Per i videogiochi in Italia si spendono più di due miliardi
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Secondo il rapporto annuale reso noto da Iidea, l'indotto del settore è in crescita del 21,9% rispetto al 2019. Il numero dei gamer in Italia è di 16,7 milioni cioè il 38% della popolazione italiana compresa tra i 6 e i 64 anni.
«Il digitale sarà il luogo in cui daremo libero sfogo alle nostre fantasie fashion». Nel suo ultimo report, la piattaforma Lyst ha spiegato come la moda sia sempre più affascinata dal gaming.
Il Giappone guarda alla vita post Covid e apre un parco tematico dedicato a Super Mario.
Lo speciale contiene sei articoli.
Secondo il rapporto annuale reso noto da Iidea, l'indotto del settore dei videogiochi ha raggiunto i 2,17 miliardi di euro, registrando una crescita del 21,9% rispetto al 2019. Le vendite software hanno raggiunto 1,7 miliardi di euro, con una crescita del 24,8%, con un segmento digitale che, da solo, è valso 799 milioni di euro. L'hardware al contrario, frenato dal cambio generazionale, ha raggiunto i 395 milioni di euro, con una crescita del 6,9%. Il presidente dell'associazione Marco Saletta ha commentato di dati, affermando come «il 2020 sia stato un anno estremamente positivo per il settore dei videogiochi, con un mercato che in Italia continua a crescere anno dopo anno e che negli ultimi dodici mesi ha fatto registrare numeri record. Questa crescita significativa non è solo frutto della pandemia che ci ha fatto passare più tempo tra le mura domestiche ma è una testimonianza del crescente interesse nei confronti dei videogiochi come forma di intrattenimento e di comunicazione».
Il numero dei gamer in Italia è di 16,7 milioni cioè il 38% della popolazione italiana compresa tra i 6 e i 64 anni. «Gli italiani, purtroppo chiusi in casa, si sono resi conto dei valori di cui i videogiochi sono portatori: dall'intrattenimento alla sfida, fino alla socializzazione» ha dichiarato Saletta. «In un periodo di estrema complessità per tutti, siamo almeno felici di constatare quanto il gaming sia associato a sensazioni positive e a momenti di distensione».
Secondo Nintendo i videogiochi che emulano una vita reale all'insegna della tranquillità e della spensieratezza sono stati il traino di questa crescita. «Sebbene i videogiochi possano sembrare un'attività molto distante dai dettami che caratterizzano i movimenti slow, sembra si stia gradualmente avvicinando a questo modo di vivere: è infatti sempre più frequente che i giocatori scelgano di godere delle proprie passioni con esperienze tranquille e rilassate». Lo dimostra il successo di Harvest Moon: One World, un videogioco in cui i giocatori verranno trasportati in un mondo tutto da scoprire e ricco di avventure. Un mondo in cui, però, la biodiversità è minacciata dai suoi abitanti, che hanno nel tempo perso il rispetto per la natura, facendo così inaridire la terra. L'obiettivo dei giocatori sarà proprio quello di ristabilire la prosperità dell'ecosistema, tuffandosi nella vita agricola e gestendo la propria fattoria personale.
«La parola chiave è stata engagement, quello che i videogiochi andavano cercando da anni. Non lo confermano solo i numeri, ma una serie di indicatori che rivela come il tipo di gioco usato sia andato al di là dei soliti noti» ha continuato Marco Saletta. I videogiochi multiplayer online hanno avuto un ruolo di supporto per i giocatori. Il 50% li ha utilizzati per rimanere in contatto con gli amici, il 48% per sentirsi meno isolato, il 39% come strumento per ridurre l'ansia. Non meno importante, il 19% dei genitori ha giocato ai videogame, non solo educativi, con i propri figli, in particolare se fra i 6 e i 10 anni di età.
«Oggi il gaming può essere percepito come tempo speso bene insieme. Sono tantissimi gli italiani che hanno scoperto, nel videogioco, un'occasione di condivisione, anche oltre l'esperienza ludica in senso stretto. Sono per di più convinto sarà questa l'eredità più solida dell'incremento registrato nel 2020: non le cifre, ma la consapevolezza di quanto sia bello giocare con gli amici. Socialità e inclusività, se dovessi ridurre tutto in due concetti cardine». ha aggiunto il presidente di Iidea.
Animal Crossing: New Horizons
Animal Crossing: New Horizons celebra il suo primo anno su Nintendo Switch. Da molti definito «il gioco del lockdown», Animal Crossing ha scatenato una vera e propria mania che ha dato vita a una miriade di iniziative in-game e che ha spinto tutti, ma proprio tutti, a esplorare al massimo le infinite potenzialità di questo life simulator, da chi cercava un luogo di ritrovo con amici e parenti, all'attuale Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.
Animal Crossing: New Horizons è il secondo gioco* per Nintendo Switch più venduto di sempre. Solo in Europa sono state vendute 7 milioni di copie, con più di un terzo degli oltre 20 milioni di possessori della console che hanno scelto di iniziare la propria avventura su un'isola deserta con il videogame. Tra i motivi di questo successo, c'è stata anche la possibilità di utilizzare il gioco come luogo di ritrovo virtuale e alternativa agli eventi fisici in un momento storico senza precedenti, in cui vige la regola del distanziamento sociale più totale: in Animal Crossing sono stati celebrati matrimoni e compleanni, qualcuno lo ha addirittura utilizzato per dei meeting di lavoro, altri ancora hanno pensato di sfruttarlo come strumento di dating online, trovando l'amore in lockdown.
