2021-04-15
Bugie, morti, vaccini: Speranza deve mollare
Prima minimizzava l'epidemia e negava l'utilità dei Dpi. Poi, ci ha rinchiusi a oltranza, ammazzando l'economia e senza prevenire il record di decessi. Infine, il ministro ha toppato su terapie e sieri e censurato le critiche del report Oms. Perciò è ora che si dimetta. I retroscena politici sostengono che Mario Draghi voglia liberarsi di lui. Enrico Letta è corso a incontrarlo per farlo stare sereno, nel mentre tutto il centrodestra (Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia dall'opposizione) ne ha chiesto la testa. Che Roberto Speranza continui a occupare la poltrona di ministro della Salute è semplicemente assurdo, ma non sono le ragioni della politica a suggerire la sua defenestrazione. No: è l'infinita serie di errori che ha commesso nell'ultimo anno a rendere necessarie le sue dimissioni. Al fine di velocizzare lo smaltimento della pratica, procediamo a succinto riepilogo. 1) Nel dicembre del 2019 si comincia a sentir parlare delle polmoniti di Wuhan, ma la risposta dell'Italia è lenta. Il ministero licenzia qualche circolare, ma - lo scopriremo poi - non agisce come dovrebbe. Cioè non applica il piano pandemico che dovrebbe servire come scudo e che, se tradotto in pratica, avrebbe fornito indicazioni su come gestire ogni fase dell'emergenza. 2) Speranza, in compenso, fornisce false rassicurazioni alla popolazione. Il 22 gennaio riunisce la task force anti Covid e in conferenza stampa dichiara: «Il Servizio sanitario nazionale è dotato di professionalità, competenze ed esperienze adeguate ad affrontare ogni evenienza». Per fortuna. 3) Se da un lato millanta una sicurezza che in realtà non può garantire, dall'altro il ministro inizia a spargere terrore, dando il via alla strategia ansiogena che caratterizzerà tutta l'azione dei giallorossi. Il 30 gennaio dichiara: «L'emergenza coronavirus [...] viene gestita come virus di tipo A, equivalente a colera e peste». Evocare colera e peste: molto rassicurante. Però Speranza aggiunge: «Tra i Paesi occidentali l'Italia è la più fornita e la più attenta per le azioni da mettere in campo». Invece non eravamo forniti di niente: mancavano posti in terapia intensiva, mascherine, respiratori, guanti, ogni cosa. 4) Il 30 gennaio 2020, Speranza fa un balzo in avanti e chiude i voli diretti dalla Cina. Cioè quelli che sarebbe stato più facile tenere sotto controllo. Dalla Cina all'Italia, infatti, si arriva lo stesso: basta fare scalo altrove e si entra senza problemi. Geniale. 5) Il blocco dei voli irrita Pechino e sorprende i nostri vicini europei. Lo stesso Speranza sembra spaventarsi, e tenta di ricucire con i cinesi. Come? Alimentando il surreale dibattito nato a sinistra sul presunto razzismo anti asiatico: «Sono atteggiamenti sbagliati, inaccettabili. [...] Noi dobbiamo aiutare la Cina», dichiara il ministro in tv. Infatti l'Italia spedirà in Cina ben 2 tonnellate di mascherine che poi rimpiangerà amaramente. 6) In realtà, fino a marzo 2020 il ministero della Salute e pure il consulente speciale di Speranza, Walter Ricciardi, ripeteranno che le mascherine non servono alla popolazione, ma soltanto agli operatori sanitari. «Colpa dell'Oms», diranno poi. Peccato che nei documenti internazionali (risalenti a ben prima del 2020) ci fosse scritto che le mascherine servivano eccome. Ma quei documenti sono stati ignorati. Ora le mascherine le abbiamo, ma sappiamo anche che molte sono farlocche (e non dovrebbero essere usate). Nonostante Speranza abbia appena assicurato il contrario... 