Cari lettori, Lady Whistledown è tornata

Cari lettori, Lady Whistledown è tornata
Netflix
  • La seconda stagione di Bridgerton è pronta a debuttare su Netflix il prossimo 25 marzo. I nuovi episodi esploreranno la vita di Anthony Bridgerton, alle prese con la giovane Kate.
  • Babbel ha stilato il glossario dell'Età della Reggenza, per prepararsi alle grandi feste della "ton".

Lo speciale contiene due articoli e gallery fotografiche.


Prima del debutto di Squid Game, è stata la serie più vista nella storia di Netflix. Si può dire che Bridgerton abbia accompagnato tutto il mondo durante il primo Natale di pandemia, entrando in 82 milioni di case in soli 28 giorni dalla messa online.

La serie - già confermata per una terza e quarta stagione - segue fedelmente le vicende della famiglia Bridgerton, narrate da Julia Quinn in nove romanzi, pubblicati tra il 2000 e il 2013. Lo show ha da subito colpito per la decisione dei suoi creatori (tra cui compare il nome di Shonda Rhimes, celebre ideatrice di Grey’s Anatomy) di dare vita a una Londra dove le persone di colore sono membri dell’alta società grazie all’ascesa al trono della regina Charlotte, che si vocifera avesse realmente avuto discendenza africana.

La storica Hannah Greig, consulente della serie, ha così definito Bridgerton: «Una combinazione di una verità storica, vale a dire che il passato è più vario di quanto tendiamo a vedere sullo schermo e tendiamo ad accettare nella nostra immaginazione popolare. Ma anche una finzione, chiedendosi come potrebbe essere la storia in determinate circostanze».

Tra trailer e rumors, la seconda stagione di Bridgerton è pronta a “debuttare” su Netflix il prossimo 25 marzo. Milioni di persone aspettano di immergersi nuovamente in questo mondo fantasioso, tra costumi coloratissimi e intrighi d’amore. Protagonista dei nuovi episodi è Anthony Bridgerton (Jonathan Bailey), il fratello maggiore di Daphne che, al contrario della sorellina, non ha il minimo interesse nel trovare l’amore e vive l’idea del matrimonio come un contratto da siglare con la persona più adatta a rivestire il ruolo di “viscontessa”. Tutto cambia quando in città arrivano Kate Sharma (Simone Ashley) e la sorella Edwina, quest’ultima alla ricerca di un matrimonio conveniente.

Il visconte Bridgerton sembra l’uomo ideale per la giovane Edwina ma è Kate, con i suoi modi ben poco eleganti ad attirare l’attenzione dell’uomo. Si potrebbe parlare di un «triangolo amoroso» - e così il team marketing della serie sta pubblicizzando la nuova stagione - ma c’è ben poco di romantico nelle premesse della storia di Anthony Bridgerton. Uno dei temi principali - vero fil rouge - dei nuovi episodi è il concetto di famiglia e di dovere, insieme alla paura di deludere le aspettative. I Bridgerton hanno infatti perso il padre giovanissimi e Anthony convive col terrore di abbandonare le persone che ama, mantenendo così una sorta di distacco per evitare di ferirle, anche se questo significa sacrificare la sua felicità.

«Quel che accade questa stagione per quanto riguarda la storia d'amore principale, beh, io personalmente lo trovo il miglior tipo di storia d'amore che si possa avere, ovvero... Complicata. Incasinata. Reale. Non sarebbe così soddisfacente senza questi elementi» ha affermato lo showrunner Chris Van Dusen. Una storia di opposti che si attraggono - “enemies to lovers” nel linguaggio dei romanzi rosa - che spera di fare centro come quella della prima stagione tra Daphne e Simon, anche se quest’ultimo non comparirà nei nuovi episodi.

Per celebrare l’arrivo della seconda stagione, Netflix Italia sta organizzando un evento con 150 fortunati a Milano, mentre a Londra, il Lanesborough Hotel è pronto a ospitare i fan della serie per un tè dedicato all’universo di Bridgerton con dolci su misura come «The Queen’s Diamond», cioccolato artigianale miscelato con miele, cardamomo verde e ganache al cioccolato bianco, il tutto esposto in un cofanetto ad anelli color gioiello in omaggio, oppure la torta «The Lady Whistledown» a base di pistacchio ricoperta di cioccolato al latte e burro di cacao, che ricorda il calamaio e la penna della perfida giornalista.

