2022-01-29
Caltagirone taglia con Delfin per svincolarsi su Generali
Francesco Gaetano Caltagirone (Ansa)
Addio «unilaterale» per divergenze sui nomi. Il costruttore presenterà una sua lista. Si riduce il rischio di un faro della Consob.Nuovo colpo di scena nella battaglia di Trieste sulle Generali. Il patto tra Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio si è rotto. O meglio, le società del gruppo Caltagirone hanno comunicato a Delfin (la cassaforte di mister Luxottica) e alla Fondazione Crt il proprio recesso - «unilaterale e immediato» - dall’accordo stretto sul Leone. Nella lettera il gruppo dell’imprenditore romano spiega che «ritiene oramai superata la funzione cui il patto era preordinato». Cioè «favorire la consultazione delle parti in vista delle determinazioni da assumere in occasione della prossima assemblea di Generali». Nessun impegno, si ricorda, è stato invece assunto riguardo alla presentazione di liste di maggioranza o di minoranza, né tantomeno con riguardo al voto nell’assemblea del Leone. Il gruppo Caltagirone ha così deciso di presentare una propria lista per il rinnovo del cda «sebbene non sia stata ancora assunta univoca determinazione circa la promozione di una lista lunga oppure corta». Di certo, il costruttore romano scioglie gli impegni, «ancorché di sola consultazione», previsti dal patto, «così da perseguire le proprie strategie e prescegliere le proprie politiche di voto e dell’esercizio delle prerogative di azionista in modo aperto al confronto con il mercato e la generalità degli investitori. Ciò anche nell’ottica di evitare di alimentare ricostruzioni tanto fantasiose quanto infondate circa i contenuti degli impegni reciproci che erano stati convenuti», viene spiegato nella lettera. Dove si aggiunge anche che resta «ovviamente impregiudicata la libertà di eventualmente interloquire su questioni di comune interesse, in coerenza con la prassi degli affari». I due soci sono sempre stati assai diversi tra loro ma uniti dallo stesso obiettivo di cambiare i vertici della compagnia triestina e deciderne le future mosse con il rinnovo del cda all’assemblea. Per questo avevano deciso di giocare la partita con la stessa maglia. E adesso? La mossa annunciata - è una delle ipotesi circolata ieri in ambienti finanziari - potrebbe servire a Caltagirone per avere le mani più libere: la Consob potrebbe infatti agitare lo spettro del concerto, ovvero una iniziativa surrettiziamente coordinata con gli altri soci, che evoca il rischio di una costosissima Opa sulla compagnia (per questo si sarebbe anche dimesso dal cda del Leone). L’altra ipotesi è che l’imprenditore romano e quello veneto abbiano avuto forti divergenze sui nomi da inserire nella lista per il board. L’accordo di consultazione, ricordiamolo, era stato sottoscritto il 10 settembre e reso noto il giorno dopo con un avviso a pagamento pubblicato su Il Messaggero, quotidiano di proprietà di Caltagirone. Le società avevano convenuto di consultarsi al fine di «meglio ponderare i rispettivi autonomi interessi rispetto a una più profittevole ed efficace gestione» della compagnia triestina. L’accordo impegnava entrambi a consultarsi preventivamente «in merito alle materie poste all’ordine del giorno dell’assemblea, con particolare riferimento alla nomina» del nuovo cda». Le parti, veniva aggiunto, «mantengono piena autonomia rispetto alle decisioni da assumere in vista e nel corso dell’assemblea, ivi incluso per quanto concerne l’esercizio del diritto di voto». Allo stesso modo il patto non prevedeva impegni per «l’esercizio di un controllo congiunto o di un’influenza notevole» sulla compagnia triestina, come pure non contemplava che potesse arrivare dai pattisti «qualsiasi indicazione, direttiva o altra forma di influenza sulla gestione» della compagnia o «sulle decisioni» del cda, ovviamente «impregiudicati i diritti spettanti alle parti in qualità di azionisti». Per effetto di quel patto nessun soggetto avrebbe potuto acquisire il controllo, di fatto o di diritto, delle Generali. La cessazione del patto avrebbe comunque avuto luogo «alla fine dei lavori dell’assemblea» di approvazione del bilancio 2021. Invece è stato rotto prima dal costruttore romano.
Francesca Albanese (Ansa)
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