Super Mario 3D World
Più di tre generazioni si sono cimentate nelle avventure dell'idraulico più famoso al mondo. Non a caso Super Mario è il videogioco più amato e venduto al mondo. Nell'ultima avventura Nintendo - Super Mario 3D World + Bowser's Fury - i giocatori potranno vestire i panni di Mario, Luigi, Toad e anche della Principessa Peach, e lanciarsi in una missione per salvare il Regno delle fate dalla minaccia del temibile Bowser. Ad attenderli ci saranno nuovi mondi di Mario in tre dimensioni, con livelli divertenti e accattivanti, più una novità che farà felici tutti gli amanti dei felini: l'esclusivo potenziamento super campanella che trasforma Mario e amici in un'adorabile versione gatto. In Super Mario 3D World + Bowser's Fury il divertimento aumenta esponenzialmente in compagnia e, grazie alla nuova modalità di gioco online, giocare insieme agli amici distanti è ancora più semplice.
Per chi vuole affrontare invece un'avventura spalla a spalla insieme al suo partner di gioco preferito, all'interno del videogioco è inclusa anche Bowser's Fury, un'esperienza separata dalla classica modalità a livelli che aggiunge ancora più ore di gioco, arricchendo ulteriormente i già numerosi contenuti presenti nell'episodio principale. I giocatori potranno allearsi con Bowser Junior per fermare la furia di un gigantesco Bowser, prendendo il controllo di un altrettanto enorme Mario gatto: una vera e propria sfida tra colossi.
New Pokemon Snap
Uscirà il 30 aprile prossimo New Pokemon Snap, l'ultimo gioco per Nintendo Switch ambientato nell'universo Pokemon. Partendo dall'originale Snap, pubblicato nel 1999 per Nintendo 64, il nuovo gioco mostra alcuni elementi da videogioco di ruolo. Al contrario dell'originale in cui i giocatori potevano vestire i panni di un allenatore questa volta saranno appassionati di fotografia. Nucleo dell'opera è infatti l'osservazione dei Pokémon nel proprio ambiente naturale, ricreato con dettagli mai visti nella saga principale, con l'obiettivo di immortalarli nelle pose più spettacolari possibili.
Le foto scattate, infatti, riceveranno un punteggio basato sulla posa dei soggetti, sulle loro dimensioni all'interno della foto, sul grado di rotazione dei Pokémon verso l'obiettivo e sulla loro posizione nell'inquadratura.
Monster Hunter Rise
I mostri sono senza dubbio uno degli aspetti più iconici di Monster Hunter, una serie che da oltre 16 anni fa impazzire i videogiocatori giapponesi: basti pensare che, per l'odierna uscita dell'ultimo capitolo, l'azienda giapponese Mark-on ha deciso di dare ferie a molti dei suoi dipendenti, che sarebbero altrimenti stati poco produttivi per via del gioco. Nel tempo anche i player occidentali hanno imparato ad amare questa saga di forte stampo nipponico, tanto da farla diventare un fenomeno globale sfociato anche in una omonima pellicola cinematografica con protagonista l'attrice Milla Jovovic.
Monster Hunter Rise aggiunge nuove meccaniche di gioco, come l'insetto filo che permette di spostarsi a mezz'aria e prendere il controllo dei mostri, nuovi compagni, come i canyne, e nuovi personaggi, per un'esperienza di gioco indimenticabile. Inoltre, grazie alla versatilità della famiglia di console Nintendo Switch, che da casalinga diventa portatile in un solo gesto, i cacciatori potranno giocare da soli o in compagnia, sia in locale che online, ovunque e in qualsiasi momento.
La moda dei videogiochi
«Il digitale sarà il luogo in cui daremo libero sfogo alle nostre fantasie fashion». Parola di Michaela Larosse, Head of Content & Strategy di The Fabricant, maison di moda virtuale. «In un mondo immateriale in cui tutto è possibile, possiamo esprimere noi stessi nella maniera più audace e senza limiti né confini. Immaginiamo che la transizione della moda digitale nel mondo reale avverrà senza problemi e tutti potranno vedere la tua identità digital fashion alternativa mentre cammini per strada, tramite l'utilizzo di un dispositivo digitale».
Una rivoluzione che è partita dal mondo dei videogiochi. Ce lo racconta l'analisi presentata da Lyst. Il Digital Fashion Report svela come il mondo digitale abbia rivoluzionato le abitudini degli amanti della moda e come sarà il futuro fashion shopper.
Le maison del lusso più affermate sono infatti sbarcate nel mondo del gaming presentando collezioni virtuali che hanno influenzato le ricerche nella vita reale. Nel dicembre 2020, ad esempio, Balenciaga ha presentato la sua collezione autunno/inverno sotto forma di un videogame chiamato Afterworld: The Age of Tomorrow. Nelle 48 ore successive alla release del gioco, le ricerche del brand su Lyst sono impennate del 41%, mentre le menzioni sui social hanno superato il tetto di 130.000 nel mese di dicembre. Parallelamente, il videogioco B Surf di Burberry, lanciato a luglio 2020, ha generato il 32% di ricerche in più per la sua collezione TB Monogram.
I brand di moda si sono poi lanciati anche in collaborazioni con noti franchise di videogiochi. Gucci si è rivolto ai giocatori di The Sims 4 con una rivisitazione in-game della collezione Off The Grid, che ha portato ad un aumento dell'82% nelle ricerche su Lyst della collezione fisica, ad appena pochi giorni dalla release in ottobre. Nel contempo, le ricerche del brand polacco MISBHV sono aumentate del 233% a gennaio 2021, nelle settimane successive all'apparizione ufficiale dei suoi modelli in Grand Theft Auto. Nel maggio 2020, Marc Jacobs ha inserito alcuni dei suoi modelli in Animal Crossing: New Horizons, provocando un aumento del 47% delle ricerche dei suoi prodotti reali su Lyst, rispetto al mese precedente.
Alla scoperta di Super Nintendo World a Osaka
Allestita a Osaka all'interno del parco Universal Studios, l'area dedicata al mondo di Super Mario sfida la pandemia e rilancia l'intrattenimento dei parchi di divertimento.