E non finisce qui. The Republic of Tea ha creato cinque blend di tè ispirati alla serie, mentre il marchio di gin Tanqueray ha ideato una pubblicità in stile Bridgerton per promuovere una nuova versione del tè delle cinque, dove la calda bevanda viene sostituita da un cocktail. Persino Samsung ha usato la serie per presentare il suo ultimo smartphone - finanziato dalla regina Charlotte in persona - e la truccatrice Path McGrath ha rilasciato una seconda collezione beauty ispirata alle donne di Bridgerton. Infine, è uscita solo cinque giorni fa, l’esclusiva capsule firmata Malone Soulier per Bridgerton. Quattordici paia di scarpe prodotte in Italia che prendono ispirazione dagli incredibili costumi dello show. Jacquard floreali blu pallido, moiré gialli, pennacchi di piume, mocassini con nappine e pantofole jacquard sono disponibili per uomo e donna. Per portare la fantasia dallo schermo alla realtà.

Il glossario di «Bridgerton»

Bridgerton è ambientato durante l’Età della Reggenza inglese, ovvero quel periodo storico che va dal 1811 al 1820. Tra il fenomeno socio-culturale del «dandismo», caratterizzato da forme di individualismo esasperato e la diffusione di quotidiani e periodici (tra cui il The Times), il modo di comunicare si è fortemente evoluto in quegli anni, dando vita a espressioni ormai desuete ma fondamentali per descrivere la società del tempo.

In occasione della seconda stagione della serie, gli esperti di lingue di Babbel - azienda famosa a livello globale pr l’apprendimento delle lingue - ha creato un glossario che ci trasporta nell’Età della Reggenza. «L’uso di espressioni tipiche dell’epoca fa parte della costruzione del personaggio, anche se il linguaggio non è sempre perfettamente accurato da un punto di vista storico. Se lo fosse, infatti, risulterebbe incredibilmente difficile da capire per il pubblico» ha raccontato Gianluca Pedrotti, esperto di comunicazione interculturale ed editor del team linguistico di Babbel, commentando l’iniziativa.

Ton

The ton”, ovvero l’espressione più ricorrente nella serie, si riferisce all'alta società inglese durante l'epoca della Reggenza (in inglese Regency era) e comprende ogni aristocratico, dai reali alla nobiltà, inclusa quindi la famiglia Bridgerton. Deriva dal francese “le bon ton”, che significa “le buone maniere”, una virtù molto apprezzata nelle alte sfere della società dell’epoca.

Season

Nella società londinese di fine settecento, “the season”, ovvero “la stagione”, era il periodo dell'anno tra gennaio e l’estate dedicato alle feste e ai balli, dove gli scapoli e le giovani donne dell'aristocrazia avevano l’occasione di incontrarsi, sempre sotto gli occhi vigili dei loro accompagnatori.

Coming out

L'idea del "coming out" nel XIX secolo era completamente diversa dal significato odierno del termine. All’epoca infatti segnava il debutto ufficiale nell'alta società delle giovani donne del “Ton”. Questo avveniva solitamente all’inizio della stagione e l’obiettivo era quello di trovare marito per le debuttanti.

Promenade

Al giorno d’oggi il termine “promenade” viene utilizzato in inglese principalmente come sostantivo e si riferisce a una passeggiata sul lungomare. Nell’età georgiana e quindi nella serie, Lady Whistledown e gli altri personaggi utilizzano invece “promenade” come verbo con il significato di “fare una passeggiata” con il preciso obiettivo di mostrarsi in pubblico, idealmente con un corteggiatore al proprio fianco. Anche in questo caso, “promenade” deriva dal francese “se promener”, usato ancora oggi con la stessa accezione, ovvero “passeggiare”.

Diamond of the first water

“Diamond of the first water”, epiteto con il quale la regina Charlotte definisce Daphne Bridgerton al suo debutto e traducibile in “un diamante di prima acqua”, significava essere una debuttante assolutamente impeccabile. Si trattava quindi di un encomio molto desiderabile per qualsiasi giovane donna dell'epoca georgiana.

Modiste

Questo termine proviene dal francese “mode” (moda) e designa una sarta molto alla moda, in grado di consigliare sulle prossime tendenze e sui tessuti più raffinati.

Rake

“Rake”, termine che risale già al XVII secolo, era usato per descrivere uno scapolo edonista dell’alta società che era dedito a comportamenti giudicati immorali quali bere fino all'eccesso, giocare d'azzardo e con la passione per le donne.

Swoon

Gli amanti delle opere di Jane Austen avranno sicuramente familiarità con il termine “swoon”. Mentre al giorno d’oggi il termine descrive sentimenti di gioia e piacere, l’equivalente italiano di “essere in estasi”, nel XVIII e XIX secolo veniva usato come espediente letterario con il significato di “svenire” e tipicamente veniva relegato alla sfera femminile. A causare lo svenimento erano proprio le emozioni troppo forti, da qui l’accezione odierna del termine.

Facer

“Facer”, da “face” ovvero faccia, è un modo elegante per descrivere un pugno in faccia.

