2023-11-03
Capolavoro area B: vigili di Milano senza wc
I divieti di circolazione varati dal Comune impediscono alla ditta edile di procedere con i lavori nei bagni del comando: negata pure la deroga. Alla Polizia locale mancavano anche gli stivali durante l’esondazione del Seveso. Il sindacalista: «Mai forniti».Raggiungere l’aeroporto coi droni elettrici costerà 150 euro, in treno ne bastano 13.Lo speciale contiene due articoliSenza i bagni, perché la ditta che stava effettuando i lavori di ristrutturazione non ha i mezzi per entrare in area B, e senza neppure gli stivali di gomma per poter intervenire nelle zone allagate dopo l’esondazione del Seveso. A Milano i sindacati della polizia locale sono sul piede di guerra. E diffidano l’amministrazione da inviare nuovi agenti nelle zone allagate. Così, mentre la città è paralizzata dalla pioggia e dalle nuove regole per Area B e C (con l’aumento del biglietto di ingresso a euro 7,50), i vigili urbani si ritrovano in una situazione paradossale, senza bagni e senza attrezzatura. «Ogni giorno ce n’è una, ne va della dignità del personale» ricorda alla Verità Daniele Vincini, il segretario del Sulpl, sindacato unitario lavoratori polizia locale che tiene a ricordare che anche «i ghisa» in organico - nonostante il sindaco Beppe Sala abbia annunciato spesso l’assunzione di nuovi vigili - sono sempre gli stessi. «Si ripete spesso che siamo in 3200, ma in realtà siamo sempre in 2850 come nel 2018, perché c’è chi va in pensione e non c’è un ricambio». La scorsa settimana in una lettera inviata al comandante Marco Ciacci, le sigle di categoria avevano chiesto chiarimenti sui lavori di ristrutturazione in corso al Comando della Polizia locale di via Beccaria. In pratica almeno dal 2021 una ditta si sta occupando di rinnovare i servizi igienici, insieme con gli spogliatoi maschili e femminili, nel piano interrato dello storico palazzo che sorge alle spalle del Duomo. Del resto, da diverso tempo gli agenti avevano sollevato il problema, con decine di segnalazioni per allagamenti e infiltrazioni ogni volta che veniva a piovere. Per tamponare al problema il personale è stato spostato e diviso tra i piani superiori e quello a terra, creando non poche problematiche. La storia va avanti ormai da mesi. Passata l’estate si pensava che con il nuovo anno la situazione venisse finalmente risolta. E invece l’1 ottobre scorso gli agenti della locale si sono resi conti che i lavori di ristrutturazione si sono improvvisamente interrotti, oltretutto in una situazione «del tutto particolare» sottolineano i sindacati «anche perché tutti i servizi igienici sul lato degli uffici della Zona 1, della segreteria comando, dell’ufficio personale, della centrale operativa e dell’Uci risultano inutilizzabili dal momento che le tubature idrauliche sono state rimosse, ma non ancora sostituite». L’appalto per il completamento sarebbe dovuto scadere il 31 dicembre del 2023. Ma ora è tutto fermo. Anche perché pochi giorni fa, durante un incontro sindacale con l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, si è scoperto che la ditta ha interrotto i lavori perché i mezzi di cui dispone non possono entrare in Area B. Quindi gli operai non possono arrivare in via Beccaria e sistemare le tubature né quindi finire la ristrutturazione dei servizi igienici. I sindacati hanno chiesto se fosse possibile una deroga, ma il Comune di Milano non ha voluto concederla. Come noto da inizio ottobre nel capoluogo lombardo tutti i camion, autobus e furgoni devono apporre gli adesivi di segnalazione visiva sulle fiancate e sul retro dei veicoli e, per altri determinati mezzi pesanti serve installare sistemi di segnalazione acustica visiva o tattile che allertino il conducente della presenza di pedoni e ciclisti nella parte anteriore del veicolo o sul lato del marciapiede La Fai conftrasporto aveva inoltrato una diffida al sindaco di Milano per questa decisione. Nelle scorse settimane erano stati persino i Verdi di Carlo Monguzzi a evidenziare che Area B non funziona e che il comune nasconde i dati. «Gli ingressi delle auto non calano» aveva spiegato Monguzzi, ribadendo la necessità per i cittadini milanesi di conoscere i veri numeri di queste misure dovrebbero migliorare l’aria in città ma che poi sembrano utili solo per fare cassa con le contravvenzioni. Chi poi deve applicare la legge si ritrova persino senza gli stivali. Ieri le sigle sindacali hanno inviato una diffida al comandate Ciacci, perché, nella notte dell’esondazione del Seveso, il «personale in servizio è stato inviato ad effettuare servizi viabilistici, blocchi e deviazioni del traffico nonostante alcuni operatori abbiano comunicato che non disponevano degli stivali di gomma, perché loro mai forniti dall’Amministrazione». Gli