Il Giappone, che si prepara alle Olimpiadi estive, ci crede e lo fa aprendo le porte con quasi un anno di ritardo una delle più grandi implementazioni nei parchi di divertimento di tutto il mondo dai tempi di Harry Potter e Avatar. Con un investimento da 480 milioni di euro, la nuova porzione costruita all'interno degli Universal Studios Japan sfida l'apertura recentissima del mondo dedicato alla Bella e la Bestia di Tokyo Disneyland.
Super Nintendo World è la trasposizione perfetta del mondo creato da Shigeru Miyamoto, papà dell'idraulico baffuto più famodo al mondo. Al suo interno oltre a tutti i personaggi della saga, i visitatori potranno partecipare alle avventure di Mario e i suoi amici in prima persona. Come? Indossando uno speciale braccialetto che permetterà di interagire con l'ambiente circostante. Il bracciale, che è stato rinominato Power Up band, è l'evoluzione della bacchetta magica, già sperimentata con successo nell'ambiente di Harry Potter. Connettendolo all'app degli Universal permetterà di raccogliere monete d'oro e tenerne contezza sul proprio smartphone.
Secondo il rapporto annuale reso noto da Iidea, l'indotto del settore è in crescita del 21,9% rispetto al 2019. Il numero dei gamer in Italia è di 16,7 milioni cioè il 38% della popolazione italiana compresa tra i 6 e i 64 anni. «Il digitale sarà il luogo in cui daremo libero sfogo alle nostre fantasie fashion». Nel suo ultimo report, la piattaforma Lyst ha spiegato come la moda sia sempre più affascinata dal gaming. Il Giappone guarda alla vita post Covid e apre un parco tematico dedicato a Super Mario. Lo speciale contiene sei articoli.Secondo il rapporto annuale reso noto da Iidea, l'indotto del settore dei videogiochi ha raggiunto i 2,17 miliardi di euro, registrando una crescita del 21,9% rispetto al 2019. Le vendite software hanno raggiunto 1,7 miliardi di euro, con una crescita del 24,8%, con un segmento digitale che, da solo, è valso 799 milioni di euro. L'hardware al contrario, frenato dal cambio generazionale, ha raggiunto i 395 milioni di euro, con una crescita del 6,9%. Il presidente dell'associazione Marco Saletta ha commentato di dati, affermando come «il 2020 sia stato un anno estremamente positivo per il settore dei videogiochi, con un mercato che in Italia continua a crescere anno dopo anno e che negli ultimi dodici mesi ha fatto registrare numeri record. Questa crescita significativa non è solo frutto della pandemia che ci ha fatto passare più tempo tra le mura domestiche ma è una testimonianza del crescente interesse nei confronti dei videogiochi come forma di intrattenimento e di comunicazione».Il numero dei gamer in Italia è di 16,7 milioni cioè il 38% della popolazione italiana compresa tra i 6 e i 64 anni. «Gli italiani, purtroppo chiusi in casa, si sono resi conto dei valori di cui i videogiochi sono portatori: dall'intrattenimento alla sfida, fino alla socializzazione» ha dichiarato Saletta. «In un periodo di estrema complessità per tutti, siamo almeno felici di constatare quanto il gaming sia associato a sensazioni positive e a momenti di distensione».Secondo Nintendo i videogiochi che emulano una vita reale all'insegna della tranquillità e della spensieratezza sono stati il traino di questa crescita. «Sebbene i videogiochi possano sembrare un'attività molto distante dai dettami che caratterizzano i movimenti slow, sembra si stia gradualmente avvicinando a questo modo di vivere: è infatti sempre più frequente che i giocatori scelgano di godere delle proprie passioni con esperienze tranquille e rilassate». Lo dimostra il successo di Harvest Moon: One World, un videogioco in cui i giocatori verranno trasportati in un mondo tutto da scoprire e ricco di avventure. Un mondo in cui, però, la biodiversità è minacciata dai suoi abitanti, che hanno nel tempo perso il rispetto per la natura, facendo così inaridire la terra. L'obiettivo dei giocatori sarà proprio quello di ristabilire la prosperità dell'ecosistema, tuffandosi nella vita agricola e gestendo la propria fattoria personale.«La parola chiave è stata engagement, quello che i videogiochi andavano cercando da anni. Non lo confermano solo i numeri, ma una serie di indicatori che rivela come il tipo di gioco usato sia andato al di là dei soliti noti» ha continuato Marco Saletta. I videogiochi multiplayer online hanno avuto un ruolo di supporto per i giocatori. Il 50% li ha utilizzati per rimanere in contatto con gli amici, il 48% per sentirsi meno isolato, il 39% come strumento per ridurre l'ansia. Non meno importante, il 19% dei genitori ha giocato ai videogame, non solo educativi, con i propri figli, in particolare se fra i 6 e i 10 anni di età.«Oggi il gaming può essere percepito come tempo speso bene insieme. Sono tantissimi gli italiani che hanno scoperto, nel videogioco, un'occasione di condivisione, anche oltre l'esperienza ludica in senso stretto. Sono per di più convinto sarà questa l'eredità più solida dell'incremento registrato nel 2020: non le cifre, ma la consapevolezza di quanto sia bello giocare con gli amici. Socialità e inclusività, se dovessi ridurre tutto in due concetti cardine». ha aggiunto il presidente di Iidea.<div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/business-dei-videogiochi-2-miliardi-2651348338.