Ladybird

Letteralmente “coccinella”, in epoca georgiana si riferiva a un’amante.

«Sono troppo maschilisti»: via gli orinatoi
In Svizzera vengono tolti i «pissoir». L’obiettivo dei progressisti è quello di creare dei bagni gender free nelle scuole pubbliche. Nella provincia autonoma di Bolzano, pubblicato un vademecum inclusivo: non si potrà più dire cuoco, ma solamente chef.

La mozione non poteva che arrivare dai Verdi, sempre meno occupati a difendere l’ambiente (e quest’ultimo ringrazia) e sempre più impegnati in battaglie superflue. Sono stati loro a proporre al comune svizzero di Burgdorf, nel Canton Berna, di eliminare gli orinatoi dalle scuole. Per questioni igieniche, ovviamente, anche se i bidelli hanno spiegato che questo tipo di servizi richiede minor manutenzione e lavoro di pulizia. Ma anche perché giudicati troppo «maschilisti». Quella porcellana appesa al muro, con quei ragazzi a gambe aperte per i propri bisogni, faceva davvero rabbrividire la sinistra svizzera. Secondo la rappresentante dei Verdi, Vicky Müller, i bagni senza orinatoi sarebbero più puliti, anche se un’indagine (sì il Comune svizzero ha fatto anche questo) diceva il contrario.

Minorenni stranieri aggrediscono autista: «A Tunisi ti avremmo tagliato la testa»
iStock
L’episodio è avvenuto a Lucca: la donna alla guida del bus è stata malmenata da baby ubriachi: «Temo la vendetta di quelle belve».

Città sempre più in balia delle bande di stranieri. È la cronaca delle ultime ore a confermare quello che ormai è sotto gli occhi di tutti: non sono solamente le grandi metropoli a dover fare i conti con l’ondata di insicurezza provocata da maranza e soci. Il terrore causato dalle bande di giovanissimi delinquenti di origine straniera ormai è di casa anche nei centri medio-piccoli.

Quanto accaduto a Lucca ne è un esempio: due minorenni di origine straniera hanno aggredito la conducente di un autobus di linea di Autolinee toscane. I due malviventi sono sì naturalizzati italiani ma in passato erano già diventati tristemente noti per essere stati fermati come autori di un accoltellamento sempre nella città toscana. Mica male come spottone per la politica di accoglienza sfrenata propagandata a destra e a manca da certa sinistra.

Con la vittoria dell’icona Mamdani la sinistra rimarrà una minoranza
Zohran Mamdani (Ansa)
Le battaglie ideologiche fondamentali per spostare i voti alle elezioni. Green e woke usati per arruolare i giovani, che puntano a vivere le loro esistenze in vacanza nelle metropoli. Ma il sistema non può reggere.

Uno degli aspetti più evidenti dell’instaurazione dei due mondi sta nella polarizzazione elettorale tra le metropoli e le aree suburbane, tra quelle che in Italia si definiscono «città» e «provincia». Questa riflessione è ben chiara agli specialisti da anni, rappresenta un fattore determinante per impostare ogni campagna elettorale almeno negli ultimi vent’anni, ed è indice di una divisione sociale, culturale ed antropologica realmente decisiva.

Il fatto che a New York abbia vinto le elezioni per la carica di sindaco un musulmano nato in Uganda, di origini iraniane, marxista dichiarato, che qualche mese fa ha fatto comizi nei quali auspicava il «superamento della proprietà privata» e sosteneva che la violenza in sé non esista ma sia sempre un «costrutto sociale», così come il genere sessuale, ha aperto un dibattito interno alla Sinistra.

«In cella per un video sui migranti a zonzo»
Jean-Eudes Gannat
L’attivista francese Jean-Eudes Gannat: «È bastato documentare lo scempio della mia città, con gli afghani che chiedono l’elemosina. La polizia mi ha trattenuto, mia moglie è stata interrogata. Dietro la denuncia ci sono i servizi sociali. Il procuratore? Odia la destra».

Jean-Eudes Gannat è un attivista e giornalista francese piuttosto noto in patria. Nei giorni scorsi è stato fermato dalla polizia e tenuto per 48 ore in custodia. E per aver fatto che cosa? Per aver pubblicato un video su TikTok in cui filmava alcuni immigrati fuori da un supermercato della sua città.

«Quello che mi è successo è piuttosto sorprendente, direi persino incredibile», ci racconta. «Martedì sera ho fatto un video in cui passavo davanti a un gruppo di migranti afghani che si trovano nella città dove sono cresciuto. Sono lì da alcuni anni, e ogni sera, vestiti in abiti tradizionali, stanno per strada a chiedere l’elemosina; non si capisce bene cosa facciano.

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