stivali sono essenziali anche perché «gli scarponcini in pelle non hanno tenuta impermeabile e si riempiono d’acqua, a salvaguardia della salute e sicurezza dei lavoratori si diffida codesto Comando dall’inviare personale non adeguatamente equipaggiato a fronteggiare questa tipologia di situazioni d’emergenza». E il problema non sembra solo questo. Anche in questo caso ci sono ritardi nell’appalto per le forniture del vestiario agli operatori della Polizia Locale. «In molti casi taglie e misure sono mancanti e si attende per mesi l’approvvigionamento e la consegna delle richieste». Anche perché «la dignità e il decoro con il quale ufficiali ed agenti della Polizia Locale vestono l’uniforme, la qualità e l’efficienza delle dotazioni e dei mezzi di servizio [...] rappresentano il biglietto da visita delle capacità operative di questa amministrazione».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/capolavoro-area-b-vigili-di-milano-senza-wc-2666134052.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="altra-trovata-green-solo-per-ricchi-taxi-volanti-per-andare-a-malpensa" data-post-id="2666134052" data-published-at="1698954266" data-use-pagination="False"> Altra trovata green solo per ricchi: taxi volanti per andare a Malpensa Il quadrilatero della moda diventerà isola pedonale. È quanto annunciato dal sindaco di Milano, sempre più ammantato di green. La sua strategia è chiara, e si sta muovendo benissimo per raggiungere il suo obiettivo, rendere il centro un ghetto per super ricchi sempre più inaccessibile al resto dei cittadini, quasi un fortino inespugnabile con le telecamere al posto dei cecchini, pronte a impallinare chiunque si avvicini senza una carta di credito oro nel portafoglio. In quest’ottica si inserisce il progetto dei vertiporti, promosso da Sea (la società aeroportuale controllata dal comune). La delibera relativa a questo progetto lo definisce come in grado di «promuovere la transizione verso sistemi di mobilità più sostenibili, di migliorare le condizioni di vita dei cittadini in un’ottica di sostenibilità ambientale e di potenziamento dell’accessibilità». In concreto l’avvio di un sistema di aerotaxi è totalmente coerente con la strategia di fondo, quella di rivolgersi all’1% del territorio, popolato da ricconi, dimenticandosi completamente il resto della città, allagata nei giorni scorsi per l’esondazione del Seveso, come avviene regolarmente da sessant’anni, senza suscitare grandi sussulti nella giunta green e sostenibile. Molto più cool parlare di aerotaxi, un servizio d’élite rivolto a pochi passeggeri (il velivolo avrà un costo indicativo di 150 euro per volare da Malpensa a City life, contro i 13 del trenino che dall’aeroporto arriva in centro a Milano) che voleranno sopra le teste dei pendolari che saranno costretti a lasciare la macchina in periferia e accalcarsi sui mezzi pubblici, sempre meno frequenti e più costosi, giusto per andare incontro alle esigenze di chi non potrà permettersi un autista, una Tesla o un drone volante. È inoltre opportuno ricordare che i taxi volanti saranno finanziati con soldi Sea, quindi sostanzialmente pubblici, risultando quindi una priorità del Comune; una iniziativa che consumerà altro suolo. Nei giorni scorsi i giornali riportavano il decalogo per revisione del Pgt; Repubblica titolava: «Nella Milano glocal del 2035 più verde e 20.000 nuove case con il taglio di 1,5 milioni di metri quadri di suolo». Straordinari, si costruisce e non si consuma suolo. Peccato che nel 2022 Milano abbia cementificato ulteriori 26 ettari di suolo libero, più di qualunque altra città italiana, con l’eccezione di Roma che però ha una superficie territoriale infinitamente più ampia di Milano. Ma i numeri contano poco nella narrazione woke, importante essere glocal, concetto senza senso che ormai non viene usato più nemmeno nei corsi di formazione delle estetiste di Buccinasco, e non me ne vogliano né le estetiste né Buccinasco, entrambe probabilmente vittime della nuova Milano, arrogante e forte con i deboli e debole con i poteri forti che costruiscono case extra lusso, si muoveranno in elicottero e chiederanno di lavorare sempre di più per una società inclusiva e sostenibile. Milano nella classifica delle città più verdi quest’anno si è posizionata al quarantaduesimo posto, in calo rispetto all’anno precedente. Urge una ingente campagna di comunicazione per dire che invece Milano è la più green di tutte, magari distribuendo dal cielo volantini su carta riciclata che raccontano di quanto sia sexy e green questa città, forse qualcuno rischia ancora di crederci.
Sergio Spadaro e Fabio De Pasquale (Imagoeconomica)
Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti (Imagoeconomica)
Iil presidente di Confindustria Emanuele Orsini (Ansa)