7) Il ministero, tuttavia, ha escogitato una grande trovata anti pandemia: un video con Michele Mirabella protagonista, uscito ai primi di febbraio. Nel filmato si dice che il Covid non si diffonde facilmente: le ultime parole famose. 8) Il versante comunicazione è uno sfacelo, in compenso sul piano strettamente sanitario è il disastro. Il primo paziente Covid italiano (l'uomo di Codogno) viene individuato solo perché una solerte anestesista decide di violare le linee guida fornite dall'Istituto superiore di sanità e fa un tampone al malato anche se non ha avuto legami diretti con la Cina. Non esistono (nemmeno ora) protocolli per le cure domiciliari, anzi ai medici di base viene sconsigliato di assistere i pazienti Covid a domicilio, come dimostrerà pure una sentenza del Tar: i malati devono essere indirizzati verso «unità speciali». Il ministero, pur non vietandole del tutto, sconsiglia caldamente e invita a «limitare» le autopsie sui morti Covid. Questi provvedimenti, come purtroppo abbiamo potuto sperimentare, non soltanto hanno creato grande confusione, ma hanno pure impedito a lungo di acquisire informazioni fondamentali per la lotta al virus. 9) Non va meglio sul versante delle cure. Citiamo un caso: il colosso americano Eli Lilly offre all'Italia un trial con almeno 10.000 dosi gratuite di anticorpi monoclonali (per altro prodotti sul nostro territorio). Il ministero che fa? Prende tempo, rinvia, non risponde. E alla fine non se ne fa nulla. I mesi passano, la cura tarda ad arrivare e ancora adesso viene impiegata in pochi casi. Vedremo alla fine quali saranno i costi. 10) E i vaccini? Altro bel pasticcio. Zero chiarezza sui contratti e le negoziazioni, tanto per cominciare. Speranza si è vantato di aver insistito esclusivamente su Astrazeneca e di aver «firmato un contratto» per ottenere quel vaccino. Peccato che il ministero non abbia firmato proprio nulla. Ulteriore assurdità: dopo aver magnificato il vaccino, Speranza ha accettato di sospenderne l'inoculazione (creando panico) perché così chiedevano le autorità tedesche. Un bel mix di bugie, polemiche sterili e incompetenza. 11) Da dove viene la frase sul contratto di Astrazeneca? Facile: dal libro segreto di Speranza. Il ministro passa i mesi estivi a scrivere un tomo per Feltrinelli intitolato Perché guariremo, in cui sparla di avversari e alleati politici e si compiace dei grandi successi ottenuti. Impegnato a scrivere, non si cura di organizzare la stagione autunnale, le scuole, i trasporti. Quando il libro esce, dopo l'estate, la situazione è di nuovo critica e il volume viene ritirato dalle librerie. Figuraccia epocale. 11) Censurato il libro, censurati tutti i documenti scomodi. Inchieste giornalistiche e documenti di esperti come Pier Paolo Lunelli dimostrano che l'Italia non aveva un piano pandemico aggiornato ma uno vecchio, fermo al 2006. Che fa Speranza? Tace o mistifica. Il suo ministero nega persino l'accesso ai verbali della task force, sostenendo che si riunisse «informalmente». Viene censurato anche il report dell'Oms in cui si dice che l'Italia ha avuto una gestione «caotica e creativa» dell'emergenza. Chi censura? Ranieri Guerra, ex del ministero passato all'Oms. A dirla tutta, Guerra propone di togliere i passaggi imbarazzanti e poi ripubblicare il report. Cosa che non avverà. Motivo? Il capo di gabinetto di Speranza dice di «far morire» lo studio sgradito. Basta per dimettersi? No? E allora l'ultima: se abbiamo il sistema dei colori - che ha stremato la popolazione e l'economia ma non ci ha evitato il record di morti per Covid - è grazie (anche) al caro Speranza. A cui solo due cose riescono bene: censurare e chiudere. Potrebbe andare a farle altrove.
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