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="animal-crossing-new-horizons" data-post-id="2651348338" data-published-at="1617470206" data-use-pagination="False"> Animal Crossing: New Horizons Animal Crossing: New Horizons celebra il suo primo anno su Nintendo Switch. Da molti definito «il gioco del lockdown», Animal Crossing ha scatenato una vera e propria mania che ha dato vita a una miriade di iniziative in-game e che ha spinto tutti, ma proprio tutti, a esplorare al massimo le infinite potenzialità di questo life simulator, da chi cercava un luogo di ritrovo con amici e parenti, all'attuale Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.Animal Crossing: New Horizons è il secondo gioco* per Nintendo Switch più venduto di sempre. Solo in Europa sono state vendute 7 milioni di copie, con più di un terzo degli oltre 20 milioni di possessori della console che hanno scelto di iniziare la propria avventura su un'isola deserta con il videogame. Tra i motivi di questo successo, c'è stata anche la possibilità di utilizzare il gioco come luogo di ritrovo virtuale e alternativa agli eventi fisici in un momento storico senza precedenti, in cui vige la regola del distanziamento sociale più totale: in Animal Crossing sono stati celebrati matrimoni e compleanni, qualcuno lo ha addirittura utilizzato per dei meeting di lavoro, altri ancora hanno pensato di sfruttarlo come strumento di dating online, trovando l'amore in lockdown. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem6" data-id="6" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/business-dei-videogiochi-2-miliardi-2651348338.html?rebelltitem=6#rebelltitem6" data-basename="super-mario-3d-world" data-post-id="2651348338" data-published-at="1617470206" data-use-pagination="False"> Super Mario 3D World Più di tre generazioni si sono cimentate nelle avventure dell'idraulico più famoso al mondo. Non a caso Super Mario è il videogioco più amato e venduto al mondo. Nell'ultima avventura Nintendo - Super Mario 3D World + Bowser's Fury - i giocatori potranno vestire i panni di Mario, Luigi, Toad e anche della Principessa Peach, e lanciarsi in una missione per salvare il Regno delle fate dalla minaccia del temibile Bowser. Ad attenderli ci saranno nuovi mondi di Mario in tre dimensioni, con livelli divertenti e accattivanti, più una novità che farà felici tutti gli amanti dei felini: l'esclusivo potenziamento super campanella che trasforma Mario e amici in un'adorabile versione gatto. In Super Mario 3D World + Bowser's Fury il divertimento aumenta esponenzialmente in compagnia e, grazie alla nuova modalità di gioco online, giocare insieme agli amici distanti è ancora più semplice.Per chi vuole affrontare invece un'avventura spalla a spalla insieme al suo partner di gioco preferito, all'interno del videogioco è inclusa anche Bowser's Fury, un'esperienza separata dalla classica modalità a livelli che aggiunge ancora più ore di gioco, arricchendo ulteriormente i già numerosi contenuti presenti nell'episodio principale. I giocatori potranno allearsi con Bowser Junior per fermare la furia di un gigantesco Bowser, prendendo il controllo di un altrettanto enorme Mario gatto: una vera e propria sfida tra colossi. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem4" data-id="4" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/business-dei-videogiochi-2-miliardi-2651348338.html?rebelltitem=4#rebelltitem4" data-basename="new-pokemon-snap" data-post-id="2651348338" data-published-at="1617470206" data-use-pagination="False"> New Pokemon Snap Uscirà il 30 aprile prossimo New Pokemon Snap, l'ultimo gioco per Nintendo Switch ambientato nell'universo Pokemon. Partendo dall'originale Snap, pubblicato nel 1999 per Nintendo 64, il nuovo gioco mostra alcuni elementi da videogioco di ruolo. Al contrario dell'originale in cui i giocatori potevano vestire i panni di un allenatore questa volta saranno appassionati di fotografia. Nucleo dell'opera è infatti l'osservazione dei Pokémon nel proprio ambiente naturale, ricreato con dettagli mai visti nella saga principale, con l'obiettivo di immortalarli nelle pose più spettacolari possibili.Le foto scattate, infatti, riceveranno un punteggio basato sulla posa dei soggetti, sulle loro dimensioni all'interno della foto, sul grado di rotazione dei Pokémon verso l'obiettivo e sulla loro posizione nell'inquadratura. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem8" data-id="8" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/business-dei-videogiochi-2-miliardi-2651348338.html?rebelltitem=8#rebelltitem8" data-basename="monster-hunter-rise" data-post-id="2651348338" data-published-at="1617470206" data-use-pagination="False"> Monster Hunter Rise I mostri sono senza dubbio uno degli aspetti più iconici di Monster Hunter, una serie che da oltre 16 anni fa impazzire i videogiocatori giapponesi: basti pensare che, per l'odierna uscita dell'ultimo capitolo, l'azienda giapponese Mark-on ha deciso di dare ferie a molti dei suoi dipendenti, che sarebbero altrimenti stati poco produttivi per via del gioco. Nel tempo anche i player occidentali hanno imparato ad amare questa saga di forte stampo nipponico, tanto da farla diventare un fenomeno globale sfociato anche in una omonima pellicola cinematografica con protagonista l'attrice Milla Jovovic.Monster Hunter Rise aggiunge nuove meccaniche di gioco, come l'insetto filo che permette di spostarsi a mezz'aria e prendere il controllo dei mostri, nuovi compagni, come i canyne, e nuovi personaggi, per un'esperienza di gioco indimenticabile. Inoltre, grazie alla versatilità della famiglia di console Nintendo Switch, che da casalinga diventa portatile in un solo gesto, i cacciatori potranno giocare da soli o in compagnia, sia in locale che online, ovunque e in qualsiasi momento. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem5" data-id="5" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/business-dei-videogiochi-2-miliardi-2651348338.html?rebelltitem=5#rebelltitem5" data-basename="la-moda-dei-videogiochi" data-post-id="2651348338" data-published-at="1617470206" data-use-pagination="False"> La moda dei videogiochi «Il digitale sarà il luogo in cui daremo libero sfogo alle nostre fantasie fashion». Parola di Michaela Larosse, Head of Content & Strategy di The Fabricant, maison di moda virtuale. «In un mondo immateriale in cui tutto è possibile, possiamo esprimere noi stessi nella maniera più audace e senza limiti né confini. Immaginiamo che la transizione della moda digitale nel mondo reale avverrà senza problemi e tutti potranno vedere la tua identità digital fashion alternativa mentre cammini per strada, tramite l'utilizzo di un dispositivo digitale».Una rivoluzione che è partita dal mondo dei videogiochi. Ce lo racconta l'analisi presentata da Lyst. Il Digital Fashion Report svela come il mondo digitale abbia rivoluzionato le abitudini degli amanti della moda e come sarà il futuro fashion shopper.Le maison del lusso più affermate sono infatti sbarcate nel mondo del gaming presentando collezioni virtuali che hanno influenzato le ricerche nella vita reale. Nel dicembre 2020, ad esempio, Balenciaga ha presentato la sua collezione autunno/inverno sotto forma di un videogame chiamato Afterworld: The Age of Tomorrow. Nelle 48 ore successive alla release del gioco, le ricerche del brand su Lyst sono impennate del 41%, mentre le menzioni sui social hanno superato il tetto di 130.000 nel mese di dicembre. Parallelamente, il videogioco B Surf di Burberry, lanciato a luglio 2020, ha generato il 32% di ricerche in più per la sua collezione TB Monogram.I brand di moda si sono poi lanciati anche in collaborazioni con noti franchise di videogiochi. Gucci si è rivolto ai giocatori di The Sims 4 con una rivisitazione in-game della collezione Off The Grid, che ha portato ad un aumento dell'82% nelle ricerche su Lyst della collezione fisica, ad appena pochi giorni dalla release in ottobre. Nel contempo, le ricerche del brand polacco MISBHV sono aumentate del 233% a gennaio 2021, nelle settimane successive all'apparizione ufficiale dei suoi modelli in Grand Theft Auto. Nel maggio 2020, Marc Jacobs ha inserito alcuni dei suoi modelli in Animal Crossing: New Horizons, provocando un aumento del 47% delle ricerche dei suoi prodotti reali su Lyst, rispetto al mese precedente. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem20" data-id="20" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/business-dei-videogiochi-2-miliardi-2651348338.html?rebelltitem=20#rebelltitem20" data-basename="alla-scoperta-di-super-nintendo-world-a-osaka" data-post-id="2651348338" data-published-at="1617470206" data-use-pagination="False"> Alla scoperta di Super Nintendo World a Osaka Allestita a Osaka all'interno del parco Universal Studios, l'area dedicata al mondo di Super Mario sfida la pandemia e rilancia l'intrattenimento dei parchi di divertimento.Il Giappone, che si prepara alle Olimpiadi estive, ci crede e lo fa aprendo le porte con quasi un anno di ritardo una delle più grandi implementazioni nei parchi di divertimento di tutto il mondo dai tempi di Harry Potter e Avatar. Con un investimento da 480 milioni di euro, la nuova porzione costruita all'interno degli Universal Studios Japan sfida l'apertura recentissima del mondo dedicato alla Bella e la Bestia di Tokyo Disneyland.Super Nintendo World è la trasposizione perfetta del mondo creato da Shigeru Miyamoto, papà dell'idraulico baffuto più famodo al mondo. Al suo interno oltre a tutti i personaggi della saga, i visitatori potranno partecipare alle avventure di Mario e i suoi amici in prima persona. Come? Indossando uno speciale braccialetto che permetterà di interagire con l'ambiente circostante. Il bracciale, che è stato rinominato Power Up band, è l'evoluzione della bacchetta magica, già sperimentata con successo nell'ambiente di Harry Potter. Connettendolo all'app degli Universal permetterà di raccogliere monete d'oro e tenerne contezza sul proprio smartphone.
Il segretario della Cisl Giovanni Abimelech: «Per il Comune noi o la Uil non siamo presidi democratici?».
Il sindaco di Milano Beppe Sala fa parlare di nuovo di sé. Già, perché l’assegnazione dell’Ambrogino d’Oro - massima onorificenza che la città attribuisce a figure benemerite all’ombra della Madonnina - alla Cgil, ha un po’ stizzito il resto del mondo sindacale, che si è risentito nei confronti di Palazzo Marino. A intervenire è stato il segretario generale della Cisl milanese, Giovanni Abimelech, che in una dichiarazione diffusa mercoledì scorso ha messo in discussione i criteri seguiti dal Comune di Milano nell’attribuzione del massima riconoscimento civico.
«Il Comune di Milano ha premiato la Cgil con l’Ambrogino, la più importante benemerenza civica. Quello che vorremmo capire è perché lo stesso riconoscimento non sia stato assegnato anche alla Cisl. O alla Uil. Insomma, a tutto il movimento sindacale confederale», afferma Abimelech. Il segretario della Cisl richiama il peso organizzativo del sindacato sul territorio e il ruolo svolto nei luoghi di lavoro e nei servizi ai cittadini: «È una risposta che dobbiamo ai nostri 185.000 iscritti, ai delegati e alle delegate che si impegnano quotidianamente nelle aziende e negli uffici pubblici, alle tantissime persone che si rivolgono ai nostri sportelli diffusi in tutta l’area metropolitana per chiedere di essere tutelate e assistite».
Nel merito delle motivazioni che hanno accompagnato il riconoscimento alla Cgil, Abimelech solleva una serie di interrogativi sul mancato coinvolgimento delle altre sigle confederali. «Abbiamo letto le motivazioni del premio alla Cgil e allora ci chiediamo: la Cisl non è un presidio democratico e di sostegno a lavoratori e lavoratrici? Non è interlocutrice cruciale per istituzioni e imprese, impegnata nel tutelare qualità del lavoro, salute pubblica e futuro del territorio?», dichiara.
Il segretario generale elenca le attività svolte dal sindacato sul piano dei servizi e della rappresentanza: «Non offre servizi essenziali, dai Caf al Patronato, agli sportelli legali? Non promuove modelli di sviluppo equi, sostenibili e inclusivi? Non è vitale il suo ruolo nel dibattito sulle dinamiche della politica economica e industriale?».
