2024-04-13
Buchi in programmi, sponsor e pubblico. La Rai già ammaccata perde pure Amadeus
Il conduttore va sul Nove, l’annuncio arriva dall’amico Fiorello Le alternative: Carlo Conti per Sanremo e Stefano De Martino dopo il «Tg1»?La voragine è ampia e profonda. L’addio di Amadeus lascia un bel vuoto da riempire. «L’ennesimo duro colpo per la Rai», ha gioco facile nello stigmatizzare la perdita il sindacato dei giornalisti (Usigrai), nemico dichiarato dell’attuale vertice aziendale. Se vere, le indiscrezioni che attribuiscono alle pressioni per favorire persone dell’area governativa (da Povia a Hoara Borselli) la decisione di lasciare la tv pubblica, si può capire la scelta dell’artista. Tanto più di fronte all’offerta certamente ricca per dirigere tutto l’intrattenimento del canale Nove.La possibilità di costruire con ampie risorse e senza condizionamenti il palinsesto di una rete è uno stimolo professionale che non poteva non attrarre il conduttore di cinque Festival consecutivi. I beninformati raccontano che il direttore generale di viale Mazzini, Giampaolo Rossi, abbia provato in vari modi a trattenerlo. Rilanciando economicamente, pur non potendo pareggiare l’offerta della concorrenza. Garantendo libertà di movimento. Non è bastato. Certi errori, certe mancanze di sensibilità nella gestione dell’autonomia dell’artista avevano scavato un solco difficile da appianare.Sul canale Nove, Amadeus troverà ad attenderlo Fabio Fazio, già trasferitosi un anno fa con contratto multimilionario siglato prima che in viale Mazzini s’insediasse l’attuale governance, e Maurizio Crozza, ormai veterano della rete. Cresce un altro polo televisivo. Più agguerrito e competitivo di La7 per la notevole disponibilità di risorse garantite dalla casa madre americana, galvanizzata dagli ascolti di Che tempo che fa, a conferma dei margini di crescita persistenti nella tv generalista.Il tam-tam sull’addio di Amadeus era stato ipotizzato per primo dal sito Dagospia. Tuttavia, sembrava esistesse ancora un margine di ripensamento attorno a un nuovo colloquio tra il conduttore e il dg Rossi. Ma negli ultimi giorni il volume dei rumors è cresciuto sull’onda delle rivelazioni di Fiorello nel corso di Viva Rai2!. L’amico e sodale si è ormai ritagliato un ruolo a metà fra il portavoce e il manager suggeritore. Ieri mattina, con il suo inconfondibile stile, si è fatto recapitare in diretta un «comunicato» con tanto di busta e logo della Rai. Che fosse un’altra delle sue gag di classe lo si è capito quando ha letto la lista di firme in calce, tra le quali quella di Carlo Fuortes, dg della precedente gestione, di Fabrizio Del Noce e di Andrea Fabiano, direttori di Rai 1 di epoche passate in giudicato. Poi è passato al finto comunicato vero e proprio: «Oggetto: sono sempre i migliori che se ne vanno. La comunicazione è relativa alle indiscrezioni che vogliono uno dei più noti volti emigrare verso il canale 4 + 5, archiviata con la sigla in codice “Ama non si ama”. La Rai, forte della sua pluriennale storia, esprime ringraziamento per il lavoro svolto con impegno, abnegazione, fatturazione, e per gli ottimi risultati che può iniziare a sognarseli nel canale radice quadrata di 81. Alla luce del contratto in scadenza e delle offerte avanzate dal canale 3 per 3, non esclude la separazione consensuale a chiede di restituire entro mezzanotte tutti i pacchi di Affari tuoi che si è portato a casa. La Rai esprime tantissimi auguri al futuro conduttore del canale 8 + 1. Così tanti che sicuramente il signor Amedeo si starà dando una toccatina ai suoi “soliti ignoti”. Ancora auguri e nove di questi giorni».Già che c’era, oltre il presunto comunicato aziendale, Fiorello ha approfittato per replicare alle indiscrezioni riguardanti anche un suo passaggio a Discovery: «A me nessuno ha offerto nulla, nessuno mi ha chiamato. La mia risposta è: divano», ha gigioneggiato. Si vedrà, magari potrebbe essere questione di tempo. Ma è chiaro che Fiorello ha la sua storia. E, giustamente, non fa il rimorchio di nessuno. Comunque sia, tanto per non lasciar nulla di vago sull’amico, ha scandito: «Amadeus lascia la Rai e va al Nove». Punto e fine.L’annuncio giocoso, piccolo capolavoro di dissimulazione, dissoda il terreno e alleggerisce il compito della dirigenza di viale Mazzini, sollevandolo dall’onere di comunicazioni complesse. Tuttavia, la sostanza non cambia. Per la Rai la perdita è pesante. Non tanto riguardo a Sanremo, essendo già assodato che Amadeus non avrebbe diretto e condotto il sesto. Quanto per il vuoto che si crea non solo nella strategica fascia dell’access primetime che porta dal tg al programma della serata di Rai 1. Oltre ad Affari tuoi e I soliti ignoti, game show prodotti da Endemol del gruppo Banijay, l’artista conduceva parecchi varietà ed eventi musicali (tipo Arena Suzuki ’60 ’70 ’80 ’90 2000 dall’Arena di Verona) nel corso dell’anno. E si prestava alle telepromozioni, attraendo introiti pubblicitari con molti zeri (si parla di un centinaio di milioni).Il problema è chi potrà sostituirlo. La ricerca per Sanremo è già in corso da tempo (Carlo Conti?). Per il game show dopo il tg circola con insistenza il nome di Stefano De Martino. Resta da capire se è un volto da Rai 1. Altre soluzioni interne sono Flavio Insinna, fermo da qualche tempo, o Marco Liorni, ora all’Eredità. Altra ipotesi suggestiva riguarda il ritorno in Rai di Paolo Bonolis, assistito dal renziano Lucio Presta dal quale Amadeus si era staccato prima dell’ultimo Festival. Quadratura non facile. Anche perché i palinsesti Rai non sono un puzzle da tavolo: persa una tessera, la si sostituisce con un’altra. Serve un disegno complessivo, un progetto, un racconto. Quello che una volta si chiamava piano editoriale. E di cui, finora, non si sono visti i contorni.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)