2024-09-06
Carburanti, case e nucleare. Per il centrodestra in Europa è l’ora di giocare all’attacco
Le deleghe green alla Ribera rischiano di spostare la Commissione su posizioni ancora più ambientaliste. Basta aspettare, bisogna stringere alleanze mirate sui singoli temi.La prossima Commissione Ue avrà una enorme responsabilità. Ursula bis vorrà e riuscirà a deviare la traiettoria avviata dal predecessore, Ursula uno? Riuscirà a evitare la strada, costruita con i mattoni dei socialisti, verso la desertificazione industriale dell’Europa? Il quesito è semplice. La risposta molto più complessa. E si svilupperà assieme alla dinamiche delle nomine e delle vice presidenze in attesa dell’evento più importante del 2024: le elezioni negli Usa. Nel frattempo non ci resta che cercare di capire come saranno approcciati i dossier più delicati in tema ambiente e industria. Ieri sono stati diffusi ulteriori rumor sulla composizione del prossimo governo e sul ruolo del ministro spagnolo Teresa Ribera fortemente voluta da Pedro Sanchez. Quasi sicuramente sarà vice presidente esecutiva per la transizione verde e digitale. Si prevede che altri candidati socialisti ottengano posizioni un po’ meno influenti ma da non sottovalutare. Il maltese Glenn Micallef è in lizza per un portafoglio minore, o per l’uguaglianza o per la pesca, mentre al danese Dan Jørgensen potrebbe essere assegnato un incarico per il cambiamento climatico, separato dalle responsabilità in materia di energia o ambiente. Incarico che sommato a quello della Ribera permetterebbe ai socialisti di chiudere il cerchio del green. Perché va detto che ai francesi tramite Thierry Breton dovrebbe andare l’Industria e l’Autonomia strategica. Mentre all’Italia attraverso il nome di Raffaele Fitto la delega all’economia e al Pnrr. Tra i tre vice presidenti esecutivi non ci sfugge che il compito più delicato sarà quello di Fitto che fino ad oggi ha dovuto fare i salti mortali per gestire il piano nazionale di ripresa e resilienza e da ottobre avrà sulle spalle pure i Pnrr delle altre nazioni. La Francia dal canto suo ha mantenuto la presa sul vero ministero degli esteri che si chiama autonomia strategica. Ma, vista la complessità politica che hanno in patria e la totale disfatta subita nel Sahel per i prossimi anni potremmo persino attenderci una nuova era di collaborazione da parte dei francesi. Vedremo, lo si scoprirà solo in futuro. Ciò che invece è bene affrontare da subito a muso duro è il cerchio potenzialmente formato dai ministri spagnolo e danese. Il circolo della transizione green, appunto. Non sappiamo con certezza, ma da voci circolanti a Bruxelles si spiega che la nuova Commissione presenterà già con l’avvio del 2025 una nuova Legge Natura e che al tempo stesso si proverà a integrare anche la normativa che ci ha visti sconfitti e vincitori (in fasi alterne) sul packaging. Inutile, dire che il rischio di coazione a riptere su tali materie è altissimo. Lungi da noi dare un suggerimento, noon ci compete. Ma forse il centro destra nelle sue varie forme a Bruxelles dovrebbe inaugurare una nuova strategia. Va bene proseguire con le partite a ping pong. Ma basta replicare lo schema precedente che vedeva sempre i partiti di centrodestra giocare di rimessa. Stavolta bisogan cercare di partire con il servizio, con il ping. Ad esempio, non sarebbe impossibile convincere la Francia a portare avanti una norma che imponga il bio carburante come alternativa all’elettrico. Un tema non nuovo. Ma è chiaro che avrebbe un duplice vantaggio. Da un lato salvaguardare l’attuale filiera dell’automotive e pure quella della distribuzione e dall’altro aiutare l’Italia che è leader del comparto. Pure alla Francia farebbe comodo. Non dimentichiamo che la faccenda Stellantis potrebbe a quel punto avere un risvolto quasi positivo. Ormai Parigi ci ha scippato l’auto e quando può spinge l’occupazione oltre le Alpi drenando le nostre fabbriche. Non avrebbe per questo motivi per mettersi di traverso al progetto. Ci guadagna l’industria transalpina e non siamo nemmeno in concorrenza. Un esempio concreto che potrebbe aprire la strada ad altri progetti trasversali (ad esempio il nucleare) che vedrebbero l’attuale governo fare il primo passo. A rafforzare l’idea del cambio di strategia sono le prime avvisaglie che arrivano anche in sede di commissioni parlamentari. l’Altro ieri ad esempio, si è discusso di viticoltura e della possibilità di erogare fondi per l’eliminazione di intere colture. Come dire, sussidiamo e poi azzeriamo la possibilità di tenere in piedi la produttività. In questo caso è l’agroalimentare. Ma il discorso vale per quasi tutti i settori. Discorso che chiudiamo con il bene più caro agli italiani: la casa. La direttiva green sulle abitazioni è stata smussata sensibilmente. Diciamo che è andata meglio che ai motori termici. Ciò non significa che bisogna abbandonare il dossier. In questi ore si stanno definendo le regole per le polizze anti catastrofali, obbligatorie per le imprese. Senza entrare nel merito della questione, se c’è un’emergenza in Italia è quella dei terremoti e delle alluvioni. Lì bisogna spendere i soldi per mettere in sicurezza le abitazione e il territorio. Non per ridurre di uno zero virgola le emissioni di CO2.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.