Nella dichiarazione trova spazio anche il recente trasferimento della sede della sigla milanese. «In queste settimane la Cisl ha lasciato la sua “casa” storica di via Tadino 23, inaugurata nel 1961 dall’arcivescovo Giovanni Battisti Montini, il futuro Papa Paolo VI, per trasferirsi in una più grande e funzionale in via Valassina 22», ricorda Abimelech, sottolineando le ragioni dell’operazione: «Lo ha fatto proprio per migliorare il suo ruolo di servizio e tutela per i cittadini e gli iscritti».
La presa di posizione si chiude con un interrogativo rivolto direttamente all’amministrazione comunale: «Dobbiamo pensare che per il Comune di Milano ci siano sindacati di serie A e di serie B? Dobbiamo pensare che per il Comune di Milano ci siano sindacati amici e nemici?». Al sindaco Sala non resta che conferire con Abimelech e metterlo a parte delle risposte ai suoi interrogativi.
Il ministro della Pa: «Venerdì hanno scioperato appena 100.000 statali rispetto ai 300.000 iscritti al sindacato. Un fallimento legato al no al rinnovo dei contratti. Al tavolo della trattativa i suoi erano a disagio, come se stessero subendo un diktat».
«In media nessuno degli scioperi degli ultimi anni ha registrato grandi adesioni, ma le circa 100.000 persone che ieri hanno deciso di non lavorare per seguire la protesta della Cgil rappresentano un minimo storico. Parliamo del 4,4% del totale, più o meno un terzo dei 300.000 statali iscritti al sindacato di Landini. Vuol dire che anche i suoi sono stufi di portare avanti battaglie politiche che alla fine non danno vantaggi ai lavoratori». Paolo Zangrillo è il ministro della Pubblica amministrazione e negli ultimi mesi si è scontrato obtorto collo con il radicalismo dell’ex Fiom.
Per mesi e mesi i no dei compagni hanno bloccato il rinnovo dei contratti della Pa. Nonostante i 20 miliardi messi sul piatto dal governo. E nonostante fossero già pronte le risorse per i rinnovi successivi. Poi è bastato che la Uil tornasse a ragionare e si decidesse a firmare per garantire a più di 2 milioni di dipendenti aumenti da 170 euro al mese. E altrettanti dovrebbero arrivare nei prossimi mesi. Senza ovviamente la firma di Landini.
Ministro c’è anche il peso della trattativa per il rinnovo contrattuale dietro al risultato disastroso dell’ennesimo sciopero di venerdì?
«Non anche, io direi soprattutto. Guardi io ho seguito quel tavolo e le dico che avevo una sensazione abbastanza lampante. A me è sembrato che i rappresentanti della Cgil si rendessero conto che sul piatto c’era un’offerta vera e concreta, di fronte alla quale sarebbe stato autolesionistico fare un passo indietro, ma che non avessero alternative».
In che senso?
«Nel senso che i miei interlocutori erano a disagio, magari mi sbaglio, ma sembrava che gli fosse stato imposto un diktat politico rispetto al quale avevano le mani legate. Un diktat che non ha nulla a che vedere con il ruolo che dovrebbe avere chi rappresenta gli interessi e i diritti dei lavoratori. Va da sé che questa posizione ha portato la Cgil a isolarsi e buona parte degli iscritti a non poterne più».
A non poterne più di cosa?
«Ma scusi, da quando sono al governo abbiamo chiuso la tornata contrattuale 2019-2022, aperto e chiuso quella 2022-2024 e ci accingiamo, questione di settimane, ad aprire quella 2025-2027. Una cosa del genere non era mai successa».
Al di là delle statistiche, cosa vuol dire tutto questo per i lavoratori?
«Tradotto in soldoni significa che il governo ha stanziato 20 miliardi e che nel periodo 2021-2027 i salari degli statali aumenteranno del 16-18%. Ecco, Landini parla tanto della necessità di far recuperare potere d’acquisto alle retribuzioni e di avvicinare gli stipendi pubbliche a quelle dei privati, e poi si chiude a riccio di fronte a numeri del genere? È chiaro che sta facendo politica, finalmente i suoi se ne sono resi conto e prendono le distanze».
Dopo il flop dello sciopero di ieri Landini dovrebbe fare un passo indietro? O comunque i suoi dovrebbero pressarlo affinché lo faccia?
«Guardi io sono focalizzato sul mio impegno, sulla responsabilità che ho nei confronti di 3,4 milioni di statali e non mi permetterei mai di dire cosa deve fare a una confederazione che ha la storia della Cgil. Mi sento però libero di evidenziare che non capisco cosa pensano di ottenere continuando su questa strada. Anzi le dirò che auspicherei un ritrovato clima di riappacificazione tra Cgil, Cisl e Uil, ma con questa leadership non mi sembra ci siano i presupposti».
A fronte di un clima che sta diventando sempre più teso. Ieri a Firenze, dove parlava il leader della Cgil, sono state distribuite banconote fasulle con l’effige sua e del premier Meloni.
«Un brutto episodio che a me sicuramente dispiace, ma che trovo ancor più offensivo verso tutti i dipendenti della pubblica amministrazione che lavorano seriamente e hanno visto nel rinnovo e negli aumenti contrattuali un giusto premio per i loro sforzi. Io penso che rispetto a un lavoratore pubblico che in 6-7 anni vede la busta paga crescere del 16-18%, non sia corretto dire che sta guadagnando soldi falsi».
Episodio che fa il paio con quello di Genova, dove Landini non si è scusato con i sindacalisti della Uilm menati dai colleghi della Fiom.
«Episodio che conferma il clima di estrema tensione che stiamo vivendo. Più c’è agitazione e più chi ha un ruolo istituzionale dovrebbe mostrare senso di responsabilità».
