2024-10-18
«Il governo continua a puntare sul satellite»
Alessio Butti (Imagoeconomica)
Il sottosegretario all’Innovazione Alessio Butti, dopo le notizie sul fascicolo che riguarda anche Starlink: «Non commento le inchieste, ma il nostro obiettivo resta connettere le aree più remote. Presto, con l’IT Wallet, tutti potranno usufruire dei servizi con i loro documenti digitali».Sottosegretario Butti, partiamo dall’attualità: si parla molto di possibili investimenti di Musk in Italia attraverso Starlink sulla connettività satellitare. Sono in corso trattative. L’inchiesta su Sogei secondo lei rischia di comprometterle?«La tecnologia satellitare, indipendentemente da tutto, può essere un complemento alle infrastrutture esistenti, particolarmente nelle aree remote che rischiano di rimanere isolate e dove oggettivamente il Paese ha ereditato una situazione critica. Raggiungere gli obiettivi del Piano Italia a 1 Giga, parte integrante del Pnrr, è una priorità per cittadini e imprese, e per questo motivo stiamo lavorando a stretto contatto con gli operatori e con Infratel per accelerare i progetti, assicurandoci di collegare quante più aree possibile. Inoltre, stiamo dialogando con alcune Regioni per sperimentare soluzioni satellitari che permettano di garantire una copertura ottimale anche dove le reti terrestri sono difficili da implementare. Non commento mai inchieste in corso, ma posso però ribadire che rimaniamo concentrati sul lavoro da fare per garantire la connettività su tutto il territorio italiano». L’alternativa del satellitare rischia di dare la definitiva spinta nel baratro a Open Fiber che continua ad avere grosse difficoltà nel connettere le aree più remote del Paese e far quadrare i conti? «Non vedo un rischio di fallimento per Open Fiber, men che meno a causa dell’uso di tecnologia satellitare. Tanto è vero la stessa Open Fiber aveva in corso approfondimenti in materia; mi sembra che l’azienda, con l’aiuto del governo e del mio dipartimento, stia cercando di recuperare con determinazione il ritardo maturato negli scorsi anni. La tecnologia satellitare, spesso considerata erroneamente come una sostituta dell’infrastruttura terrestre, è in realtà pensata come complemento. L’obiettivo è ampliare la copertura proprio in quelle zone dove le reti tradizionali non possono arrivare facilmente, garantendo così un servizio più completo e uniforme su tutto il territorio nazionale».Secondo lei si farà mai la rete unica?«Come lei sa ho sempre preferito usare il termine “rete nazionale” che, come tale, resta obiettivo del governo».Lei sta tenendo in queste ore Comolake2024, la conferenza internazionale nata per contribuire al confronto sulle politiche digitali di oggi e di domani. L’Europa sta favorendo l’innovazione digitale o la sta ostacolando?«Comolake2024 si sta rivelando uno dei più straordinari momenti di confronto tra pubblico e privato sui temi della trasformazione digitale. Abbiamo ascoltato proposte e portato avanti discussioni molto interessanti su intelligenza artificiale, infrastrutture di connettività, cultura del dato, mobilità sostenibile e molto altro. Tuttavia, piuttosto che limitarmi a elencarli, credo sia fondamentale riflettere sull’interoperabilità di tutti questi ambiti. Il digitale, infatti, non è solo uno strumento: è il collante essenziale che permette di integrare i vari settori e di realizzare una rete davvero interconnessa. L’interoperabilità consente a queste tecnologie di lavorare insieme, rafforzando l’efficacia e la sicurezza delle nostre infrastrutture e migliorando l’esperienza di cittadini e imprese». A che punto siamo con l’IT Wallet? Ci può spiegare come funziona e tempi di attuazione?«L’IT Wallet è un progetto ambizioso che segna il futuro dell’identità digitale in Italia. Il primo passo concreto è il rilascio graduale della funzionalità “Documenti su IO”, prevista a partire dal 23 ottobre. Questa nuova funzionalità permetterà ai cittadini di ottenere, attraverso l’app IO, le versioni digitali della Patente di guida, della Tessera Sanitaria e della Carta Europea della Disabilità. Si tratta di un passaggio importante per abituare i cittadini all’uso di documenti digitali, facilitando l’accesso ai servizi in modo semplice e sicuro».Tempi?«Il rilascio sarà in quattro fasi: la prima riguarderà 50.000 cittadini, e il numero aumenterà fino a coprire tutti gli utenti dell’app IO entro il 4 dicembre. Nessun click day, né lunghe attese tra una fase e l’altra. In meno di un mese e mezzo potranno avere a disposizione il proprio Wallet. Nel 2025, il Sistema IT-Wallet sarà pienamente operativo, permettendo una gestione completa e sicura della propria identità digitale, migliorando l’accesso ai servizi pubblici e privati, sia fisici che digitali». Ha parlato di un interesse di Google per i cavi sottomarini di Sparkle? Sono in corso trattative per una joint venture? Google a stabilirà delle basi in Sicilia?«I cavi sottomarini rappresentano una risorsa strategica non solo per l’Italia, poiché dal 95 al 99% del traffico internet globale passa attraverso queste infrastrutture, con il 16% che attraversa il Mediterraneo. Non sorprende, quindi, che grandi aziende siano interessate a lavorare con Sparkle. Parliamo del secondo operatore europeo del settore, il quinto a livello mondiale e uno straordinario asset strategico per l’Italia. Su questo tema, è sufficiente ricordare il progetto BlueMed, parte del più ampio Blue Submarine Cable System, portato avanti da Sparkle in partnership con Google e altri operatori con ulteriori estensioni nei continenti africano e asiatico». Ma su Google-Sparkle cosa ci dice? «I contatti con grandi player mondiali del settore tecnologico sono dovuti al fatto che l’Italia è finalmente tornata attrattiva nei confronti dei grandi investitori, un risultato eccezionale ottenuto grazie all’impegno del governo Meloni. Al netto di accordi e partnership tra imprese private, dobbiamo considerare che la trasmissione di dati su cavi sottomarini è fondamentale per le comunicazioni globali e l’economia digitale; l’impegno a proteggere la sicurezza e l’integrità di queste infrastrutture essenziali è priorità per il nostro Paese».
