
Molto conosciuta nella nostra tradizione gastronomica, è poco celebrata. Ma ora anche grandi cuochi ne valorizzano le qualità. È ricchissima di ferro, però chi ha il colesterolo alto non deve abusarne.Proprio una manciata di giorni fa, lo chef che la Guida Michelin 2025 ha appena confermato da 3 stelle, Mauro Uliassi, di base a Senigallia, ha celebrato un crostaceo non proprio conosciuto a tutti: la canocchia, erroneamente anche detta cicala di mare. Sul suo account Instagram ha scritto: «Il tempo della canocchia, un grande amore dell’Adriatico. 1998-2019. 1998: Panzanella, cannocchie e sedano, 1999: Gnocchi, cannocchie e zucchini fritti, 2000: Mezze maniche, cannocchie, finocchi, Mistrà Varnelli, 2010: Le cannocchie del venerdì, 2013: Cannocchie inbriache all’anconetana, 2018: Cannocchie crude, semi di frutto della passione, 2019: Cannocchie alla coque e bernese di vongola», accompagnando il riepilogo delle sue stupende ricette con le relative fotografie. Mauro Uliassi è marchigiano, il suo ristorante (che si chiama Uliassi) si trova proprio sul mare di Senigallia, in banchina di Levante al numero 6, e la Guida Michelin dice che «la forza e l'originalità di questa cucina sta proprio nella coerenza di saper offrire il massimo partendo da ciò che la circonda». Pesce, dunque, ma anche la carne dell’entroterra marchigiano.Tornando al nostro pesce, la canocchia è un crostaceo dell’ordine Stomatopoda, della famiglia delle Squillidae, genere Squilla, specie Squilla mantis che si pesca in mare e in laguna. I nomi di questo crostaceo la cui corazza è di colore avorio con linee grigie e riflessi rosa sono tanti: si chiama solitaria mantis shrimp in lingua inglese, galera in spagnolo, squille in francese. Ha anche tanti nomi regionali, come è per quasi tutto in Italia. Si chiama pannocchia, panocchia, stracciavocc in Abruzzo, sparnocchia, spernocchia, scrificio in Campania, balestrin, sigà de maa, sighea, çigařa in Liguria, canocia in Veneto e in Friuli Venezia Giuia, panocchia o anche nochia nelle Marche, cecala e caraviedde in Puglia, cambara de fangu, solegianu de mari in Sardegna, astrea, stria, streusa, schirifizu in Sicilia, sgarrabocca nel Lazio, cicala in Toscana. Chiariamo subito un qui pro quo, a proposito di «cicala». Troverete il nome cicala o cicala di mare non soltanto in Toscana, potreste sentirlo usare, anche in pescheria, davvero in tutta Italia. Ma cicala di mare si chiama propriamente solo lo Scyllarus arctus o magnosella, che è una specie diversa, di ordine diverso (Decapoda), famiglia diversa (Scyllaridae) e di genere diverso (Scyllarus). Qui pro quo nominali a parte, il nome zoologico latino della nostra ci rivela tanto. Quel mantis che è lo stesso nome zoologico dell’insetto mantide rivela delle somiglianze tra mantide religiosa - nome zoologico latino Mantis religiosa, appunto - e canocchia. Somiglianze nella forma, innanzitutto, lunga e «zamputa», ma anche per i due occhioni: nella mantide sono veri, mentre nella canocchia troviamo dei piccoli occhi veri sulla testa e poi due macchie rotonde e vistose, di colore rossiccio-violaceo, che sembrano i suoi soli occhi. Sembrano occhi, ma non lo sono e, posizionati sulla parte finale dell’esoscheletro della sua corazza, la «coda», per intenderci, quegli occhioni che paiono veri (ma veri non sono) servono proprio a direzionare l’attacco di un eventuale predatore laddove la corazza è più dura e non c’è la testa, che sta dalla parte opposta. Un po’ come se noi usassimo nella mano sinistra una scatola di cartone dipinta a mo’ di borsa per orientare gli scippatori verso quella, mentre la nostra vera borsa sta al sicuro nella mano destra.La canocchia è un crostaceo solitario, che vive sul fondo sabbioso o fangoso costiero del mare (spesso, le foci dei fiumi o lo sbocco dei canali) dai 10 ai 200 m sott’acqua, in piccole gallerie che scava da solo, dalle quali esce di notte alla ricerca di cibo. O tira fuori solo le zampe quando passa una preda. Oppure per accoppiarsi. Spesso, le mareggiate distruggono le gallerie lasciando le canocchie a vista e la pesca avviene spesso dopo le mareggiate. La sua lunghezza da adulta va da 20 a 25 cm.
Jannik Sinner (Ansa)
Il campione italiano si impone a Torino sullo spagnolo in due set: «È stato più bello dello scorso anno». E guadagna cinque milioni.
«Olé olé olé Sinner Sinner». Sarà pure «un carrarmato», un caterpillar, come l’ha definito Massimo Cacciari, ma dopo le Finals che assegnano il titolo di Maestro della stagione, forse non vanno trascurate le doti tattiche e la forza mentale che lo ha fatto reagire nella difficoltà come quelle che ieri hanno consentito a Jannik Sinner di spuntarla al termine di un match combattuto e a tratti spettacolare su Carlos Alcaraz, protagonista di un tennis «di sinistra», sempre secondo l’esegesi del tenebroso filosofo. Il risultato finale è 7-6 7-5. «Senza il team non siamo niente. È stata una partita durissima», ha commentato a caldo il nostro campione. «Per me vuol dire tanto finire così questa stagione. Vincere davanti al pubblico italiano è qualcosa di incredibile».
Giuseppe Caschetto (Ansa)
Giuseppe Caschetto è il sommo agente delle star (radical) nonché regista invisibile della tv, capace di colonizzare un format con «pacchetti» di celebrità. Fazio e Gruber sono suoi clienti. Ha dato uno smacco al rivale Presta soffiandogli De Martino. «Guadagno fino al 15% sui compensi».
Dal 2000 le quotazioni fondiarie valgono oltre il 20% in meno, depurate dall’inflazione. Pac più magra, Green deal e frontiere aperte hanno fatto sparire 1,2 milioni di aziende.
«Compra la terra, non si svaluta mai», dicevano i nonni. E non solo. A livello nominale in effetti è vero: i prezzi dei terreni salgono. Se però guardiamo le quotazioni togliendo l’inflazione si nota che dal 2000 i valori sono crollati di oltre il 20%.
Bill Emmott (Ansa)
Giannini su «Rep» favoleggia di un mondo parallelo di complotti neri, mentre sulla «Stampa» Emmott minimizza il video manipolato di The Donald. Quando giova ai loro obiettivi, indulgono su bavagli e odio.
S’avanza la Cosa Nera. Un orrore primordiale simile all’It evocato da Stephen King, entità oscura che stringe la città di Derry nelle sue maligne grinfie. Allo stesso modo agiscono le «tenebre della destra mondiale» descritte ieri su Repubblica da Massimo Giannini, che si è preso una vacanza dal giornalismo per dedicarsi alla narrativa horror. E ci è riuscito molto bene, sceneggiando una nuova serie televisiva: dopo Stranger Things ecco Populist Things. Una narrazione ambientata in un mondo parallelo e totalmente immaginario in cui «populisti e estremisti deridono le istituzioni democratiche, avvelenano i nostri dibattiti, traggono profitto dalla paura». Un universo alternativo e contorto in cui «gli autocrati possono spacciare le loro verità alternative a community scientemente addestrate a un analfabetismo funzionale coerente con lo spirito del tempo».