Può essere più specifico?
«Guardi, noi assistiamo ormai da tempo a reiterate manifestazioni di violenza da parte dei pro Pal e il fatto che pure il sindacato si renda complice di comportamenti del genere va assolutamente stigmatizzato».
E Landini non l’ha fatto.
«Sbagliando. Perché la storia di questo Paese è ricca di nette prese di distanza della Cgil rispetto alle aggressioni, penso ai tempi delle Brigate Rosse. Mentre ora a Genova si adotta la strategia del silenzio che però rischia di essere confusa con l’assenso. La dirò di più...».
Prego.
«Il fatto che viviamo tempi balordi è dimostrato da quello che è successo alla “Stampa” a Torino, un assalto assolutamente da condannare. Un episodio di una gravità assoluta e trovo incredibile che qualcuno a sinistra abbia usato quanto successo come pretesto per dare la colpa alle Forze dell’ordine che non c’erano».
Daniela Fumarola spinge per un nuovo patto con imprenditori e governo e poi fissa le priorità: «Bisogna rifinanziare la legge per la partecipazione dei dipendenti agli utili d’impresa e ampliare la defiscalizzazione dei contratti».
Cgil sempre più isolata. All’indomani dello sciopero, proclamato dal segretario generale, Maurizio Landini, per protestare contro la legge di Bilancio, emerge sempre più la spaccatura tra i sindacati. Mentre la Cgil continua con la politica contundente, annunciando una sorta di stato di allerta permanente e la Uil dopo aver fatto la «ruota di scorta della Cgil» ha finalmente assunto una posizione più autonoma, la Cisl marca la differenza rispetto alla strategia della piazza e ribadisce il metodo del dialogo. Una politica da attuare non solo per la discussione sulla manovra ma da far propria, con una visione di più lungo periodo, su tutte che riguardano il futuro del Paese.
Ieri il sindacato guidato da Daniela Fumarola ha indetto la sua manifestazione, «Migliorare la manovra, costruire un Patto», a Roma, in Piazza Santi Apostoli, per arricchire la legge di Bilancio e lanciare un nuovo patto sociale, un accordo della responsabilità su obiettivi condivisi. In particolare su salari, tutele nel mercato del lavoro, pensioni, scuola, ricerca e partecipazione. «In un tempo in cui tanti strappano, dividono e urlano, noi vogliamo cucire, unire e costruire dei sì concreti», ha detto Fumarola, ribadendo che la strada migliore per arrivare ai risultati «non è il conflitto ma il dialogo con il governo», non la piazza di chi vuole distruggere ma «la piazza della responsabilità». La segretaria crede ancora nel «valore dell’unità sindacale - alla gara a chi urla di più, certo noi non abbiamo mai partecipato e mai parteciperemo -, ma bisogna ritrovarsi sui contenuti e sul metodo che non è il conflitto».
Dichiarazioni sulle quali si misura la distanza siderale con la Cgil che, anche come braccio armato del Pd, ha scelto invece lo scontro, senza se e senza ma. Anche se significa sacrificare risultati per i lavoratori come è accaduto, in queste settimane, con la mancata firma dei contratti e come ora si sta ripetendo con il rifinanziamento del fondo per la legge 76 del 2025 sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili delle imprese che manca nella manovra. «Un buco clamoroso», afferma Fumarola. La legge è stata promossa dalla Cisl per dare attuazione all’articolo 46 della Costituzione, rafforzare la collaborazione, preservare l’occupazione e valorizzare il lavoro mentre la Cgil ha votato contro, ritenendo che questa indebolisse la contrattazione collettiva e la rappresentanza sindacale.
Due posizioni diametralmente opposte e ora che nella manovra mancano i soldi per tale misura, la Cisl si trova da sola a rivendicarli al governo. «La partecipazione non si umilia», ha detto la leader sindacale in Piazza Santi Apostoli, «Guai se dovessimo capire che sulla pelle dei lavoratori è stato consumato qualche strano scambio tra i banchi del governo e della maggioranza». E se il rifinanziamento non dovesse arrivare, «la Cisl saprà alzare in ben altro modo le bandiere» avverte la sindacalista che sollecita anche l’ampliamento della defiscalizzazione nella contrattazione di primo livello, ai salari fino a 38.000 euro.
Ma è sul metodo che Fumarola insiste, ovvero la definizione di «un nuovo patto tra tutte le forze sociali e imprenditoriali e lo stesso governo per sedersi intorno a un tavolo e fissare obiettivi che devono traghettare il nostro Paese verso un futuro migliore. Il metodo del confronto va consolidato, non usato a corrente alternata. Apriamo una stagione di concertazione nuova per trovare soluzioni e decidere insieme». Infine, l’invito rivolto alle altre due confederazioni: «Possiamo avere culture, storie e linguaggi diversi. Ma il Paese ha bisogno che sul terreno dei contenuti, degli obiettivi e delle proposte a vincere sia la concretezza». Questa strada si percorre tramite «il confronto che va consolidato, non usato a corrente alternata. Apriamo una stagione di concertazione nuova per trovare soluzioni e decidere insieme. Il conflitto lo riserviamo quando non c’è più speranza di dialogo».
Fumarola delinea il profilo di un sindacato autorevole, ovvero che sia «forte, autonomo, riformista, capace di contrattare, negoziare e ottenere risultati». E senza nominare la Cgil ma con una chiara allusione, ribadisce «noi non siamo il sindacato che si specchia nei cortei e si dimentica dei contratti. Bisogna smettere di pensare che fa sul serio solo chi alza i decibel, mostra i denti e affossa i negoziati. Noi siamo liberi, ci assumiamo la responsabilità di fare scelte anche scomode. Siamo il sindacato del riformismo, quello che preferisce una conquista vera a cento comunicati stampa che preferisce un tavolo in più e uno striscione in meno. Il nostro mestiere non è incendiare i luoghi di lavoro: è difenderli, migliorarli. Rispettiamo le altre posizioni sindacali, ma pretendiamo rispetto vero».
