2022-01-27
Bruxelles usa Putin per interferire sulle trattative per il presidente
L’irritazione per l’incontro con le aziende italiane può influire sul voto. Ma si tace sui contratti firmati dai tedeschi con i russi.Le tensioni ai confini con l’Ucraina si fanno sentire fin dentro l’Aula di Montecitorio. Martedì è stato il giorno delle dichiarazioni filo atlantiche e del distanziometro tra Roma e Mosca. L’intento è stato chiaramente quello di bruciare i candidati al Colle che negli ultimi mesi o anni si fossero spesi in un qualunque tipo di espressione pro Putin o di semplice mediazione. È stato il caso di Franco Frattini finito nel tritacarne di Enrico Letta e di Matteo Renzi. I quali hanno pensato bene di omettere le rispettive simpatie per la Francia e per il mondo arabo a metà strada tra Qatar e Arabia Saudita ben note non solo ai media italiani ma anche dalle parti di Washington.webinarIeri però l’improbabile teatro di guerra è finito con il coinvolgere il nostro Paese in un altro modo. Ieri si è tenuto un incontro tra il presidente Vladimir Putin e una delegazione di 16 imprese italiane, tra cui Pirelli, Marie Technimont, ma anche rappresentanti di Intesa e di Barilla, Marcegaglia e altre più piccole. «Durante l’incontro le imprese hanno potuto porre domande, presentare problematiche e dubbi, fino a proporre soluzioni direttamente al presidente creando così un confronto, senza retorica politica, su tematiche commerciali, situazione economica nella Federazione Russa, politiche industriali, innovazione e ricerca, tematiche green, fino a toccare problematiche amministrative per le pmi che vogliono crescere nelle regioni russe», si legge in una nota della Camera di commercio italo-russa. Il messaggio di Putin è stato chiaro. Ha sottolineato che l’Italia è il terzo Paese europeo per interscambio commerciale. «Durante il periodo della pandemia», ha aggiunto, «la situazione non ha permesso di realizzare nuovi progetti e iniziative, ma possiamo dire con soddisfazione che i nostri Paesi sono riusciti a mantenere la cooperazione economica a un livello piuttosto alto». Le compagnie energetiche italiane stanno ricevendo gas russo a «prezzi molto più bassi di quelli di mercato grazie ai contratti a lunga scadenza con Gazprom», ha specificato ben sapendo che il 40% del gas usato lungo la penisola arriva dalla Russia. Terminate le due ore di incontro, spente le luci di zoom, si sono accesi bel altri riflettori. L’incontro era chiaramente previsto da tempo. L’abilità dei russi è stata quello di cavalcarlo nel modo più sapiente dal loro punto di vista. Nel vertice tra Ue e Usa dell’altro giorno l’Italia era sembrato il Paese più freddo di fronte all’ipotesi di ulteriori sanzioni o peggio ancora in caso di intervento militare. Come ha ribadito il ministro della Difesa Lorenzo Guerini, il Paese farà la sua parte in seno alla Nato. Ma l’ipotesi migliore è quella della descalation. Per questo Putin si è mostrato in video con i rappresentanti delle nostre aziende. Per mettere il dito nella piaga. E a tempo stesso per sapere a Ue e Usa che nel Belpaese esiste un filiera che lo ascolta con estrema attenzione. Tanto più che l’incontro di ieri è caduto in un momento estremamente delicato per Roma. Si sta votando il presidente della Repubblica e il governo è vicino a spaccarsi. Insomma, l’apice della fragilità democratica. criticitàUn po’ come affondare il coltello nel burro. Lo stesso ragionamento che sempre ieri ha fatto l’Unione europea. Fonti vicine a Bruxelles hanno voluto palesare la posizione di stizza nei confronti di Mosca ma anche dell’Italia. Per le stesse ragioni di Putin, sebbene da un punto di vista opposto. Fa sorridere il messaggio di fastidio di Bruxelles nei confronti del nostro Paese, soprattutto se lo si paragona al silenzio destinato alla Germania. Ieri l’azienda russa che si occupa del mega progetto del Nord Stream 2 ha aperto i suoi uffici a Berlino. Guarda caso sempre ieri. Altro che video call con il Cremlino. È chiaro che entrambe i player, ma soprattutto Mosca, stanno usando il pericolo guerra in Ucraina per influenzare la votazione per il Quirinale. Nella corsa al più puro dei puri atlantisti è destinato a vincere solo Mario Draghi. Lo sa bene Bruxelles. Che però nel complesso manca della consapevolezza che invece alberga a Washington. Dove un rappresentante del Dipartimento di Stato, commentando il webinar tra Cremlino e aziende italiane, si è limitato a dire di essere certo che «se la Russia invade l’Ucraina tutti i Paesi sono uniti sulle sanzioni». Il resto è sola propaganda, nella quale i russi sono maestri ma anche gli italiani non scherzano. Sollecitato dai giornalisti, il portavoce del Cremlino Dmitrji Peskov ha negato di aver mai ricevuto una nota di lamentela del governo italiano o tanto meno una richiesta di disdire l’incontro a differenza di quanto riportavano molti quotidiani ieri mattina. Salvo aggiungere che «le notizie sui giornali ai nostri tempi sono poco costose». La guerra di notizia e propaganda durerà ancora a lungo, ma i riflettori sull’Italia resteranno accesi per poco. A breve sarà nominato il nuovo presidente della Repubblica e anche Bruxelles potrà tornare a concentrarsi sul Pnrr e sulle altre attività monitorate.
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