuni elementi comuni: la fame si concentra in un numero limitato di Paesi ma cresce in intensità; le cause principali restano i conflitti armati, le crisi climatiche, gli shock economici e la fragilità istituzionale. A complicare il quadro contribuiscono le difficoltà di accesso umanitario e gli attacchi agli operatori, che ostacolano la distribuzione di aiuti salvavita. Nei tredici contesti analizzati, quasi 30 milioni di bambini soffrono di malnutrizione acuta, di cui 8,5 milioni in forma grave.
«Non è il momento di tagliare i finanziamenti: servono risorse e accesso umanitario per non interrompere gli interventi salvavita», ha dichiarato Simone Garroni, direttore di Azione Contro la Fame Italia.
Il report raccoglie anche storie dal campo, come quella di Zuwaira Shehu, madre nigeriana che ha perso cinque figli per mancanza di cibo e cure, o la testimonianza di un residente sfollato nel nord di Gaza, che racconta la perdita della propria casa e dei propri cari.
Nel mese di novembre 2025, alla Camera dei Deputati, sarà presentato l’Atlante della Fame in Italia, realizzato con Percorsi di Secondo Welfare e Istat, che analizzerà l’insicurezza alimentare nel nostro Paese: oltre 1,5 milioni di persone hanno vissuto momenti di scarsità di risorse e quasi 5 milioni non hanno accesso a un’alimentazione adeguata.
Dal 16 ottobre al 31 dicembre partirà infine una campagna nazionale con testimonial come Miriam Candurro, Germano Lanzoni e Giorgio Pasotti, diffusa sui principali media, per sensibilizzare l’opinione pubblica e sostenere la mobilitazione di aziende, fondazioni e cittadini contro la fame nel mondo.
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Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Ecco #DimmiLaVerità del 9 ottobre 2025. Ospite Francesca Pascale. L'argomento del giorno è: "Gaza, Flotilla, Francesca Albanese, diritti civili, politica e preziosi ricordi del presidente Berlusconi".
A Dimmi La Verità con Francesca Pascale parliamo di Gaza, diritti civili, politica e di Silvio Berlusconi.