Il capo 5s, ospite ad Atreju, scarica su Giancarlo Giorgetti il disastro del Superbonus. Guido Crosetto porta via a forza Matteo Renzi dal palco.
Il penultimo giorno di Atreju ospita ben due ex premier, Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Già presidenti del Consiglio ma ancora prime donne. «C’è una sedia vuota qui. Manca Giorgia Meloni, la padrona di casa», è la provocazione di Conte, inevitabile, dopo che il direttore del Giornale, Tommaso Cerno, al quale è stato affidato il compito di intervistarlo, gli chiede che fine abbia fatto Elly Schlein. E controbatte: «Ci sarebbe stata se aveste deciso chi è il leader del campo largo». Conte insiste, sentendosi evidentemente già leader del campo largo: «Verrà il giorno, io sono sicuro che verrà un giorno in cui faremo questo confronto». E poi sul campo largo precisa: «Noi siamo disponibili a dialogare con Il Pd e con le altre forze progressiste. Se verrà fuori un’alleanza dipenderà solo dai programmi, se ci verranno scritte le nostre battaglie di sempre, dall’etica pubblica alla legalità, alla giustizia ambientale e sociale».
Alle domande di Cerno, il leader pentastellato risponde sempre scaricando le proprie responsabilità su altri. Sul Superbonus dice: «Conte dopo sei mesi è andato a casa perché il signore qui, Renzi, ha voluto rompere la coalizione. È stato Giancarlo Giorgetti ad aver gestito il Superbonus, è disonorevole chiedere a me conto di come è stato gestito. Non è il Superbonus, è la “superscusa”», si difende attaccando. «È vigliacco chiedermi di rispondere su questa misura, fatta in un momento di emergenza e che non ho potuto gestire». Sul Covid, questa volta è colpa di Mario Draghi: «Da quando è iniziata questa commissione parlamentare di inchiesta sul Covid, non ho mai sentito nominare il nome di Draghi da questa maggioranza. Il green pass è stato introdotto dal governo Draghi, non da me. Avete un problema con Draghi anche solo a nominarlo», denuncia. Tornato all’opposizione, Conte torna ad attaccare l’Europa dimenticandosi di aver sostenuto e contribuito a creare il Von der Leyen I: «L’Europa doveva essere protagonista, ma si rischia il disastro politico». Il riferimento è all’Ucraina su cui spiega: «Se continuiamo a scommettere solo sulla vittoria militare dell’Ucraina sulla Russia e chiudiamo anche quella porta che dovrebbe rimanere sempre socchiusa, quella della diplomazia, ci ritroveremo con una pace che verrà fatta sopra la nostra testa». Rivendica la posizione sfidando anche la Lega. «Vorrei chiarire anche a questa platea che ci sono delle differenze tra il M5s e la Lega di Matteo Salvini, perché la Lega ha fatto un accordo con Russia unita di Vladimir Putin mentre noi non abbiamo accordi con nessuno, siamo assolutamente autonomi e indipendenti. Poi, la Lega di Salvini ha votato tutti gli invii delle armi, ogni volta vota e dice che non è d’accordo». Conte, poi, invita il suo intervistatore a essere più sintetico, bramoso di avere più spazio e visibilità possibili. Di certo lo spazio, tanto, se lo è preso Matteo Renzi, che nel panel dedicato alle riforme, mette in piedi un vero e proprio comizio, un Renzi show.
Tanto che, alla fine, interviene Guido Crosetto che, con un simpatico siparietto, lo solleva e lo porta via di peso dal palco. La verità è che Atreju è di fatto diventata una vetrina imperdibile per tutti, o quasi. Soprattutto per chi, come Renzi, è in cerca di visibilità e consensi. Critico con la segretaria del suo ex partito: «Giorgia Meloni ha detto che era pronta a sfidare Elly Schlein. Schlein ha dato la disponibilità poi però, questo non è accaduto: sto parlando di ciò che è avvenuto nel 2024. Meloni ha ribadito questo invito all’inizio della conferenza stampa di inizio anno. Dopodiché la cosa è molto semplice. Ognuno ha un suo stile. Quando ero presidente del Consiglio, ho dialogato con Giorgia Meloni che aveva allora il 3%, era un po’ il mondo alla rovescia», ricorda amareggiato nel punto stampa di Atreju. Critiche, sul palco, anche sul campo largo: «Io ho visto Abu Mazen al Cairo un mese fa e, quindi, sono un precursore del campo largo...», ironizza riferendosi all’appuntamento che le opposizioni hanno avuto con il leader dell’Anp. «La politica estera è una cosa seria, non è che si fa sulla base degli incontri. Comunque, se può interessare, ho visto Abu Mazen il primo novembre al Cairo».
Poi va nel merito delle riforme. Nel mirino ha quella elettorale. «È evidente che loro (la maggioranza, ndr) vogliono cambiare la legge elettorale perché hanno paura di perdere i collegi. Non è un caso che il rilancio della legge elettorale sia avvenuto mezz’ora dopo che sono arrivati gli exit poll di Decaro e di Fico(alle regionali, ndr). Dopodiché, va capito che tipo di legge fanno, se fanno una legge per bene noi ci siamo. Meloni ha sempre detto preferenze, preferenze, preferenze. Faremo le preferenze sì o no? Io sono qui anche con un po’ di curiosità a sentire Casellati». A cui dice: «Al Senato non è arrivata, avete votato alla Camera», ha detto Renzi, riferendosi alla riforma del premierato nonostante sia stato approvato in prima lettura a Palazzo Madama nel giugno 2024. Secca la replica del ministro delle Riforme, Elisabetta Casellati: «Si vede che al Senato non ci sei mai».