Gattuso e la Nazionale lasciano San SIro al termine del match perso per 4-1 contro la Norvegia (Ansa)
(Arma dei Carabinieri)
L’organizzazione era strutturata per assicurare un costante approvvigionamento e una capillare distribuzione della droga nelle principali piazze di spaccio del capoluogo e della provincia, oltre che in Veneto e Lombardia. Il canale di rifornimento, rimasto invariato per l’intero periodo dell’indagine, si trovava in Olanda, mentre la gestione dei contatti e degli accordi per l’invio della droga in Italia era affidata al capo dell'organizzazione, individuato nel corso dell’attività investigativa. L’importazione della droga dai Paesi Bassi verso l’Italia avveniva attraverso corrieri ovulatori (o “body packer”) i quali, previa ingestione degli ovuli contenenti lo stupefacente, raggiungevano il territorio nazionale passando dalla Francia e attraversando la frontiera di Ventimiglia a bordo di treni passeggeri.
Lo schema operativo si ripeteva con regolarità, secondo una cadenza settimanale: ogni corriere trasportava circa 1 chilogrammo di droga (cocaina o eroina), suddiviso in ovuli termosaldati del peso di circa 11 grammi ciascuno. Su ogni ovulo era impressa, con pennarello, una sigla identificativa dell’acquirente finale, elemento che ha permesso di tracciare la rete di distribuzione locale. Tutti i soggetti interessati dal provvedimento cautelare risultano coinvolti, a vario titolo, nella redistribuzione dello stupefacente destinato alle piazze di spaccio cittadine.
Dopo due anni di indagini, i Carabinieri sono stati in grado di ricostruire tutta la filiera del traffico di stupefacenti: dal fornitore olandese al promotore che in Italia coordinava la distribuzione alla rete di corrieri che trasportavano la droga in ovuli fino ai distributori locali incaricati dello spaccio al dettaglio.
Nel corso delle indagini è stato inoltre possibile decodificare il linguaggio in codice utilizzato dagli indagati nelle loro comunicazioni: il termine «Top» era riferito alla cocaina, «Spa» all’eroina, «Pantaloncino»alle dosi da 5grammi, mentre «Fogli di caramelle» si riferiva al contante. Il sequestro di quaderni contabili ha documentato incassi giornalieri e movimentazioni di denaro riconducibili a un importante giro d’affari, con pagamenti effettuati tramite bonifici internazionali verso conti correnti nigeriani per importi di decine di migliaia di euro.
Il Gip del Tribunale di Venezia ha disposto la custodia cautelare in carcere per tutti i venti indagati, evidenziando la «pericolosa professionalità» del gruppo e il concreto rischio di fuga, considerati anche i numerosi precedenti specifici a carico di alcuni appartenenti all’organizzazione.
L’esecuzione dei provvedimenti restrittivi e delle perquisizioni è stata condotta con il concorso di Carabinieri di rinforzo provenienti da tutti i Comandi Provinciali del Veneto, con il supporto dei Reparti Mobili e Speciali dell’Arma, delle Unità Cinofile Antidroga e del Nucleo Elicotteri Carabinieri, che hanno garantito la copertura aerea durante le operazioni.
L’Operazione «Marshall» rappresenta un importante risultato dell’attività di contrasto al narcotraffico internazionale e alle organizzazioni criminali transnazionali, confermando l’impegno costante dell’Arma dei Carabinieri nel presidio del territorio e nella tutela della collettività.
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