2021-03-04
Caltagirone, Mediobanca e Unicredit. È la fase 2 della rumba sulle banche
Francesco Gaetano Caltagirone (Ansa)
Allianz lima la posizione in Gae Aulenti. Il costruttore, vicino a Leonardo Del Vecchio, prende l'1% di Piazzetta Cuccia sperando sia un predellino. Partita che punta a Generali o mossa che guarda ad Andrea Orcel? Intanto Alberto Nagel si rafforza.Senza preavviso Francesco Gaetano Caltagirone, editore e costruttore, compra poco più dell'1% di Mediobanca. Una mossa fino ad anni fa impensabile, e che ora invece non solo è possibile, ma sembra accendere la rumba della fase 2 del risiko bancario e assicurativo. Le motivazioni dell'operazione poco contano. Il prezzo del titolo Mediobanca è molto interessante e come raccontano molti analisti la scelta di Caltagirone potrebbe essere solo di medio termine: acquisto azioni, sale il valore e realizzo plusvalenza. L'ingresso in Piazzetta Cuccia è simbolico e indica l'aspettativa di un rialzo da risiko e la scelta di mettersi in scia a quanto vorrà fare Leonardo Del Vecchio , che di Mediobanca detiene il 13% (con l'ok della Bce di salire al 20) ed è uno dei soci di riferimento di Generali, come Caltagirone e la stessa Mediobanca. Una lettura spinge infatti a guardare a Trieste, dove ha sede il Leone alato delle assicurazioni. Insomma, l'obiettivo di Del Vecchio e Caltagirone potrebbe essere quello di salire nel capitale di Mediobanca per contare di più in Generali e prepararsi per l'appuntamento di aprile 2022 quando scadrà l'intero consiglio di amministrazione. Non sono però più i tempi della finanza da salotto anni Ottanta. Non esiste più la lista Mediobanca, ma quella del consiglio. Ne consegue che i criteri di ingresso al cda di un colosso come Generali non si decidono sorseggiando una bevanda attorno a un tavolino. Non è comunque un segreto che mettere le mani su Trieste farebbe gola a tanti e influenzare Mediobanca (come?) vorrebbe dire entrare dentro un player che negli ultimi anni ha conquistato la medaglia di advisor delle principali operazioni del Paesi. Dall'offerta di Intesa su Ubi fino a Mps. Era però da fine ottobre che Mediobanca non tornava sotto i riflettori della finanza. Quattro mesi fa l'assemblea di Piazzetta Cuccia prometteva di essere bollente, invece alla fine Del Vecchio ha un po' sparato a salve. Ha votato per la lista Assogestioni senza mettersi di mezzo ad Alberto Nagel, anzi riconoscendo al manager di aver realizzato praticamente tutti gli obiettivi che lo stesso patron dell'occhialeria aveva indicato come fondamentali. Un riconoscimento che sembrava aver fatto decadere tutti i pretesti per l'assalto lanciato un anno prima. Adesso però c'è un nuovo governo e soprattutto Unicredit, il convitato di pietra della partita, non è più guidata da Jean Pierre Mustier, il francese che nel 2019 aveva deciso di cedere le azioni di Mediobanca; l'intera quota dell'8,4%. Non è dunque da escludere che Del Vecchio con il sostegno di Caltagirone voglia approfittare del nuovo inquilino di Piazza Gae Aulenti. All'indomani della nomina a presidente di Pier Carlo Padoan, a fare da ad è arrivato Andrea Orcel. Che seguì la fusione tra Unciredito e Credito italiano e si conquistò la simpatia del patron dell'occhialeria. Sempre ieri, giornata di notifiche in Consob, è stato registrato il movimento dei tedeschi di Allianz su Unicredit. Poca cosa. Solo un ritocco all'1,3%. Segnale anche questo di una aspettativa rialzista. Tradotto in parole povere, l'idea è che la banca di Piazza Gae Aulenti possa tornare al centro dell'azione e aggregare un polo alternativo a Intesa. A quali banche voglia mirare Orcel non è dato sapere. La vulgata racconta di Mps e sicuramente sarebbero i desiderata di quella parte del Pd e della sinistra che ha dato l'ok a Padoan per il cambio di casacca. Adesso però i grillini si sono sciolti e l'ultima parola toccherà a Draghi che controlla l'azionista di maggioranza di Mps, che si chiama Tesoro. C'è sempre Banco Bpm che naviga da solo e sembra non avere un piano stand alone e dall'altra parte la galassia di Unipol e Bper guidata dall'ambizioso Carlo Cimbri che sempre più spesso guarda a Trieste. È chiaro che la rumba delle banche e delle polizze assicurative è partita. Ci sono manager pronti a mettersi in movimento, uno su tutto Matteo Del Fante da un po' di tempo in panchina, ma quello che è certo è che quest'anno si ridefiniranno gli schieramenti. Generali sarà un pilastro, Intesa resta indiscussa mentre Unicredit prenderà nuova forma. In mezzo resta Mediobanca. Opererà in sintonia con Intesa come negli ultimi mesi e anni oppure rivedrà le sinergie? Dal canto suo Alberto Nagel ha chiuso una trimestrale con buoni numeri grazie al wealth management e soprattutto la divisione corporate, ma soprattutto è riuscito a dimostrare che non viveva sugli allori della rendita di azioni Generali. Nel mese di ottobre 2020 ha annunciato operazioni per 20 miliardi, facile fare il conto delle commissioni che spettano all'advisor. Le spalle sono larghe. Forse non sufficientemente per non dover scegliere uno schieramento futuro, ma abbastanza per essere parte attiva del risiko e non predellino su cui salire verso altri lidi.
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