Il decennale italiano supera il 5%, volano anche i titoli tedeschi e americani. La Bce alimenta ancora le tensioni dei mercati.
Il decennale italiano supera il 5%, volano anche i titoli tedeschi e americani. La Bce alimenta ancora le tensioni dei mercati.Ieri lo spread tra i Btp e i Bund ha chiuso stabile a 196 punti base, lo stesso livello della vigilia. Ma i riflettori delle sale operative sono rimasti accesi soprattutto sul rendimento del Btp decennale che è salito sopra il 5% (5,024%), ai massimi dal 2012 e poi ha chiuso la giornata al 4,90% (dal 4,91 di martedì). L'ultima volta che si è spinto oltre questa soglia era il 12 novembre 2012 quando toccò il 5,019 per cento. Stesso record per il bund tedesco che ha toccato brevemente il 3% per la prima volta dal 2011, l’anno più nero della crisi del debito sovrano.A volare sono stati pure i rendimenti dei T-Bond Usa con il trentennale che ha raggiunto il 5% per la prima volta dal 2007. Anche in Giappone, dove i tassi ufficiali sono ancora inferiori allo zero, i rendimenti dei titoli di stato sono tornati ai livelli del 2013. La tensione sul mercato obbligazionario sovrano ha, insomma, travolto tutti con impatti comunque diversi. I rendimenti dei titoli di Stato determinano i costi di finanziamento dei governi: più a lungo rimangono alti, più alimentano i costi degli interessi pagati dai Paesi. Il rallentamento delle economie limiterà la capacità dei singoli Stati di ridurre il sostegno fiscale. Tuttavia, i rendimenti più elevati sono accolti con favore dai banchieri centrali, visto che aiutano il loro lavoro, aumentando i costi di prestito sul mercato.In Europa il disimpegno di Francoforte dall’acquisto dei titoli pesa. Gli investitori, però, sono spaventati dalla prospettiva di tassi di interesse elevati più a lungo. Non a caso le vendite accelerano in particolare sulle scadenze più lunghe anche perché gli operatori hanno davanti un periodo di abbondanti emissioni di titoli. Dopo le dichiarazioni di molti rappresentanti della Federal Reserve, che hanno ribadito proprio questa previsione (il numero uno della Fed di Atlanta, Raphael Bostic ha detto che ci vorrà «molto tempo» prima che si possa procedere con i tagli), ieri sono arrivate le parole della presidente della Bce, Christine Lagarde: «Le decisioni future continueranno a basarsi su tre criteri: le prospettive di inflazione, la dinamica dell’inflazione sottostante e la forza della trasmissione della politica monetaria» e garantiranno «che i tassi di interesse siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario», ha detto nel suo intervento alla Conference on Monetary Policy dell’Eurotower. «In base alla nostra valutazione attuale, riteniamo che i tassi abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, daranno un contributo sostanziale al tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo di medio termine», ha sottolineato la presidente. Insomma, una posizione sufficientemente incerta - parafrasando i termini usati da madame Lagarde - per alimentare le preoccupazioni del mercato.Non hanno portato conforto le dichiarazioni del vicepresidente della Bce, Luis de Guindos, che dal palco della prima conferenza annuale organizzata dalla Banca centrale di Cipro ha ammesso che «gran parte dell’inasprimento della politica monetaria della Bce deve ancora colpire l’economia. Più ottimista, invece, il presidente della Banca centrale portoghese, Mario Centeno, secondo il quale «ci possiamo aspettare che il ciclo di rialzi dei tassi, per ora e con le attuali condizioni economiche, sia terminato», ha detto. Aggiungendo che il messaggio della riunione di settembre «è piuttosto chiaro sulle aspettative per le prossime riunioni». Gli analisti si chiedono quanto la banca centrale europea sia a suo agio con la velocità dell’inasprimento delle condizioni di finanziamento dato che i tassi dei titoli governativi hanno influenza su tutto, dai mutui ai tassi dei prestiti per le aziende. Nel frattempo, in Italia a dare un po’ di ossigeno nel breve periodo è la raccolta del Btp Valore che alla fine secondo gli esperti potrebbe sfiorare i 23 miliardi. Rallenta ma prosegue a buon ritmo il collocamento della seconda edizione: nella terza giornata di offerta, il titolo ieri ha catalizzato richieste per 3,583 miliardi di euro a fronte di quasi 138.000 contratti sottoscritti dai piccoli risparmiatori (4,217 miliardi nella terza giornata della prima emissione con oltre 152.000 contratti). Sommando gli ordini di ieri a quelli sottoscritti nei primi due giorni di offerta, il BTp Valore ha totalizzato una domanda complessiva pari a poco meno di 12,9 miliardi di euro (a fronte dei 14,842 miliardi collocati nei primi tre giorni della emissione precedente). Il titolo ha una durata di cinque anni, offre cedole trimestrali e garantisce un extra premio finale di fedeltà per chi lo detiene fino alla scadenza. Per i primi tre anni viene riconosciuto un tasso minimo garantito del 4,10%, che sale al 4,50% per quarto e quinto anno. La seconda emissione si concluderà domani 6 ottobre, salvo chiusura anticipata. Nel round precedente, che risale allo scorso giugno, il Btp Valore fu emesso per un totale di poco più di 18 miliardi, di cui 5,4 miliardi nel primo giorno di collocamento.
Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.
Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».
Antonio Scoppetta (Ansa)
- Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
- Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.
Lo speciale contiene due articoli
92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.
Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.
Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).
Mucche (iStock)
In Danimarca è obbligatorio per legge un additivo al mangime che riduce la CO2. Allevatori furiosi perché si munge di meno, la qualità cala e i capi stanno morendo.
«L’errore? Il delirio di onnipotenza per avere tutto e subito: lo dico mentre a Belém aprono la Cop30, ma gli effetti sul clima partendo dalle stalle non si bloccano per decreto». Chi parla è il professor Giuseppe Pulina, uno dei massimi scienziati sulle produzioni animali, presidente di Carni sostenibili. Il caso scoppia in Danimarca; gli allevatori sono sul piede di guerra - per dirla con la famosissima lettera di Totò e Peppino - «specie quest’anno che c’è stata la grande moria delle vacche». Come voi ben sapete, hanno aggiunto al loro governo (primo al mondo a inventarsi una tassa sui «peti» di bovini e maiali), che gli impone per legge di alimentare le vacche con un additivo, il Bovaer del colosso chimico svizzero-olandese Dsm-Firmenich (13 miliardi di fatturato 30.000 dipendenti), capace di ridurre le flatulenze animali del 40%.
Matteo Bassetti (Imagoeconomica)
L’infettivologo Matteo Bassetti «premiato» dal governo che lui aveva contestato dopo la cancellazione delle multe ai non vaccinati. Presiederà un gruppo che gestirà i bandi sui finanziamenti alla ricerca, supportando il ministro Anna Maria Bernini. Sarà aperto al confronto?
L’avversione per chi non si vaccinava contro il Covid ha dato i suoi frutti. L’infettivologo Matteo Bassetti è stato nominato presidente del nuovo gruppo di lavoro istituito presso il ministero dell’Università e della Ricerca, con la funzione di offrire un supporto nella «individuazione ed elaborazione di procedure di gestione e valutazione dei bandi pubblici di ricerca competitivi».





